La maschera del Conte del Piglio

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

di Franco DUCATO
Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

 

La decisione è stata saggia ed opportuna. Ha visto tutti o quasi d’accordo sul punto. Meglio rinviare la riunione di maggioranza che avrebbe dovuto mettere intorno ad un tavolo il sindaco Bassetta ed il suo gabinetto di governo. E’ martedì grasso: meglio evitare problemi logistici. E poi non fa figo fare riunioni politiche ed amministrative tra lazzi e cotillons. Ma anche perché qualcuno in maggioranza dovrà portare i figli a spasso con la maschera.

Così il tutto è stato spostato a data da destinarsi. Buon segno. Significa che non ci sono sul tavolo emergenze o urgenze che assillano la città. E che chiedano di essere affrontate con tutta questa rapidità. I problemi se ne fregano del fatto che è carnevale.

Il fatto che questa storica e tranquillissima città non sia assediata dai problemi lo si deduce non solo dal rinvio della riunione. Ma anche dalla nuova voce salita in cima all’elenco delle priorità. Una faccenda da sbrigare presto e bene. L’inquinamento che avvelena i polmoni degli anagnini? La Marangoni che chiude? L’ospedale che non risorge? Tutt’altro. In città vogliono il nome e la testa del Conte del Piglio.

Dal momento che non ci sono altri assilli a turbare i sonni di maggioranza ed opposizione, di centrosinistra e centrodestra, tantomeno di grillini ronfanti in attesa di svegliarsi e gridare un po’ sperando poi d’essere ammessi a fare disastri… bisogna che contribuisca a questa caccia all’uomo che si nasconde dietro una maschera.

Prima di fornire un po’ di indizi, una riflessione:  è molto indicativo il fatto che il dibattito avvenga non sul merito delle cose che vengono scritte sul blog Alessioporcu.it . Ma su chi sia a scriverle. Invece di reagire agli stimoli che giungono dalla Stampa (finora abbiamo riportato solo cose puntuali) si teme che non sia gestibile. Un po’ come la storia della luna e del dito.

In ossequio al carnevale che quest’amministrazione ha voluto onorare spostando la riunione, il Conte sarà nel pomeriggio tra coloro che sono mascherati. Indosserà una maschera che tutti potranno riconoscere. Vestirà le sembianze dell’anagnino medio. Cioè dell’elettore che ha condiviso la speranza di un cambiamento. Perché era rimasto molto turbato da una destra spocchiosa e trionfante. E sperava che con l’avvento del paladino della legalità le cose cambiassero. E invece. Si ritrova ad avere a che fare con una giunta di cui, al netto della stima personale per ogni singolo componente, spesso è possibile discutere le mosse e le azioni. E non tanto sul piano del merito, quanto su quello del metodo.

Dietro questa maschera ci sono molti personaggi. Sono uomini, donne, giovani disoccupati, pensionati, operai. E – vi assicuriamo – nessuno di questi volti appartiene ad un politico. Qualcuno di voi ci ritiene così sciocchi da berci qualsiasi cosa ci venga proposta affinché la riportiamo e così si possa disturbare la corsa del conducente. Purtroppo o per fortuna, come dice il titolo nobiliare, il Conte beve solo Cesanese ma non in Purezza.

Se invece di osservare la maschera si concentrasse il dibattito sui contenuti si potrebbe riflettere su molte cose.

Ad esempio sul fatto che in maggioranza ci sono forze che spesso si contrastano aspramente. E che su molte cose non si capisce bene dove si voglia andare a parare. Affermare che, sul piano culturale, è stato necessario fare marcia indietro (vedi il caso Zito) per ottenere successo, non è dire una cosa indegna. In prossimità delle elezioni provinciali è stato chiaro il disordine (per non dire altro) di una designazione doppia in maggioranza. Su questioni come ospedale ed ex Stabilimento Militare Propellenti (la Polveriera) non sembra esserci una voce chiara.

Falso e fazioso sarebbe negare che a questa amministrazione sia stato lasciato in eredità un deserto. E che lavorare in queste condizioni sia complicato. Che i numeri siano importanti.

Ma una città muore se non c’è una visione. Se non c’è un’idea chiara e condivisa di chi siamo e dove vogliamo andare. Il rischio più grande in questi casi è quello di rimettere a posto le cose. Ma per riconsegnare poi tutto a chi c’era prima. Il centrosinistra è maestro in questa pratica. Oppure, il rischio è quello di rimettere insieme i cocci di una città per far salire a palazzo chi finora, al di là del vaffa, non ha mai dato prove convincenti di sé. Una prospettiva da brividi.

Ci pensi, caro Sindaco. Questi sono i problemi che ha Anagni. Non (con tutto il rispetto) sapere chi è (davvero) Franco Ducato.

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