Messier… lo chiamavano Messier (di F. Dumano)

FOTO: COPYRIGHT ARCHIVIO PIERO ALBERY

Messier, gentiluomo d'altri tempi, in Panda e con la passione per le rose da regalare alle donne. Ma nel cuore ne aveva una sola.

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… Ci sono degli uomini che diventano delle leggende e quando cerchi di riannodare i fili della memoria ti smarrisci.

Messier era il nome che l’avvolgeva, pronunciato in quel misto che fonde la lingua francese a quella arpinate. Antoine per dare un vezzo a Tonino. Ma da bambina sentivo dire sempre e solo Messier.

 

Aveva sempre un sorriso accennato e l’archivio del nostro Piero Albery ci consegna diverse istantanee con quella sua posa… Di certo era un esperto di funghi e di asparagi, amante della buona cucina. Un mito, un’icona per la generazione precedente alla mia. Leggendarie sono le serate che si vivevano con lui nelle tavolate anche fuori paese.

 

Una Panda bianca è la prima immagine che è naturale associare a Messier, un’utilitaria quasi immortale, che scendeva dal Castello, il quartiere nel quale abitava. Un galantuomo di altri tempi, che sembrava uscito dalle pagine romantiche di un romanzo francese: regalava rose alle donne.

Ogni tanto mi fermava ‘«Portala alla mamma». La mia mamma, ricordi in bianco e nero, quando ero studentessa liceale, improvvisamente finì su una sedia a rotelle… Sebbene distribuisse rose, omaggiasse con i fiori le donne, nel cuore di Messier un nome vibrava: Rita.

Ricordi in bianco e nero… A volte in piazza lo vedevo con un’altra icona del tempo, l’artista Abramo Tancredi Fossi, a cui abbiamo già dedicato attenzione. (leggi qui Abra il rivoluzionario silenzioso che volava in America)

Ad unirli era certamente la buona tavola, ma anche la cultura. Soprattutto li univa la goliardia. Insieme avevano formato una associazione il cui acronimo era C.A.N.E. una sorta di Carboneria Arpinate che voleva la repubblica arpinate e voleva chiudere l’ingresso a chi veniva da fuori. Per entrare si sarebbe dovuto pagare il dazio, esibire il passaporto.

 

Ricordi in bianco e nero, sempre insieme ad Abramo partivano alla ricerca di fate, di gnomi e di briganti. E poi, a noi bambini, raccontavano le leggende secondo le quali chi toccava una determinata erba spariva nel bosco…. In realtà, loro non sono mai spariti: il loro ricordo è rimasto. Nessuna erba potrà cancellare Messier e Abra.