”È ora che il Lazio si doti di un’agenda per l’energia: o sarà la fine”

La situazione catastrofica del comparto industriale a causa dei costi dell'energia. L'allarme del presidente di Confindustria Ceramica. Fratelli d'Italia prepara la sua Agenda

Il polo ceramico di Civita Castellana è sull’orlo del baratro, quello di Anagni resiste ma deve fare i conti ogni giorno. La bolletta del gas necessario per tenere accesi i forni e realizzare la produzione ormai si calcola in milioni di euro. Il prezzo in continuo aumento ha messo il settore italiano della ceramica in una situazione disastrosa. “Il governo Draghi, oltre a insistere su un tetto al prezzo a livello europeo, dovrebbe intervenire con urgenza riattivando l’estrazione di gas dai giacimenti nazionali ancora sfruttabili; occorre tutelare le imprese manifatturiere con misure finanziarie”: lo ha chiesto nel pomeriggio Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica, contattato dall’Adnkronos.

In ballo c’è una grossa fetta del Made in Italy. Sono oltre 260 le società attive in Italia nel settore della ceramica, con più di 26mila addetti e un fatturato di 7,5 miliardi di euro. Nel Lazio c’è al nord nel viterbese il polo della ceramica tradizionale, con sanitari e prodotti da interno; al sud in Ciociaria c’è il polo della ceramica green, con sampietrini e urban pavings.

Senza un punto di caduta

Giovanni Savorani con Mario Draghi

Quasi tutte le aziende del settore stanno ritardando l’accensione dei forni in attesa di non si sa bene cosa” spiega Giovanni Savorani. A fine luglio le aziende sono andate in ferie con il prezzo del gas a 1,80 euro a metro cubo ed a fine agosto il prezzo è di 2,95 euro. Il portafoglio ordini delle aziende del settore è “ancora discreto, ma come facciamo a fare i prezzi e a produrre? Il costo del gas sta superando i ricavi“.

Molte aziende rischiano quindi di non riprendere la produzione dopo l’estate. O di presentarsi sui mercati internazionali a prezzi non competitivi. “Per noi il problema è l’export -continua Savorani- noi siamo esportatori per l’85% della nostra produzione. Per alcuni Paesi produttori il problema del prezzo del gas non esiste e noi rischiamo di perdere il lavoro di cinquant’anni fatto per conquistare i mercati internazionali“.

Manca un punto di caduta. Il problema è talmente serio che il presidente francese Emmanuel Macron oggi ha avvertito i suoi connazionali della “fine dell’abbondanza di prodotti e di tecnologie, di terra e di materie prime, inclusa l’acqua” e anticipa che, in questo scenario, saranno necessari sacrifici. Lo ha detto durante la prima riunione di governo dopo la pausa estiva. Il Presidente ha parlato dall’Eliseo di un “punto di non ritorno o grande sconvolgimento“.

Picano e Maura

Foto: Erik Schepers © Erikschepers.com

Fratelli d’Italia per la prima volta ha la prospettiva di diventare forza di governo. Quella trainante. Sul territorio, alle prossime elezioni Regionali i nomi che verranno messi in campo con ogni probabilità sono quelli dell’ex presidente del Consiglio provinciale di Frosinone Daniele Maura e del responsabile regionale per le crisi industriali Gabriele Picano.

«Occorre – dice Mauraun piano energetico chiaro che sappia tener conto della sovranità ed autonomia nazionale. Stiamo pagando le scelte sbagliate di un Paese che ora è in emergenza perché non è autosufficiente. Se non si interviene c’è il rischio concreto che le aziende spostino la produzione all’estero, magari in Paesi dove grazie al nucleare si riesce a fare una programmazione pluriennale della produzione con costi ridotti»

«La visione – aggiunge Picanonon deve essere nazionale: il Piano Energetico va ponderato anche su scala regionale. Altrimenti rischiamo di ritrovarci come i polli di Trilussa: c’è chi ne mangia due e facendo la media risulta che ne ho mangiato uno pure io che sono rimasto digiuno. Se non si considerano le specificità industriali continueremo a cullarci sui numeri generati dalle regioni in cui gli impianti per la produzione di energia sono stati realizzati e messi in funzione».

«Il Lazio ha compiuto clamorosi errori di valutazione, imboccando percorsi che sono stati immediatamente sconfessati appena l’ex ministro Roberto Gualtieri è entrato in campidoglio. Zingaretti ha approvato una legge che vieta la costruzione di nuovi termovalorizzatori, Gualtieri ha ribaltato tutto. Le vicissitudini di questi giorni ci spiegano che nel Pd è in atto una guerra fratricida: facciano pure. Ma evitino di farne pagare le conseguenze ai cittadini ed alle imprese del Lazio».

I rischi industriali

Daniele Maura

I rischi sono per il comparto industriale. Il polo ceramico è solo la punta dell’iceberg. Soffrono i comparti dell’Automotive, del Cemento, del Vetro, dell’Acciaio. «L’indotto automotive ciociaro – dice in merito Daniele Mauraè ora esposto ai venti della globalizzazione spinta. È dovuta anche al cambiamento delle politiche d’acquisto di FCA dal momento in cui è diventata Stellantis. Le mosse politiche di oggi, a differenza del passato, devono riguardare l’intero cluster perché gli interessi di Stellantis e dell’indotto non sono più coincidenti».

«Mi spiego. Mentre prima un accordo con FCA per far rimanere la produzione a Cassino trascinava con se ordini anche per l’indotto, oggi questo non vale più. Oggi Stellantis compra da chi fa il prezzo più basso e anche in questo caso sul prezzo vi è una forte incidenza del costo dell’energia. Molti suoi fornitori sono in Marocco: lì c’è il 30% di fondo perduto per gli investimenti, 10 anni di esenzione fiscale, bassi redditi e alte competenze. Ad oggi in Marocco si producono più auto che in Italia».

Fratelli d’Italia nei mesi scorsi ha sollevato più volte la questione Stellantis. organizzando incontri e confronti. «Anche in questo caso – evidenzia Maura – la politica nulla o poco ha fatto. A mio parere bisognerebbe smettere di “pregare” Stellantis di rimanere con un canto disperato fine a se stesso; andrebbe fatta una forte azione sull’indotto per renderlo competitivo e quindi far rimanere Stellantis non per mera “carità” ma per convenienza economica, perché poi alla fine a vincere è la legge del mercato».

Gabriele Picano

Rincara la dose Gabriele Picano. «Le aziende dell’indotto sono state lasciate sole. È sufficiente ricordare che il Lazio non faceva parte del tavolo nazionale dell’Automotive. Al Ministero pensavano che qui facessimo solo Farmaceutico. Le nostre aziende, ha rivelato un interessantissimo studio di Anfia promosso da Unindustria Cassino, si sono evolute e producono la maggior parte per brand diversi da Stellantis. Si sono affrancate dalla monofornitura. Si sono unite, sotto la spinta di Unndustria, e stanno compiendo un’operazione capace di cambiare i rapporti di forza con Stellantis. Ma tutto questo lo hanno fatto da sole. Senza che la politica avesse capito cosa accadeva».

Agenda green

Il futuro energetico, nella visione di Fratelli d’Italia passa per tutte quelle produzioni capaci di garantire il fabbisogno energetico nel rispetto dell’ambiente. «Credo molto – conclude Maura – in una svolta green delle aziende e sono certo che la maggior parte degli imprenditori che oggi decidono di investire sulla nascita di un nuovo impianto lo facciano avendo ben in mente il concetto di transizione energetica. È giunta l’ora di intervenire velocemente affiancando e aiutando le aziende, i costi dell’energia si abbassano creando infrastrutture capace di produrla. Ed i posti di lavoro si creano aiutando le imprese a investire agevolando le spese per le assunzioni e ricerca e non con bonus che sanno tanto di assistenzialismo e poco di crescita e sviluppo».

Per Gabriele Picano è il momento di una visione da Destra europea. «Ha ragione Mario Draghi quando in queste ore ci ricorda che protezionismo ed isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale. Che non possiamo più affidarci ad un solo fornitore energetico. Dobbiamo perseguire i nostri interessi. E per farlo dobbiamo puntare su un tema: l’efficienza ed il merito. Vanno subito liberate le risorse capaci di garantirci l’indipendenza energetica entro il 2024. Anche e soprattutto a tutela delle nostre aziende».