E all’improvviso la confusione divenne chiarezza

Cerchiamo la tranquillità. Non vogliamo cambiamenti una volta raggiunto il nostro equilibrio. Invece all'improvviso tutto si sconvolge. Una spiegazione c'è.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Lo Spirito del Signore ha riempito l’universo,

egli che tutto unisce,

conosce ogni linguaggio Sap 1,7

Chissà che confusione quel giorno. Era una grande festa, tanti ebrei osservanti erano saliti al tempio, tantissima gente si trovava all’interno del cortile per la festa stagionale di Pentecoste. È quella che celebra l’inizio del raccolto.

Improvvisamente tutti sentono quello che alcuni dicono nella propria lingua. Eppure ci sono lì ebrei che provengono da tutta l’area mediterranea, dalla Mesopotamia, dall’Egitto, dalla Persia, dal mondo greco, dall’Anatolia… Tutti li sentono parlare nella propria lingua, quella straordinaria confusione di qualche minuto prima si trasforma in una chiarezza universale. Quegli uomini parlano in aramaico e tutti li ascoltano nella loro lingua. La confusione diventa chiarezza.  

Il prodigio di Pentecoste

Il prodigio di Pentecoste ci svela la dinamica dello Spirito di Dio: porta scompiglio, idee nuove, forse anche confusione ma poi il soffio rimette le cose a posto.

A noi lo scompiglio dà fastidio, stiamo diventando una società vecchia, in cui il valore principale è la tranquillità, lo starsene in pace, il non avere impicci. Ci sono tanti segnali: la mancata partecipazione alle consultazioni elettorali, la diminuzione dei volontari, l’inacidimento dei rapporti interpersonali, la non accettazione delle innovazioni, il timore spasmodico che qualcuno ci stia ingannando. Per poi magari prestar fede alla prima chiacchiera raccolta in giro.

E ancora il ritornello assordante: si è fatto sempre così, perché cambiare? E invece lo Spirito di Dio è cambiamento, a volte totale, sconvolgente, capace di modificare completamente la vita di una persona, indurla al cambiamento dell’esistenza, alla modifica dei punti di riferimento.

Quello Spirito è capace di trasformare la polvere in un essere vivente, timidi uomini in profeti coraggiosi, donne spaventate in eroine senza paura, capaci di salvare l’esistenza stessa del popolo. Quello Spirito soffia dove vuole e non ha limiti nella sua azione, nonostante i nostri pregiudizi e i limiti che tentiamo di mettergli per non essere disturbati.

Nemmeno loro avevano capito

In quella mattina della festa di Pentecoste, quegli uomini non avevano capito quasi niente del loro maestro. L’avevano visto morire in croce, deposto in un sepolcro. Se l’erano poi ritrovato di fronte nei giorni successivi, qualcuno l‘aveva riconosciuto, qualcuno no. Ma quel maestro gliel’aveva detto, non vi lascerò soli, vi manderò qualcuno. Ed eccolo, il soffio, il vento li rende capaci di comprendere quello che è successo e soprattutto di dirlo agli altri, di testimoniare, di raccontare che cosa Gesù abbia operato in loro e che cosa sia capace di fare alla vita di tutti.

Ma quel Gesù trasforma le persone non con delle regole prestabilite, secondo un modello preciso: quel Gesù ama la differenza, ama la diversità, è lui l’elemento unificante della vita,  non i nostri costumi e le nostre lingue. Anzi più sono diverse più sono ricche. È lo spirito che dà l’unità, non le nostre regole, le nostre abitudini. Le lingue erano diverse, il messaggio uno.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti). 

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)

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