E l’università ora registra e studia anche i terremoti

Cosa significa ed a cosa serve la sezione dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia aperta presso l'Università di Cassino. Il territorio ad alto rischio sismico

Antonio Renzi

Rerum cognoscere causas

Il più violento fu nella notte del 9 settembre del 1349: così devastante da sbriciolare l’abbazia di Montecassino. Anche il 13 gennaio 1915 ce ne fu uno tanto violento da rimanere nella storia: magnitudo 7.0 e Sora ridotta in macerie. In tempi più recenti il 7 maggio 1984 la Valcomino ha fatto i conti con una interminabile scossa che ha prodotto danni e vittime. I sismologi sono da sempre alla ricerca di un indizio capace di avvertire che un terremoto è in arrivo. Non hanno ancora individuato una soluzione. Ma ora se la terra tremerà ancora nel basso Lazio potranno raccogliere i dati ed elaborarli direttamente nella sede distaccata dell’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia aperta nella facoltà di Ingegneria dell’università di Cassino.   

Nasce così il “laboratorio Cassino” dove, in via di Biasio, sarà possibile studiare i movimenti e l’attività sismica presente nel territorio. Tutto grazie alla collaborazione tra l’Ingv e l’Unicas: presentata nelle sale del Rettorato dal rettore Giovanni Betta e dal presidente dell’Ingv Carlo Doglioni

Unicas, con e nel mondo della ricerca

La targa della sede Ingv a Cassino

L’università di Cassino ha sviluppato da anni la sua vocazione per la ricerca. Molti i brevetti messi a punto, in particolare nel settore dell’elettricità e della mobilità sostenibile. Il dialogo con l’Istituto Nazionale di Geofisica rientra nel solco di questa tradizione. Un ulteriore esempio di sinergia e capacità di interazione con e nel mondo della ricerca ben oltre i confini territoriali.

«Tra i dipartimenti di Ingegneria e l’Ingv – ha evidenziato il rettore Giovanni Bettapotranno essere fatte attività comuni ancora maggiori di quelle già sviluppate negli ultimi anni. Per gli studenti avere un laboratorio con ricercatori di questo importante Istituto sarà anche occasione di crescita. Ma un’iniziativa importante per il territorio, vuol dire avere un presidio di quello che succede in una zona che vede i rischi simici non assenti e non trascurabili». 

Un progetto nato nel 2018

Vede così la luce un’idea nata nel 2018, ma che a causa del covid, ha dovuto spettare il giugno 2021 quando è stata apposta la targa di rappresentanza, gli schermi divulgativi e l’arrivo dei ricercatori Ingv. Tutto frutto di una collaborazione decennale seguita e sviluppata dal professore dell’Unicas Michele Saroli che ricoprirà anche il ruolo di responsabile Scientifico della sede Ingv di Cassino. 

«Da anni l’università – spiega proprio il professor Saroli – è impegnata con l’Ingv in ricerche e studi di tipo territoriale a partire dalla micro zonazione sismica di Cassino ad altri progetti più importanti. Ora vengono messi a sistema sia i laboratori di Roma che i nostri in una sorta di incubatore che è il “laboratorio Cassino”: che vede per la prima volta sul territorio anche il posizionamento di stazioni multiparametriche di tipo sperimentali non a fini di monitoraggio». 

Cassino diventa la ventiduesima sede distaccata del terzo istituto al mondo per lo studio dei fenomeni sismici, geofisici e vulcanici. Una ricerca sul campo che sarà sempre più precisa anche grazie allo sviluppo delle tecnologie, informazioni indispensabili per intervenire nelle situazioni di crisi. 

La fibra per studiare i terremoti

Carlo Doglioni, presidente Ingv (Foto: Raffaele Verderese / Imagoeconomica)

«La tecnologia va avanti: grazie alle fibre ottiche – ha spiegato il presidente Ingv, Carlo Doglioniavremo nei prossimi anni una copertura sempre più forte del territorio, quindi stiamo sviluppando le infrastrutture di ricerca perché sono fondamentali per le attività di monitoraggio e sorveglianza. L’Ingv è preposto a fare ricerca nel campo dei terremoti e dei vulcani e dell’ambiente ma ha anche il compito di fornire tutte le informazioni di monitoraggio e sorveglianza perché è una struttura operativa del sistema nazionale di protezione civile». 

Questa collaborazione consentirà di approfondire quei fenomeni che – quotidianamente – si registrano in tutta la nazione e continuare l’attività di ricerca e monitoraggio sul territorio locale. 

Negli anni, infatti, Ingv e Unicas hanno lavorato insieme «per installazioni di sensoristica nell’area del Cassinate ma anche per l’analisi di fenomeni naturali nel territorio grazie a tecnologie nuove (ad esempio dati satellitari) che consentono di avere un quadro sinottico del territorio e quindi di monitorarne l’evoluzione nel tempo – ha evidenziato il direttore dell’Ont – Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Ingv, Salvatore Stramondo Una grande quantità e varietà di dati allo scopo di fornire un’interpretazione dei fenomeni e studiare un territorio, il Cassinate, in cui i rischi naturali sono noti». 

Un laboratorio per tutti

Un laboratorio aperto a tutti, a beneficiarne non sarà solo la città di Cassino. 

Il professor Michele Saroli

«La sede – ha spiegato il responsabile dell’Ingv Cassino, Michele Sarolidovrà rappresentare un luogo di ricerca di base ed applicata. Sarà rivolta anche al trasferimento delle conoscenze. Il laboratorio Cassino rappresenterà un incubatore della ricerca rivolto agli studi su eventi naturali e non solo. Lì convergeranno ricerche multidisciplinari aperte a tutte le anime dell’Ateneo, dagli studenti ai ricercatori dell’Ingv e dell’Unicas. Ma anche ai professionisti del territorio ed agli Enti locali, che vorranno collaborare in un sistema dinamico con uno sguardo rivolto al futuro». 

La nuova sede Ingv ha un’importanza strategica. Infatti l’area di Cassino scientificamente è a rischio sismico. I paesi a ridosso del capoluogo hanno un rischio è classificato come 2B (livelli elevati) le aree del Sorano e della Valcomino si trovano in zona 1 cioè a rischio molto elevato. (Leggi qui Terremoto, in Ciociaria il rischio c’è: e si vede).

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