I dettagli che fanno la differenza nella giunta di Doroteo Natalia (di F. Ducato)

Ci sono piccolissimi dettagli. Capaci però di fare una profonda differenza nella nuova giunta comunale di Daniele Natalia ad Anagni. Eccoli tutti.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Dio è nei dettagli” sosteneva in un suo aforisma Ludwig Mies van der Rohe. Ma anche il diavolo, a ben vedere, si nasconde nei particolari. Ad Anagni, dopo aver celebrato il capolavoro politico di Daniele Natalia, capace di r WWEisolvere la grana Alessandro Cardinali e di far quadrare il conto con le quote rosa, (leggi qui Benvenuti nella giunta di Doroteo Natalia) si rischia di non tenere nella dovuta considerazione diversi dettagli. Che, appunto, potrebbero creare problemi in futuro al sindaco. Ed i dettagli, ad Anagni, si chiamano deleghe. Anzi, la loro ripartizione. Che rischia di creare qualche attrito. Anche se per ora tutti professano grande unità di intenti.

In giunta, i due soggetti pesanti, quelli che già qualcuno chiama i veri uomini forti della nuova maggioranza, sono Vittorio D’Ercole e Simone Pace. Gli esponenti della Lega e di Anagni domani cumulano assieme un numero di deleghe imponente.

E il Partito più forte? E il gruppo più numeroso? Insomma, e Fratelli d’Italia?

 

Il progetto di mettere da parte Cardinali viene realizzato dando alla Chiarelli il ruolo di assessore. Con deleghe che però in molti giudicano piuttosto leggerine: Sport, Rapporti con, le associazioni e Tempo Libero.

La Chiarelli diventa una specie di Alessandra Cecilia in salsa di centrodestra. (leggi qui) Forse un po’ poco. E allora, per evitare i rimbrotti dei vertici di Fdi, per dargli più peso, che si fa? Si decide di distribuire un numero consistente di deleghe agli altri consiglieri del gruppo.

 

A Salvati vanno le Politiche Giovanili e quelle dei Bandi Europei. A Cardinali la manutenzione, il verde pubblico e la viabilità. Ad Ambrosetti l’Istruzione Pubblica, la Vivibilità e le Periferie.

Tutto giusto. Tutto corretto. E non si discute certamente la capacità dei singoli. Ma sembra proprio un’opera di compensazione. Un modo per tacitare un gruppo che avrebbe potuto reclamare per lo scarso peso assegnato in giunta.

Con conseguenze paradossali. Come il fatto, ad esempio, che ad Anagni, per la prima volta dopo tanto tempo, un assessore alla Pubblica Istruzione non c’è. La delega è data ad un consigliere. Che, evidentemente, non avrà la stessa forza di un assessore.

Solo per fare un esempio: la guerra che da anni vede opposti i due circoli didattici della città, una guerra che attende soluzione, come farà a gestirla un semplice consigliere?

 

Fino a qui la questione è il rapporto politico tra partiti diversi. Come Lega e Fdi. I cui equilibri potrebbero non essere granitici.

Poi si passa a situazioni in cui la perplessità è proprio nell’attribuzione delle deleghe. Anche qui, bene ripeterlo, nessuna critica di merito. Ma, forse, al metodo sì.

Si pensi a Carlo Marino. L’uomo di Cuori Anagnini ha la delega alla Cultura, al Turismo allo Spettacolo, ed agli enti preposti. Però poi spunta una delega pesante. Anzi due: al Bilancio ed ai Tributi. Un accostamento quantomeno irrituale. Che lascia spazio a qualche perplessità.

O a Floriana Retarvi; alla più giovane del gruppo, eletta con Per Anagni, vengono assegnate deleghe non indifferenti. Solo per citarne una, quella sul Demanio. Significa che dovrebbe rientrare nella sua attività il lavoro per trovare una soluzione al problema della ex polveriera. Una questione che, dal 2009, turba i sonni di tutti i governanti anagnini. Auguri.

 

Dettagli, appunto.

Ma, come diceva Charles R. SwindollLa differenza tra qualcosa di buono e qualcosa di grande è l’attenzione ai dettagli”.