Il pericolo della campagna elettorale senza domande (di F. Ducato)

La strana campagna elettorale di Anagni. Nella quale ci sono le conferenze stampa in cui i giornalisti devono solo ascoltare. Perché le domande scomode è meglio evitarle. Ma certe risposte è meglio averli prima e non dopo

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

C’è un grande assente nella campagna elettorale che si sta svolgendo ad Anagni, anno domini 2018. Si tratta delle domande. Per essere precisi delle domande dei giornalisti. Quelle che, per entrare ancora più in dettaglio, si fanno durante le conferenze stampa.

 

Le domande possono essere morbide, accondiscendenti; oppure maliziose, scomode, in alcuni casi anche cattive. Possono arrivare ad essere anche scorrette. Dipende da chi le fa. Ed anche dall’atteggiamento di chi le riceve. Ma, in ogni caso, le domande sono importanti. Perché consentono a chi ascolta di farsi un’idea di quanto sta accadendo. Di andare oltre le verità ufficiali, quelle degli addetti stampa, dei comunicati precotti, delle note incensanti.

 

Ecco. Ad Anagni, oggi, le domande non si possono fare. Da quando è iniziata la campagna elettorale, non è stato possibile organizzare una conferenza stampa che consentisse di porre qualche quesito. Solo i ragazzi di Sinistra Anagni, con Viviana Cacciatori, ad essere onesti, hanno avuto il coraggio di sottoporsi ad un rito magari stanco, ma sempre importante. Per il resto, non c’è stata la possibilità di sapere cosa ci fosse dietro alle facce mostrate nelle manifestazioni ufficiali.

 

Sarebbe stato interessante, ad esempio, sapere cosa c’era dietro i sorrisi tirati del coordinatore regionale della Lega Francesco Zicchieri il giorno in cui, a Frosinone, è stata varata l’alleanza di centrodestra che ha espresso il nome di Daniele Natalia. Che ci fossero delle tensioni lo sapevano anche i sassi. Ma, nell’incontro di presentazione, c’è stato spazio solo per i discorsi di comodo.

 

Stesso discorso per Sandra Tagliaboschi. A qualcuno magari sarebbe piaciuto, ad esempio, sapere perché è saltato l’accordo con il gruppo di Progetto Anagni. O cosa pensano davvero gli esponenti di Anagni Democratica, che a quanto si dice sarebbero piuttosto tiepidi nei confronti dell’aspirante sindaca, nonostante le dichiarazioni dell’ex deputato Dem Nazzareno Pilozzi. Ma non è stato possibile farle, queste domande.

A Daniele Tasca ed alla sua coalizione sarebbe stato interessante chiedere cosa faranno i due Tasca (Daniele e Valeriano) quando dovranno discutere di immigrazione ed accoglienza. Ma ovviamente non si è potuto.

 

A Fernando Fioramonti ed ai suoi grillini qualcuno vorrebbe chiedere se due meet up in città contano allo stesso modo. Ma pare che le domande lì debbano essere vidimate dall’alto. Un bell’esempio di democrazia, non c’è che dire.

 

Magari ci sbagliamo. Ed il tempo delle domande arriverà. Speriamo solo non sia troppo tardi per i cittadini. Che certe cose, forse, vorrebbero saperle prima, non dopo.

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