È suonata la campanella, la ricreazione è finita (di C. Trento)

La campanella è suonata, la ricreazione è finita per i parlamentari eletti in provincia di Frosinone. Inizia il momento delle cose concrete: lo spazio per la protesta è stato sostituito da quello della proposta. Intanto Pd e Forza Italia devono ripensare se stessi. Altrimenti

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La ricreazione è finita

Dalla richiesta di impeachment del Capo dello Stato all’apericena al Quirinale. Il tutto nel giro di cinque giorni. Con il presidente del consiglio Giuseppe Conte che ha stabilito un record difficilmente battibile: due incarichi da premier a distanza di pochissimo tempo. Questo sì che va messo nel curriculum.

Scherzi a parte, la settimana che si chiude oggi è stata la più “schizofrenica” sul piano politico dell’intera storia repubblicana. Adesso è archiviata, ma resterà nella memoria condivisa del Paese. Il tutto rigorosamente in diretta, con i giornali e perfino le televisioni superati dai social. Come un gigantesco Truman show “on line” della politica.

Nel giorno del giuramento il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dialogato amabilmente con Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Della serie scurdammoce ‘o passato. Alla fine però è nato il governo “carioca” gialloverde di Movimento Cinque Stelle e Lega. L’asse tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini ha retto. Altra novità di non poco conto è l’astensione sulla fiducia di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Intanto i sondaggi danno il polso della situazione e forse spiegano quello che è realmente successo. La rilevazione Ipsos per il Corriere della Sera (31 maggio scorso) dà la Lega al 28,5% (17,4% il 4 marzo). Ormai incollata al Movimento Cinque Stelle: 30,1% contro il 32,7% di tre mesi fa. Il Partito Demoratico fa registrare una timida risalita: 19,2% contro il 18,7% delle politiche. Forza Italia viene data al 9% (14% tre mesi fa), Fratelli d’Italia al 3,9% (4,3% il 4 marzo).

Insomma, l’asse Cinque Stelle-Lega è ampiamente maggioritario nel Paese e un ritorno alle urne in tempi rapidi avrebbe fatto perfino aumentare… i numeri. Il centrodestra, così come conosciuto, non esiste più. Forza Italia di Silvio Berlusconi è isolata. Carroccio e Fratelli d’Italia si preparano al passo successivo, il listone sovranista che probabilmente si chiamerà Lega d’Italia.

Il Pd è oggi irrilevante per le mancate scelte politiche in questa fase più che per le percentuali di consenso.

 

La luna di miele finirà presto. Servono risposte

Si è molto parlato del fatto che in Italia c’è il primo governo a trazione populista dell’Occidente. Ma cosa si intende per populismo? Per alcuni consiste nell’individuare soluzioni semplici per problemi complessi.

Eppure Di Maio e Salvini sono i primi a sapere che l’elettorato è mutevole. E che in mancanza di risposte concrete il consenso crollerà. Il Pd di Renzi era al 40% alle europee, ora è sceso al 18,7%.

Risposte dovranno arrivare anche per la provincia di Frosinone. Cinque Stelle e Lega hanno sei parlamentari, tre ciascuno. Non possono più nascondersi dietro la protesta.

Nel momento in cui Giuseppe Conte ha suonato la campanella che Paolo Gentiloni gli aveva passato, è cambiato tutto. E nelle commissioni, quando si parlerà di sicurezza, di lavoro, di tasse, di scuole e di tutto il resto, sarà importante riuscire a far inserire anche disposizioni in grado di rilanciare la Ciociaria.

Luca Frusone, Enrica Segneri, Ilaria Fontana, Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa dovranno battere i pugni sul tavolo se serve. Stesso discorso per Massimo Ruspandini, il quale paradossalmente ha spazi maggiori davanti. L’astensione sulla fiducia di Fratelli d’Italia lo pone in una posizione di lotta e di governo.

In ogni caso questa legislatura ha visto un ampio rinnovamento anche dalle nostre parti (solo Frusone era già deputato). Adesso la nuova classe dirigente deve farci vedere quanto “pesa”.

 

Democrat all’angolo con i vecchi schemi

Il Partito Democratico fatica a metabolizzare che un’intera stagione si è chiusa. E anche in provincia di Frosinone non arriva nessun segnale di novità.

Il dominus della situazione resta Francesco De Angelis: l’area del presidente del Consorzio Asi esprime anche due consiglieri regionali (Mauro Buschini e Sara Battisti), il presidente della Saf (Lucio Migliorelli), la maggior parte dei sindaci e degli amministratori. Continuando a dare le carte.

Naturalmente onore al merito a De Angelis, ma il Partito ha bisogno pure delle altre componenti, che ad oggi indicano quote marginali di potere e di rappresentanza. La presidenza della Provincia ad Antonio Pompeo. E poi?

Basta vedere quello che succede al Comune di Frosinone. I consiglieri di opposizione, guidati dal Pd, escono sistematicamente dall’aula durante ogni votazione. Aventino for ever. Ma per dimostrare cosa? Mai una proposta alternativa a quella della maggioranza, mai una “conta” vinta nemmeno.

Per la verità nel corso dell’ultima seduta due eccezioni ci sono state: Alessandra Sardellitti (Pd) e Fabiana Scasseddu (Lista Cristofari) sono rimaste in aula al momento della votazione. Il ruolo va esercitato. Il Pd rifletta su un fatto: in dodici mesi l’unico capace di aver fatto opposizione ad Ottaviani è stato… l’assessore Massimiliano Tagliaferri, peraltro eletto nella lista del sindaco. Sul tema dell’assistenza domiciliare Tagliaferri ha tenuto la posizione, portando a casa il risultato. Ma lui fa parte della maggioranza. E l’opposizione?

 

Il bidone del vicino è… più verde

Nel capoluogo accelerata forte dell’Amministrazione sul versante della raccolta differenziata.

Via tutti i cassonetti che avevano consentito all’esercito dei “furbetti” dell’indifferenziata di non adeguarsi al nuovo sistema di raccolta. In questi giorni, però, i “furbetti” stanno cercando di… riciclarsi. Non è una battuta. Bustoni di immondizia vengono lasciati negli stessi posti dove prima c’erano i cassonetti.

Inoltre, qualcuno ha perfino “osato”, entrando nel territorio dei palazzi del vicino, dove magari ci sono i bidoncini separati: plastica, metalli, carta e cartone, umido, indifferenziata.

La logica è sempre la stessa: “Non nel mio giardino”.

Domanda per i “furbetti”: ma non è più semplice fare bene la raccolta differenziata? In ogni caso, nei giorni scorsi diverse zone del capoluogo sono state sommerse dall’immondizia. Forse però alla fine c’è un solo rimedio: sanzionare chi non rispetta le regole.

 

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