Risolta la crisi? Macché: ne apriamo un’altra (di F.Ducato)

La soluzione della crisi ad Anagni non risolve i problemi. Semmai ne apre degli altri. A partire dalla designazione del nuovo presidente del Consiglio Comunale.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Come nel romanzo I tre moschettieri di Alexandre Dumas.
Lì ci sono delle spille di diamanti che appaiono e scompaiono nel corso della narrazione. Ad Anagni, più prosaicamente, ad apparire e scomparire sono invece i punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale.

Una conseguenza della crisi di maggioranza che negli ultimi giorni ha caratterizzato il comune, e che sembrava essersi risolta con la nomina della nuova giunta.

Sembrava, appunto.

Perché, come detto, ancora molti sono i problemi. A partire dalla nomina del presidente del consiglio comunale. Una tappa obbligata, visto il fatto che ha rinunciato a quella carica Giuseppe Felli, dopo l’ingresso come assessore nella nuova giunta.

Nel prossimo consiglio comunale, che è stato convocato dal consigliere anziano Sandra Tagliaboschi domani pomeriggio, sembrava che inizialmente il punto relativo alla nomina del nuovo presidente ci fosse e come. Solo che, a quanto pare, a farlo sparire sarebbero stati quelli che non erano convinti della possibilità di arrivare ad un nome condiviso. E quindi, invece di rendere evidenti le lotte nella maggioranza anche per questa nomina, sarebbe arrivata la decisione di togliere direttamente il punto, rinviando la nomina del presidente del consiglio a momenti migliori.

Per il momento, a presiedere ci sarà la stessa Sandra Tagliaboschi. Insomma, nonostante la giunta sia stata nominata, non mancano ancora i problemi all’interno della maggioranza. A partire dalla prevedibile critica che il PD farà questa sera nel corso di una, si presume surriscaldata, conferenza stampa. Nella quale gli esponenti del Partito Democratico diranno la loro su quanto è accaduto.

Del resto, già qualche giorno fa quando il Pd locale aveva inviato una lettera al sindaco stigmatizzando la sua (del sindaco) gestione della crisi. E dichiarando di voler giudicare i provvedimenti del primo cittadino “di volta in volta”.

Giusto per rendere le cose più facili.