E il giudice disse: “Il Governo ha sbagliato”

"Il Codice degli Appalti va modificato", "La paura della firma c'è” e "non si risolve come fatto dal Governo nel 2000". A Madonna di Campiglio il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele non fa sconti

Diretto. E scomodo. Come sempre, anche a due passi dalle nevi di Madonna di Campiglio. Il giudice Tommaso Miele ha preso di mira il Codice degli Appalti: “Va modificato”. Ha messo tutti di fronte alla realtà: “Certo, la ‘paura della firma’ esiste, è inutile negarlo”. E non ha risparmiato critiche: “il rimedio per superare la paura della firma non è certo quello scelta dal Governo Conte nel 2020”. Quella volta il premier decretò l’eliminazione della ‘colpa grave’ rendendo così impossibile perseguire chi stava amministrando i soldi dell’emergenza Covid; anche se li aveva sperperati.

Tommaso Miele è Presidente aggiunto della Corte dei Conti e Presidente della sezione Giurisdizionale del Lazio. E quelle cose le ha dette intervenendo al convegno “Autonomie territoriali e contributo all’attuazione del Pnrr e dei piani complementari. Il ruolo della Corte dei conti“. Lo ha organizzato la Corte dei Conti e dalla Provincia Autonoma di Trento: si è tenuto ieri e oggi a Madonna di Campiglio, in provincia di Trento.

Massima capacità ed aiuti ai Comuni

Tommaso Miele

Per il magistrato il Pnrr è una grande opportunità per il nostro Paese e per il rilancio della nostra economia. Tanto più importante alla luce della crisi energetica e del rincaro delle materie prime conseguente al conflitto in Ucraina. «Si tratta della possibilità di intercettare, attraverso una Pubblica Amministrazione efficiente e tempestiva, circa 209 miliardi. Di loro, una parte a fondo perduto e la maggior parte da restituire nei prossimi anni. Proprio per questo motivo, queste ingenti risorse vanno intercettate e gestite bene, con la massima capacità gestionale e amministrativa. Perciò le amministrazioni pubbliche si devono attrezzare e vanno aiutate ad amministrare e gestire queste risorse».

E già qui ci sarebbe da discutere. Di fronte a ‘massima capacità gestionale‘ viene in mente che per anni abbiamo evitato di mettere le persone giuste al posto giusto: ci abbiamo mandato chi capitava, perché era scattato il blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione. E poi “le Pubbliche Amministrazioni vanno aiutate”, si ma in che modo?

Il giudice: Serve una Legge chiara

Tommaso Miele (Foto: Carlo Carino / Imagoeconomica)

«Per agevolare le pubbliche amministrazioni – ha sottolineato il Presidente Miele – occorre assolutamente intervenire sulla qualità della regolazione e della normazione. Occorre una legislazione chiara e semplice, snella, accessibile a tutti. Regole chiare, quindi. Occorre modificare e semplificare il Codice degli appalti. Si eviterebbero i ricorsi al Giudice amministrativo e le possibili ipotesi di responsabilità per danno erariale».

«Certo, la ‘paura della firma’ esiste, è inutile negarlo, ma il rimedio per superare la paura della firma non è certo quella scelta dal Governo Conte nel 2020 con l’articolo 21 del Decreto Semplificazioni, eliminando la colpa grave per i fatti commissivi. Quanto al ruolo della Corte in sede giurisdizionale, va assolutamente abrogato quell’art. 21 del decreto 76. Perché ha creato un vero e proprio ‘vulnus’ nella sana e corretta gestione delle risorse pubbliche».

Farà discutere. Come sempre. Come già era accaduto in occasione dell’apertura dell’Anno Giudiziario. (leggi qui: Miele amaro: “Processi lunghi, toghe presuntuose, norme confuse”).

Il focus sui progetti

Ad aprire e presiedere i lavori è stato il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino. La prima sessione si è concentrata sul ruolo delle autonomie territoriali nel conseguimento degli obiettivi del Pnrr. C’è stato un focus sullo stato di attuazione dei progetti, sulle iniziative intraprese e le problematiche da affrontare.

Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

La seconda giornata, di profilo più tecnico, ha previsto il confronto tra i diversi livelli interessati dall’attuazione del Pnrr, sul fonte della governance dei processi attuativi, del loro monitoraggio, dell’audit e dei controlli.

Hanno partecipato rappresentanti della Corte dei Conti, delle amministrazioni locali, della Ragioneria generale dello stato, della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Consiglio di Stato, nonché dell’associazionismo territoriale e delle categorie economiche ed imprenditoriali.

Tra i politici sono intervenuti i ministri Mariastella Gelmini (Affari regionali e autonomie); Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili); Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico); il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga; il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ed il Presidente dell’Anci Antonio Decaro.