Il pari col Brescia ha lasciato l’amaro in bocca ma ha confermato la crescita dei canarini che giocano bene, trascinano il pubblico e hanno riacceso l’entusiasmo dei tifosi. A colpire è soprattutto lo spirito dei giallazzurri che puntano sempre ad attaccare a costo anche di rischiare qualcosa. Decisiva inoltre la profondità della rosa: l’esordio di Ricci è stato da applausi. E Grosso ha ancora degli assi da tirare fuori
Sono ovviamente 2 punti persi. E non potrebbe essere altrimenti. Il Frosinone ha giocato con intensità, grinta e tecnica, costruendo tante occasioni (compreso il gol annullato a Zampano). Ha rimontato lo svantaggio iniziale ed è stata raggiunto dal Brescia soltanto grazie ad un’incertezza del portiere Ravaglia. Insomma la vittoria era strameritata ma alla fine è arrivato solo un punticino. Un pareggio, il terzo di fila in casa, che comunque consente di rimanere imbattuti e di salire a quota 9. (Leggi qui: Il Frosinone sfiora la perfezione ma regala il 2-2 al Brescia).
Resta una bella partita che ha entusiasmato il pubblico, un Frosinone che ruba l’occhio come forse non capitava da anni. “Avremmo meritato di vincere contro una squadra molto forte – ha commentato Fabio Grosso – Abbiamo disputato un grandissimo primo tempo. Poi siamo stati bravi nella ripresa a subire poco ed a riproporci in avanti con ritmo ed intensità”.
“Proveremo a trasformare quest’amarezza in altra energia positiva che ci servirà perché il campionato è lungo e complicato. I verdetti del campo comunque vanno accettati e alla lunga le squadre avranno i punti che meritano. Ci teniamo stretta la prestazione e proveremo a riproporla perché è stata di altissimo livello”. (Leggi qui Il Giudizio Universale: Frosinone – Brescia 2-2).
COSA VA NEL FROSINONE
Il Frosinone è in crescita costante sotto i tutti i punti di vista. Tattico, tecnico, atletico. Crescono la squadra ed i singoli.
I numeri della sfida col Brescia parlano chiaro: 18-12 il computo dei tiri totali, 9-3 quelli in porta, 67-41 gli attacchi pericolosi e 7 le parate di Joronen contro 1 di Ravaglia. Ma ciò che colpisce è lo spirito della formazione ciociara che cerca di giocare sempre all’attacco e mai all’indietro.
L’esempio sono i 5’ di recupero della sfida col Brescia: dopo aver subito il gol in quella maniera molte squadre avrebbero tirato i remi in barca ed invece il Frosinone si è riversato in avanti, ha provato a vincere rischiando addirittura di perdere. Uno spirito che piace ai tifosi, un coraggio che infiamma il cuore del pubblico. Il tecnico Fabio Grosso è riuscito a trasmettere questi valori e i giocatori li hanno recepiti nel migliore dei modi.
A Frosinone è tornato l’entusiasmo. L’atmosfera allo stadio “Stirpe” è stata la riprova: più di 6.000 spettatori sugli 8.000 consentiti, cori, calore ed applausi a scena aperta. “Dobbiamo meritare questo clima che si sta creando, lo dobbiamo meritare con le prestazioni, la voglia di essere protagonisti per tutta la partita”, ha sottolineato il trainer giallazzurro.
Altro fattore positivo la profondità della rosa. Anche col Brescia si è rivelata un’arma vincente. Il debutto di Ricci è stato incoraggiante. Un centrocampista completo che in alcuni momenti sembrava planato da un altro pianeta. Devono ancora esordire Casasola e Manzari. Grosso aspetta il ritorno di Novakovich. E sono fuori per infortunio Maiello e Brighenti. Senza parlare dei tanti giovani interessanti che durante la stagione saranno chiamati in causa.
COSA NON VA
Innanzitutto il rendimento interno: 3 punti in altrettante gare sono pochi. Un trend che il Frosinone si porta dietro dalle stagioni precedenti. Certo lo “Stirpe” è imbattuto da 7 turni ma con solo 1 vittoria e ben 6 pareggi. Uno score che si deve migliorare.
Il Frosinone poi deve limare i dettagli che fanno la differenza. A volte basta un errore per rovinare tutto. Una sbavatura che ti fa sbagliare un gol o subirne uno. Grosso lo ha ammesso: “Dobbiamo lavorare sui particolari che con il Brescia non ci hanno permesso di conquistare i 3 punti”. Il riferimento per esempio può essere sulle diverse occasioni o situazioni pericolose non sfruttate. Ancora una volta i canarini hanno peccato di concretezza, talvolta sono apparsi addirittura leziosi nella ricerca della bellezza. E poi finora non sembra esserci un vero e proprio stoccatore. Non è un caso che le 8 reti sono state segnate da altrettanti marcatori.
Merita un discorso a parte il portiere. Contro il Brescia Ravaglia è stato decisivo in negativo. Già col Como c’erano state delle avvisaglie. I suoi limiti nelle uscite sembrano evidenti. E’ suonato il campanello d’allarme? Chissà. Di sicuro è una questione sulla quale Grosso ed il suo staff faranno delle riflessioni. Come era successo nel post-Como, il tecnico ha difeso a spada tratta l’estremo difensore.
“A me l’errore interessa poco, guardo il coraggio – ha osservato Grosso – Mi piace il coraggio di Federico (Ravaglia, ndr) che è andato a cercare una palla che forse poteva anche aspettare. Questo coraggio ti fa commettere degli errori ma alla lunga ci permetterà di portare a casa delle soddisfazioni”. Al di là di queste considerazioni, Grosso dovrà valutare se andare avanti con Ravaglia oppure provare De Lucia o Minelli che tra l’altro è il più esperto dei 3. Una valutazione con tante implicazioni. A partire dalle poche partite giocate finora.
Un’esclusione oggi del portiere emiliano suonerebbe come una vera e propria bocciatura.