Franco, il ragazzo che ancora oggi viaggerebbe con l’autostop (di F. Dumano)

Foto: copyright Archivio Piero Albery

Gli anni in cui si viaggiava con l'autostop ed i genitori non ti prestavano la macchina. Franco era uno degli istitutori del Convitto di Arpino. Amava la politica. E sua sorella altrettanto: ma militava nel fronte opposto.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ci sono storie in bianco e nero divise a metà. Fatte di due mezzi contrapposti e speculari​. Una delle metà di questa storia è Franco Sciucca. Di quegli anni è stato un protagonista.

Ad Arpino si usava, per inquadrare una persona: ‘‘tu a chi sie figlie?”, la poesia del dialetto mi sfugge. La mamma di Franco, la lattaia negli anni in cui il latte arrivava a domicilio, aveva attirato la mia attenzione. Non perché portasse il latte a casa di mia nonna, ma per il fatto che avesse due figli schierati in quegli anni su due barricate opposte.

Franco era democristiano, l’interprete di quella Dc di Giulio Andreotti, un figlioccio di don Emilio (leggi qui I mille volti di don Emilio Iafrate). Franco era anche il responsabile giovanile della Libertas, che organizzava gli eventi in contrapposizione all’Arci.

Il mondo giovanile in quegli anni era diviso tra Libertas e Arci. La sorella di Franco invece una comunista: Nevia,aveva pure sposato un Maggiani, tutti di sinistra in quella famiglia.

Io immaginavo lei, la mamma, tra i due fuochi. Alle urne chi avrebbe votato se si fossero presentati contemporaneamente nei diversi schieramenti?

Franco Sciucca faceva l’istitutore al convitto di Arpino. Quante della mia generazione si sono innamorate di un convittore proprio mentre lo Sciucca li portava a passeggio Fuoriporta? L’ora d’aria la chiamavamo.

Erano gli anni in cui nessuno di noi poteva permettersi un’auto ed i genitori non prestavano certamente la macchina ai figli. Si viaggiava con la corriera, con il treno per chi aveva la stazione a portata di mano. Oppure con l’autostop. Franco, ricordi in bianco, era l’autostoppista per definizione. Al punto che credo, ancora oggi, se un bus Cotral non passasse, lui non esiterebbe a tirare fuori il pollice.

Nell’archivio di Piero, Lo Sciucca lo troviamo pure narrato in ”scene di un matrimonio” perché il nostro Piero ha immortalato pure le coppie nel giorno del Si, all’entrata e all’uscita. Ops, per chi si fosse separato, i ricordi della giornata sono finiti solo ad uno dei due.

Ricordi in bianco e nero: Franco sparisce dalla scena politica di Arpino, lo troviamo candidato ad Alatri. Poi, con il passare degli anni, scende il silenzio sulla politica e per anni lo troviamo impegnato con l’Avis, i donatori di sangue.

Perché il tempo modella gli uomini, ne cambia le passioni, lasciando di loro però nitidi ricordi in bianco e nero.

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