La passione di Pio per l’architettura e l’ambiente (di F. Dumano)

Foto: copyright archivio Piero Albery

La passione di Pio Porretta per l'ambiente e l'architettura già negli anni Settanta. Gli studi e l'insegnamento. ma i bachi di scuola gli stavano stretti. Fu per questo che...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero di un anno che correva velocemente, il 1977. Ah, credici, doveva essere una mattina importante nella piazza del Castello: ci sono anche gli universitari, quelli che nel ’77  vivevano nella capitale. I capelli biondi nella foto sono i miei, non ci sono dubbi. E non potevo che ascoltarlo. Pio Porretta al tempo era uno studente di Architettura a Valle  Giulia.

Dal ’68 quella Facoltà emanava il suo fascino… era li il cuore. Lui, quello in bianco, sicuramente mi stava incantando. Si occupava di tutela del paesaggio, l’ambiente. Ricordi in bianco e nero… la piazza del  Castello ha segnato in quegli anni il passaggio di una generazione che sognando voleva cambiare il mondo, lasciando il segno.

Pio Porretta il segno del passaggio e del cambiamento lo sta scrivendo. Dopo la laurea in Architettura ha vinto il concorso per insegnare nella scuola media. I banchi però gli stavano stretti, ma stretti assai, chissà quel malessere che si sprigionava in quegli anni non poteva imbrigliare la creatività.

Prima di essere assunto come dirigente al Comune di Sora  come architetto ha partecipato alla realizzazione di importanti lavori. Terzo classificato per la ristrutturazione della Camera di Commercio a Frosinone, esperto di Urbanistica e Restauro nel 1995 diventa ispettore onorario per i beni ambientali  e architettonici della Valle di  Comino. Il suo nome è un’esplosione di progetti e attività: nel 1987 realizza il piano di recupero per il comune di Santa Caterina Albanese; nel 1988 ad Arpino dirige i lavori di ristrutturazione per il terremoto. Chissà che effetto deve essere stato per lui tornare come direttore nei luoghi dove ci affascinava con le sue teorie…

Ricordi in bianco e nero, il suo è un curriculum vasto: super impegnato nelle commissioni artistiche dei concorsi ma, ricordi in bianco e nero, la sorpresa più grande è però scoprire che lui è ”l’inventore del prototipo di Bike 0 ,la bicicletta elettrica“. Chissà se l’aver respirato l’aria di Arpino, un paese dove per via delle salite  la bicicletta è uno sport estremo, non sia stato la molla, la spinta a pensare un trasporto sostenibile.

Viveva a Sora ma la sua casa universitaria era un porto sicuro. Frequentava pure lui ”La Locomotiva” la libreria aggregativa, il collettivo Quarto Piano. Ed anche lui ha scritto pagine intense di quel film in bianco e nero negli anni ’70.