E l’elezione di Buschini fa traballare la maggioranza

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Un voto in più di quelli del Centrosinistra. Ma anche un voto in meno di quelli previsti dal Patto d'Aula. L'elezione di Mauro Buschini mette a nudo i rischi di tenuta per la maggioranza

Ventisei voti a favore: è uno in più dei seggi a disposizione del centrosinistra. Ma è anche uno in meno di quelli previsti dal Patto d’Aula: l’intesa costruita la scorsa estate con i consiglieri Giuseppe Cangemi ed Enrico Cavallari usciti dal centrodestra ed approdati al Gruppo Misto. (leggi qui Una maggioranza per Zingaretti: Cangemi e Cavallari dicono si a Buschini).Mentre Mauro Buschini saliva sullo scranno di Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, nell’aula scendeva il dubbio che stesse scricchiolando l’accordo con cui l’anatra zoppa uscita dalle urne è stata trasformata in una maggioranza.

I dubbi su Cavallari

I sospetti sono concentrati su Enrico Cavallari. Eletto nella Lega, migrato al Misto per la profonda differenza di vedute con il gruppo del Carroccio. (leggi qui «Smidollati, moralisti e rosiconi»: Cavallari contro gli ex colleghi all’opposizione). E da pochi giorni entrato nell’Udc. (leggi qui Due forni per Cavallari: ha aderito all’Udc).

Il Partito dello Scudo Crociato in questa fase sta con il centrodestra, sosterrà Antonio Tajani alle Europee. Ed oggi ha dato un’indicazione precisa al suo nuovo consigliere regionale: non sostenere l’elezione di Mauro Buschini. In realtà il voto mancante è ‘nullo’: sulla scheda è stato scritto qualcosa che ha invalidato quel voto. Un colpo al cerchio ed uno alla botte.

Ma il problema rischia di aprirsi già dalla prossima seduta: di fatto la maggioranza a disposizione di Nicola Zingaretti oggi si è assottigliata ad un solo voto. 

Cangemi nel mirino

Getta subito acqua sul fuoco il neo presidente Buschini. «Si tratta di una votazione di aula, mi pare che la maggioranza abbia tenuto con forza nell’arco di tutte queste giornate . C’è un confronto permanente e costante. E credo che questo sia un elemento molto positivo».

Ma la Lega si è subito lanciata su Giuseppe Cangemi. Sospettandolo di tenere in piedi la maggioranza di centrosinistra. A muovere l’attacco è il consigliere regionale leghista Daniele Giannini.

«Se, a quanto risulterebbe, il consigliere Cavallari ha votato scheda nulla all’elezione del nuovo presidente del Consiglio regionale per volere del suo nuovo partito, chi ha dato allora il supporto alla maggioranza di sinistra? Forse l’altro transfuga Cangemi che ancora sostiene di appartenere a Forza Italia? Chi e’, insomma, tra i due, la volpe piu’ che il gatto che tiene ancora in vita questa coalizione e il governatore del Lazio?».

Forza Italia ci mette il carico

Su Giuseppe Cangemi si lancia anche Antonello Aurigemma, capogruppo di Forza Italia. È stato al termine di uno scontro politico con lui, sull’assegnazione della presidenza della Commissione Sanità, che Giuseppe Cangemi la scorsa estate è uscito dal Gruppo ed è passato al Misto.

In cambio del suo appoggio alla maggioranza è stato eletto vice presidente del Consiglio Regionale. Al posto di Adriano Palozzi (Forza Italia) che era indisponibile in quanto agli arresti domiciliari (ora annullati) per l’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.

Al momento delle votazioni decisive su Mauro Buschini il centrodestra è uscito dall’Aula. Non si sentiva garantito dal neo presidente? «No – assicura il capogruppo Antonello Aurigemma è una posizione presa perché riteniamo che il centrodestra non sia legittimamente rappresentato all’interno dell’ufficio di presidenza. Nelle varie posizioni c’è una mancanza del ruolo che spetta al centrodestra ed in particolare della vice presidenza».

Reclama la testa di Cangemi. Diventata oggi intoccabile dopo il traballamento di Cavallari.