E si trovarono tutti da Sellari (tranne due)

L'attesa durante il voto per le elezioni provinciali di Frosinone. Chi c'era e chi no. Cosa facevano. Scontri e punture di spillo. Roma che punzecchia Quadrini. Ruspandini e Del Brocco di nuovo insieme. Centrosinistra e centrodestra nello stesso ristorante.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Frosinone, Palazzo Iacobucci, sede dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone. Le scalinate di accesso sono piene di sindaci, consiglieri di tutti i Comuni, ras dei Partiti, signori delle preferenze. Sembra di essere tornati indietro agli anni Settanta.

Al centro, nervoso come lo sposo in attesa, il sindaco di Pofi Tommaso Ciccone prende nota con lo sguardo di tutti i grandi elettori che a mano a mano arrivano ai seggi per votare il nuovo presidente della Provincia. A mano a mano che passano, già sa chi sosterrà lui, chi voterà il presidente uscente Antonio Pompeo, chi invece è in bilico o potrebbe tradire.

Un paio di gradini più sotto, defilato, Francesco De Angelis è stretto nel suo giaccone verde bottiglia: lo stesso da dieci anni. Sembra il cardinale al quale tutti devono baciare la pantofola prima di entrare  in chiesa. Profetizza. «Vincerà chi riuscirà a portare più gente… Anzi, vincerà chi ne perde di meno». Sta tutta lì la sintesi di questa tornata elettorale per le Provinciali: gli esperti dicono che sono tanti i franchi tiratori. I pragmatici traducono dicendo che sono tanti quelli ad essersi ‘venduti’ il voto. Eccola allora la sintesi della frase di De Angelis.

Su un altro crocicchio c’è la coppia che non ti aspetteresti. L’eterno Alfredo Pallone, nel suo gessato d’ordinanza, con la cravatta slacciata sul collo, siede sul cofano di una Mercedes e parla fitto con il risorto Mario Abbruzzese. Le scomuniche a divinis degli anni scorsi, gli anatemi e le promesse di non avere più a che fare con lui, sono acqua passata. Non può negare che tra i tanti, proprio Abbruzzese sia il figlio che gli è riuscito meno peggio. Parlano talmente fitto che Pallone non si accorge del signore intento ad in filare un fogliettino sotto al parabrezza della sua auto: se è una contravvenzione lo scoprirà solo in serata.

 

Lo show invece va in scena all’interno del Palazzo. Accade quando l’eroico decaduto Gianluca Quadrini, fu capogruppo di Forza Italia, già più votato di tutti nel Partito due anni fa, entra al bar per ordinare la colazione.

Mentre il barista Giulio inizia a chiare i facchini per portare adeguata scorta di cornetti all’eroico Quadrini, da dietro un giornale appare lo sguardo del neo presidente del Gal Terre di Argil Adriano Roma. Il quale fulmina l’ex amico dicendogli: “Complimenti per i concorsi che hai fatto alla Comunità Montana: sei stato l’unico che è stato capace di far trovare un lavoro a ****** **** ed anche a ****** *****“.

Quadrini non replica, i nove presenti al bar iniziano a fischiettare e guardare fuori dalla finestra.

 

Dall’ufficio strategicamente posizionato accanto ai tramezzini, sbuca il colletto della camicia di Danilo Magliocchetti: il signore delle cravatte. Lo sguardo di chi è sul corridoio, istintivamente, va all’interno della stanza del capogruppo provinciale e comunale di Forza Italia. L’occhio vuole controllare se davvero ci sia la signora Magliocchetti con il ferro a vapore che gli passa l’ultima rifinitura prima di consentirgli d’uscire. Nessuno ne coglie l’ombra: ma deve esserci, perché la camicia sembra stirata addosso.

Dalle otto meno dieci del mattino, il signore delle cravatte è lì di vedetta. Sa con precisione chi è venuto a votare, a che ora è venuto, e in cuor suo sa pure per chi ha votato ognuno. “Come finirà?” gli domandano. “Come deve finire, come abbiamo fatto in modo che finisse” profetizza l’oracolo in cravatta.

 

Nel parcheggio, quando ormai il sole è a mezzogiorno, dalla discesa di viale Marconi scende un appartamento su quattro ruote con servizi ed equo canone: è il Tuareg del presidente del Consiglio Provinciale Luigi Vacana, che lo usa spesso come alcova. Si è appena svegliato e sta andando a prendere servizio. A chi gli dice “A quest’ora ti presenti?!”, Vacana risponde citando Vittorio Sgarbi: “Al mondo non è mai successo nulla di importante prima delle 10.30“…

Lo ha preceduto Riccardo Del Brocco, vice coordinatore provinciale di Forza Italia: fino a mezzogiorno ha approfittato dell’assenza di Vacana per molestare le consigliere comunali arrivate in provincia per il voto.

Quando il presidente d’aula parcheggia, trova Del Brocco con la mascella aperta che fa la ruota come il pavone davanti a tre consigliere di Monte San Giovanni Campano.

Nessuna di loro se lo fila e nessuna lo segue dove stanno andando tutti.

 

Andiamo a mangiare qualcosa“.

Tutti si ritrovano a tavola nello stesso ristorante: all’Antica Trattoria Sellari. Dove tutti ordinano la stessa cosa: carbonara, bufaletta alla cacciatora e zuppa inglese. Chi sta male con lo stomaco ordina i fini fini al sugo.

 

La cosa imbarazzante è che finiscono lì sia il centrosinistra che il centrodestra.

Così, in un tavolo, prendono posto il capogruppo di Forza Italia Danilo Magliocchetti, il vice coordinatore provinciale Riccardo Del Brocco, il signore delle preferenze a Ferentino Leonida Zaccari, il presidente del Gal Adriano Roma, il capogruppo di Forza Italia a Paliano Tommaso Cenciarelli.

Quando entra, Zaccari viene preso di mira: “A Leo’, guarda che tu non voti: è tuo figlio quello che ora sta in consiglio comunale“. Sarà anche per questo che ordina una carbonara doppia: quando Giacinto gliela serve, Cenciarelli commenta: “È talmente alta che tra poco lì sopra ci fiocca“.

 

Nel tavolo accanto, lungo il doppio di quello del centrodestra, Francesco De Angelis sta seduto al centro come il Signore del Rinascimento. In ordine sparo prende posto la forte dei fedelissimi. Si va dall’ex segretario provinciale Simone Costanzo al capogruppo in Regione Mauro Buschini, dal capogruppo di Ceccano Giulio Conti a sindaci, consiglieri, dirigenti, funzionari, uomini d’apparato e attacchini.

Non è chiaro da quale dei due tavoli parta la frase: “Vabbé, accostiamo i tavoli e facciamo una elle, tanto tra poco saremo costretti a stare insieme: sovranisti da una parte e democratici dall’altra“.

De Angelis pontifica, analizza, calcola: i giovani lo ascoltano a bocca aperta. Prende un pezzo di carta, traccia una serie di numeri e scrive una cifra precisa: «Questi sono i nostri voti, tutto quello che prenderemo di più sarà quello che avremo raccolto nel fronte avversario»

 

I tavoli si riempiono, si svuotano, arrivano altri commensali, sembrano un porto di mare. mentre la votazione Ciccone – Pompeo va avanti. Con Ciccone che resta scaramanticamente sulle scale come un faro e Pompeo che rimane chiuso nel piano presidenziale e rifiuta qualsiasi dichiarazione pubblica.

Nel palazzo della Provincia intanto accade l’inimmaginabile. Al primo piano c’è chi è pronto a giurare di avere visto entrare, nella stessa stanza, il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) e Riccardo Del Brocco. Non si rivolgono la parola dalle scorse elezioni comunali a Ceccano: da quando le loro strade politiche si sono divise, dopo che per tutta ala vita si erano spartiti anche il sonno; il primo ha appoggiato Roberto Caligiore facendolo diventare sindaco, il secondo ha fatto di tutto per far fallire il progetto schierandosi con Forza Italia.

Si appartano nella stanza che negli anni scorsi fu quella di Ruspandini quando era assessore provinciale al tempo di Antonello Iannarilli. Si infilano nella stanza interna, chiudendo la porta ed anche quella dell’anticamera che dà sul corridoio.

Diranno che non hanno parlato di politica provinciale e soprattutto che non hanno parlato di Ceccano. Anzi, giureranno che nemmeno si sono visti. Erano lì.

 

Il dialogo prosegue fitto per una ventina di minuti. Nel frattempo, nel piazzale, arriva una mercedes nera: è quella del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Fa da autista a due passeggeri: gli unici assenti alle tavolate parallele da Sellari: Alfredo Pallone e Mario Abbruzzese. Sono stati a mangiare da Giggino Neglia, ristoratore proverbiale di Frosinone.

Nessuno ha potuto sentire cosa si siano detti. Impossibile sapere che hanno parlato dello scenario politico nazionale della prossima primavera. Descrivendo nei dettagli cosa accadrà, chi si sposterà, come cambieranno gli equilibri ed i rapporti di forza.

Nessuno lo può sapere. Perché in attesa dello spoglio, che inizierà alle 20, tutti erano da Sellari. Tranne loro due.