Durigon, il “sacrificio” ragionato del fedelissimo

Le dimissioni da sottosegretario e l’asse con Matteo Salvini Possibile un ruolo di primo piano nel partito. A stretto giro di posta

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

E adesso che succede? Per il momento nulla. Ma dopo l’esito delle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre si capirà meglio quali potranno essere le dinamiche del centrodestra regionale. Per il voto di Roma innanzitutto. Intanto però Claudio Durigon, dopo il passo indietro (anzi, di lato) come sottosegretario al Mef, ha fatto capire di volersi concentrare sul ruolo di Coordinatore Regionale, ma anche su possibili altri incarichi all’interno della Lega. (Leggi qui Salvini telefona, Durigon si dimette: “Ma non sono fascista”).

Perché nella sostanza politica lui ha rassegnato le dimissioni nelle mani di Matteo Salvini. Non del premier Mario Draghi. E lo ha fatto per evitare una conta interna al Carroccio che avrebbe messo in difficoltà il Capitano in piena campagna elettorale. (Leggi qui Perché Claudio Durigon non lascia ma raddoppia).

I passaggi chiave di Durigon

Claudio Durigon

Ha scritto Claudio Durigon nella lettera: «Gli italiani da noi e dal governo si aspettano soluzioni, non polemiche. Quindi faccio un passo di lato, per evitare che la sinistra continui ad occuparsi del passato che non torna, invece di costruire il futuro che ci aspetta. Io continuo, anche senza il ruolo di sottosegretario, a lavorare per difendere Quota 100 e impedire il ritorno alla legge Fornero, e a ottenere saldo e stralcio, rottamazione e rateizzazione per i 60 milioni di cartelle esattoriali che rischiano di partire da settembre, massacrando famiglie e imprese. Non solo. Il tempo che non passerò più al ministero lo dedicherò anche alle mie amate comunità di Latina e Roma: hanno bisogno di progetti, efficienza, sicurezza e lavoro, non di incapacità e polemiche».

Il nome di Claudio Durigon circola da tempo tra i possibili candidati alla presidenza della Regione, ma questo è un tema troppo lontano nel tempo (si vota nel 2023) e con diverse variabili. A cominciare dai rapporti di forza nel Lazio tra Fratelli d’Italia e Lega. In questo momento il Partito di Giorgia Meloni appare nettamente in vantaggio.

La realtà è che la difesa politica di Matteo Salvini vuol dire una cosa sola: Claudio Durigon avrà spazi importanti nel Partito. C’è chi azzarda perfino la carica di vicesegretario nazionale. Parafrasando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. 

Il “peso” del Lazio 

Claudio Durigon e Matteo Salvini

Il Lazio è la terza regione italiana per numero di parlamentari nella Lega. Dietro Lombardia e Veneto. E adesso si ritrova senza una rappresentanza al Governo. È un tema sul quale il Carroccio dovrà riflettere sul piano territoriale.

Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, non ci sono state prese di posizione ufficiali pro Durigon. Ma questo vuol dire poco, anche perché probabilmente si è preferito non intervenire sul tema. Non è un mistero che all’interno della Lega il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia abbiano immediatamente preso le distanze dalla posizione di Claudio Durigon.

Ha scritto Marco Cremonesi sul Corriere della Sera: «Ma Durigon per il segretario è una brutta botta perché l’ex sindacalista di Latina è un uomo chiave della Lega salviniana, a suo modo un simbolo. Eletto deputato nel 2018, prima ancora di aver dato le dimissioni da segretario del sindacato Ugl, poi subito sottosegretario. E sottosegretario di nuovo non appena la Lega è tornata al governo. Si può sottovalutare il valore della militanza nella Lega, ma certamente quella carriera rapidissima ha destato malumori in chi nella Lega milita magari da decenni».

E ancora: «Peraltro Durigon è stato il pilastro della fortunata campagna elettorale per le politiche 2018, che ha portato la provincia pontina ad essere la roccaforte della Lega in una Regione chiave come il Lazio. Da qui, un altro gallone ancora per l’ex sindacalista: del Lazio è infatti diventato coordinatore, il luogotenente di Salvini in attesa che si svolgano i congressi. Certo, i leghisti a lui meno favorevoli gli imputano, per esempio, il flop di presenze alla manifestazione per la ripartenza del Paese in piazza Bocca della Verità nel giugno scorso. Ma che Durigon sia un elemento centrale della Lega salviniana è fuori di dubbio».

Ecco perché è forte la sensazione che Giorgetti e Zaia abbiano voluto parlare a nuora (Durigon) perché suocera (Salvini) intendesse. Sarà anche indicativo il nome del successore di Claudio Durigon come sottosegretario al Mef. I nomi più accreditati sono quelli del veneto Massimo Bitonci e del ligure Edoardo Rixi. La rappresentanza ministeriale del Carroccio si sposterà comunque verso il nord. 

Partita a scacchi 

Da tenere presenti le parole pronunciate da Matteo Salvini. Il leader della Lega ha definito Durigon «amico e persona schietta, concreta e coraggiosa, che lascia per amore dell’Italia e della Lega». Ed è quel riferimento alla Lega che appare destinato a pesare.

Nella partita a scacchi tra i big leghisti: Salvini da una parte, Giorgetti e Zaia dall’altra. In questo contesto il ruolo di Claudio Durigon è importante. Ha scritto nella lettera con la quale ha annunciato le dimissioni: «Così, ho dovuto constatare sulla mia pelle, con grande amarezza, che esistono professionisti della strumentalizzazione che hanno usato le mie parole per attribuirmi a tutti i costi un’etichetta che non mi appartiene, con l’unico fine di colpire me e il partito che rappresento. Si tratta di un’operazione che, come detto, mi ferisce profondamente e che non posso più tollerare».

Quello che è emerso dopo questa vicenda è che Claudio Durigon non è un fedelissimo di Salvini. Ma il fedelissimo di Salvini. Un elemento che, nel bene e nel male, è destinato a pesare. Difficile dire adesso cosa succederà nei rapporti di forza del centrodestra laziale. Però è evidente che Claudio Durigon punterà tutto sul coordinamento regionale. Da subito. 

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