E Formisano rivela: a settembre il nuovo network nazionale

L'annuncio arriva durante la conferenza stampa sul Superammortamento. Niente fusioni. Sarà un network che affiancherà le attuali banche, senza sorpprimerle. La rivincita di Formisano: "È l'aternativa concreta alle fusioni. Che spesso sono inutili: la somma di 4 debolezze non fa una forza”

A settembre Banca Popolare del Cassinate parteciperà alla costituzione di un network nazionale tra banche popolari. Non si fonderà con altri istituti. Ma con loro creerà una rete: tutti collegati dallo stesso marchio nazionale su un certo tipo di prodotto. Ognuna però manterrà il proprio marchio, la propria autonomia locale e le proprie sedi per il tipo di servizi offerti fino ad oggi. Lo ha annunciato il professor Vincenzo Formisano nella sua triplice veste: vicepresidente di BpC, vice presidente nazionale di Assopopolari, professore di Economia all’università di Cassino.

L’anticipazione è arrivata durante la conferenza stampa sul Superammortamento al 110% alla presenza del sottosegretario all’Economia Alessio Mattia Villarosa, nell’Aula Magna dell’Università di Cassino.

Niente fusioni, siamo Popolari

GIOVANNI BETTA E VINCENZO FORMISANO

È la notizia nella notizia. Talmente importante da rubare la scena alle ristrutturazioni ed il maxi recupero di quelle spese con cui rendere più sicure ed ecologiche le nostre case.

In pratica. Fino ad oggi le nuove banche sono nate dalla fusione di due o più istituti. Oppure dall’incorporamento di quelli più piccoli, mangiati dai grandi gruppi. Vincenzo Formisano è sempre stato contrario alle fusioni di questo genere. Perché “è incredibile pensare che 4 o 5 pseudo inefficienze possano poi fare un efficienza”.

Che significa? Che finora le banche si sono fuse ragionando in base al principio delle economie di scala: mi unisco con le altre e risparmio tagliando i costi. Perché Formisano dice che non va bene? “La fusione a freddo di più banche non fornisce i risultati dei quali il territorio ha bisogno. Non basta tagliare i costi: si deve pensare all’efficienza ed all’efficacia”.

Ancora più pratico? Ogni territorio ha le sue esigenze, i suoi problemi, le sue opportunità di crescita. Un territorio dove l’economia è trainata dall’industria è fatto di stipendi a fine mese, mutui, scadenze piùo meno fisse. Un territorio che si basa sul Turismo o sul Commercio hanno incassi quotidiani, decine di scadenze in più. Occorrono servizi diversi, ci sono rischi differenti. Le banche devono essere diverse.

Ma il network si

UNA FASE DELLA CONFERENZA

Sta qui il concetto di Network espresso da Formisano e che sarà alla base dell’annuncio che verrà fatto a settembre. In pratica: dividersi le competenze, mantenere la propria territorialità. Fare rete. Una serie di servizi nazionali possono essere forniti ad una clientela nuova e smart, mentre sul territorio si deve continuare a confrontarsi con il cliente per dargli le risposte che lui si aspetta dalla sua banca.

«Noi proponiamo qualcosa di più concreto che una fusione e qualche economia di scala. La politica dei network, l’organizzazione reticolare, è capace di assicurare risultati economici straordinari. Lo dicono i nostri bilanci: sono così floridi perché noi già apparteniamo ad un network”.

Infatti BpC fa parte del network di Cassa Centrale «un network da 12 miliardi di euro di patrimonio». Nei mesi scorsi proprio il professor Formisano aveva annunciato la costituzione del network di Luzzatti SpA. Per spiegarlo aveva fatto un esempio: la Popolare del Cassinate aveva accumulato circa 30 milioni di ‘sofferenze‘, cioè rate di prestiti o mutui che tardavano ad essere pagate. Ha pensato di cartolarizzare cioè di vendere quelle sofferenze a degli istituti che poi si occuperanno del recupero.

Ma 30 milioni sono un taglio troppo piccolo per essere interessanti sul mercato. Allora il nostro network ha costituito la Luzzatti SpA e messo insieme le sofferenze di tutte le banche della rete; ha individuato come advisor un colosso internazionale come Kpmg ed abbiamo cartolarizzato 1 miliardo e 300 milioni euro”. I grossi gruppi hanno fatto a gara per aggiudicarsi quelle sofferenze: perché vengono da clienti buoni, controllati dalle Popolari, hanno solo bisogno di tempo. Il prezzo al quale sono state collocate le sofferenze è stato talmente alto da portare alla Popolare del Cassinate una plusvalenza di 6 milioni. 

La conoscenza del territorio ha consentito di avere deteriorati ‘buoni’ da collocare. È andata talmente bene che oggi il professor Formisano ha potuto annunciare che si andrà alla terza cartolarizzazione.

Incompetenti

Non è l’unico esempio. BpC, attraverso il network di Cassa Centrale, usufruisce dei servizi informatici e tecnologici messi a disposizione da Allitude. In questo modo i costi e gli investimenti di innovazione, ripartiti su una platea così numerosa, rendono le piccole banche in grado di competere con i colossi bancari.

Quando ci vengono a dire che siamo troppo piccoli, che non siamo sostentibili economicamente, fatico a credere che certe analisi provengano da persone competenti. Invece insieme posiamo fare grandi cose”.

Il Superammortamento al 110%

Il presidente di Confedilizia, il sottosegretario ed il prof Formisano

Ed il Superammortamento? La conferenza stampa era stata convocata per quello. (leggi qui I segreti del Superbonus: i big li svelano nell’Università di Cassino).

E emerso che le banche Popolari avranno un ruolo chiave nel Decreto che consente di ristrutturare casa praticamente gratis perché il Governo consente di scalare completamente la fattura dalle tasse; e per chi non ne ha da pagare, permette di vendere quel credito d’imposta: ad esempio all’impresa che sta realizzando i lavori, oppure alle banche. In particolare le Popolari: proprio per quel concetto di territorialità, sono in grado di tarare la loro offerta sulle specifiche necessità del territorio.

Il sottosegretario Alessio Mattia Villarosa ha spiegato che con questo testo vincono tutti: i cittadini che si ritrovano la casa ristrutturata gratis; le imprese perché lavorano: tutto l’indotto dell’edilizia che di conseguenza riparte; l’Ambiente perché le case saranno più efficienti sul piano energetico; il Fisco che comunque ci guadagna se tutti lavorano.

Non è stata una passeggiata

Angelo Massaro, presidente Ance

Non è stata una passeggiata. Tutt’altro. Il Sottosegretario è stato assediato dalle domande. Il più incisivo è stato Angelo Massaro, il presidente provinciale di Ance l’associazione nazionale dei costruttori edili. Che ha messo a nudo una nervi scoperti.

Ha sollevato il tema della capienza. Bisogna consentire la somma tra la precedente capacità di scopertura bancaria delle imprese (che così anticipano i soldi dei materiali) e questa nuova scopertura che dovranno affrontare per anticipare tutti i costi dei lavori in attesa che arrivi il credito d’imposta. Se vale solo lo sconfinamento che veniva ammesso prima si rischia di non lavorare.

E poi i termini di scadenza: Massaro propone che diventino al contrario i termini d’inizio lavori; con gli attuali termini bisogna avere fatto tutto in un anno. Il timore è che un piccolo ritardo dovuto al maltempo faccia saltare il diritto al rimborso.

Il bridge finanziario

La risposta arriva dalle Popolari. Spiega Vincenzo Formisano come vicepresidente di Assopopolari: le Popolari sono pronte a fare da bridge, da ponte: ad anticipare le somme necessarie tra l’avvio dei lavori ed il primo stato di avanzamento, cioè la prima tappa in cui lo Stato riconosce il credito d’imposta e lo invia nel Cassetto Fiscale del contribuente. Che da quel momento potrà cederlo all’Impresa o venderlo alla banca.

La commozione di Betta

Commosso il magnifico rettore che è tornato a vedere l’aula magna piena: non accadeva dall’inizio del lockdown. “Vedere 150 persone, opportunamente distanziate nella nostra Aula che ne può contenere 350, è il segnale che dobbiamo ricominciare con lelezioni tradizionali. La didattica a distanza ha avuto i suoi benefici e dimostrato la sua utilità. Ma questo di oggi è il segnale che si può e si deve ricominciare

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