Durigon, Littoria, il fascismo e il Capitano

Perché il sottosegretario al Mef della Lega è diventato un bersaglio grosso. Salvini bombarda Lamorgese, Conte e Letta spezzano l’assedio cannoneggiando il coordinatore regionale del Carroccio. Che però è diventato un problema: il Capitano lo difenderà, ma sarà l’ultima volta. Ecco perché.

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sa di avere il pieno sostegno del premier Mario Draghi. Per questo non si cura poi molto degli attacchi  che le vengono rivolti dal leader della Lega Matteo Salvini sugli sbarchi e sugli immigrati. Attacchi che confermano come la Lega sia un corpo estraneo a questa maggioranza. Ed è esattamente per questo motivo che viene attaccata.

E sotto attacco spesso finisce Claudio Durigon, sottosegretario al Mef, coordinatore regionale nel Lazio e “papà” di Quota 100. Salvini attacca Lamorgese, Letta e Conte mettono nel mirino Durigon.

La bonifica che non fu di Mussolini

Clerici e la vera storia della Bonifica

Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno (ruolo difficilissimo per un esponente del Carroccio) ha  detto a proposito di Durigon che “non vedo perché si debba dimettere, è stato investito da polemiche strumentali”. E sull’Huffington Post, alla domanda: lei intitolerebbe un parco a Mussolini? Molteni ha risposto: “Io a casa mia non lo farei, a Falcone e Borsellino assolutamente sì invece. Certo che Cantù non è Latina”.

Cantù e Latina. Molteni coglie il punto. Latina, o meglio Littoria, è uno dei simboli del fascismo. Bisognerebbe, insieme alle critiche per il regime, riconoscere che la bonifica dell’Agro Pontino rimane una punta di eccellenza delle opere di questo Paese. Che, secondo alcuni storici, nemmeno fu poi merito di Mussolini (Leggi qui Bonifiche pontine: La “malefica” è di Gino Clerici, non di Mussolini).

In secondo luogo Claudio Durigon ha fatto quelle affermazioni nell’ambito di un comizio, il Mussolini chiamato in causa è Arnaldo e non Benito, alla memoria del quale quel Parco è stato già dedicato.

Ma detto tutto questo, l’antifascismo resta un valore fondante della Repubblica e certe affermazioni andrebbero evitate.

Durigon, il bersaglio ideale

Ma si può prevedere una crisi di Governo e di maggioranza per questo? No. Mario Draghi infatti è concentrato sul Recovery, sulle vaccinazioni, sulla scuola, sulla ripartenza. Claudio Durigon è diventato un bersaglio grosso nella Lega, come anni fa Borghezio. Ma questo ne dimostra anche la crescita politica.

Claudio Durigon e Matteo Salvini (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Matteo Salvini lo difenderà, ma bisognerà vedere se la mozione di sfiducia che Pd e Cinque Stelle vogliono presentare poi sarà votata. A questo punto però non prima di settembre. Quando ci saranno tante e tali priorità che aprire un fronte di questo tipo con il Carroccio metterebbe a rischio la maggioranza.

A settembre poi saremo in piena campagna elettorale per i Comuni. Ma allora il punto vero dove sta? Il punto vero sta nella necessità di Matteo Salvini di differenziarsi rispetto ad una maggioranza della quale non condivide le impostazioni chiave: quelle di Lamorgese all’Interno de di Speranza alla Salute. D’altro canto Enrico Letta e Giuseppe Conte non hanno altri argomenti per cercare di unire Pd e Movimento Stelle. Quindi, un avversario come Claudio Durigon fa al caso loro.

Certamente però tutto ciò non toglie che a Claudio Durigon andrebbe consigliata una maggiore cautela. Perché alla fine anche un capo forte come Matteo Salvini può stancarsi di dover difendere un fedelissimo, con la conseguenza di “annacquare” il suo di attacco. In questo caso a Luciana Lamorgese.

Polemiche estive. Ma comunque polemiche.