Il film a tempi invertiti: su Anagni intrighi, misteri, nuove intese e documenti ‘falsi’

È più divertente che al cinema. Giuro. Almeno lì vai, ti siedi, e sai, almeno per linee generali, che cosa accadrà. Certo, magari ignori il finale, e qualche sorpresa alla fine arriva.

Ad Anagni no. Un’emozione continua. È, per rimanere all’esempio, come andare a vedere un film con le pizze scambiate, che tu cominci a vedere il finale e poi passi al primo tempo. Oppure, per stare alla poesia, uno di quei testi dadaisti alla Tristan Tzara, in cui le poesie venivano fatte prendendo a caso una parola dopo l’altra da un cappello. Ecco. Qui ad Anagni è più o meno la stessa cosa, con questa crisi.

Ieri, ad esempio, si parlava di un possibile rimpasto, con tanto di uscita dalla giunta di pezzi “fragili” come Cicconi e Cecilia? Oggi invece pare proprio di no. Sembra infatti che Progetto Anagni abbia deciso di andare allo scontro con Bassetta, a seguito di una sempre più probabile fumata nera in relazione alle richieste fatte al primo cittadino (come noto, gli esponenti del gruppo hanno chiesto, per stare tranquilli, l’azzeramento completo della giunta).

Il ragionamento che più di qualcuno nel gruppo sta facendo è riassumibile così; “se rimaniamo in maggioranza, comunque vadano le cose ci dovremo sorbire un finale di consiliatura fatto di guerra fredda, tregue più o meno armate, trabocchetti. Una prospettiva che non ci aiuta in vista di una campagna elettorale per il 2019. Ha senso fare una cosa del genere? Meglio sfilarsi, e cercare di serrare le fila (e le alleanze ndr) in vista del dopo”.

Bassetta potrebbe decidere di fare quanto richiesto, ed azzerare tutto. Ma sembra improbabile. Anche alla luce di quelle “perplessità” messe nero su bianco in una nota inviata alla stampa sulla questione.

E quindi? In estrema sintesi:
– Bassetta non cede
– Progetto Anagni si sfila
– Il sindaco a questo punto, per avere i numeri, strappa un accordo con Simone Ambrosetti (riunione con La rete dei cittadini prevista venerdì), che entra in giunta al posto di Simone Pace, con le stesse deleghe (e magari qualcuna di più). In questo modo si salva anche l’accordo con l’AltrAnagni, che riesce a conservare il suo assessore di riferimento.

Bassetta non ha più maggioranze bulgare, ma può andare avanti, sia pure con un margine risicatissimo.

Roba che, al confronto, Prodi nel 2006 sembrava Ottaviano Augusto.

Oggi poi è stato il turno di un classico intramontabile di vicende come questa. Ovvero, la lettera del corvo. Dal mattino tutta la maggioranza (ma non solo) e le redazioni dei giornali, hanno in mano un documento che riporta le firme di due pezzi da novanta, ovvero il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Felli (Progetto Anagni) ed il capo dell’opposizione Daniele Natalia (Centro Destra).

La lettera, in apparenza, li inchioda. Datata 4 agosto (e quindi dubito prima della raffica agostana di comunicati di Progetto Anagni) parla della necessità di “raggiungere un accordo politico per arrivare alla caduta dell’attuale amministrazione comunale di Anagni”, considerata “negativa e dannosa per la città”. In quel documento si ipotizza la nascita di un polo di governo che faccia a meno dei Partiti, facendo riferimento solo a liste civiche. Il tutto per ottenere una «guida forte ed autorevole che possa incidere sul futuro della città». Guida rappresentata ovviamente da Felli (Sindaco) e Natalia (vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici, ambiente ed urbanistica.

Cosa vuole dire quella lettera? Che Progetto Anagni e Centro Destra erano d’accordo già ad agosto: quindi tutti i mal di pancia di Progetto Anagni contro il sindaco Fausto Bassetta erano solo un pretesto. Per snervarlo. Buttarlo giù. Arrivare ad una nuova alleanza elettorale.

In apparenza. Perché sia Giuseppe Felli che Daniele Natalia hanno disconosciuto la lettera. E ne hanno preso le distanze. «È un falso, un tentativo di gettare fango e veleni». Annunciano querele entrambi. Ma nessuno dei due ha scritto una sola riga sulle rispettive bacheche Facebook per denunciare l’accaduto e dissociarsene.

Come in un film dai tempi invertiti. Dove la fine è l’inizio. Ecco… siamo solo all’inizio.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright