E Zingaretti disse ai big Pd: “Senza le riforme salta tutto”

Lo stallo sul Mes, il nervosismo dei ministri del Pd, gli eterni veti dei Cinque Stelle e le profezie di Goffredo Bettini: il segretario Democrat punta al rimpasto di Governo a gennaio, ma la situazione potrebbe precipitare.

Il vertice della verità si terrà a inizio dicembre, ma è nel Partito Democratico che bisognerà chiarire le posizioni per presentarsi con un piano B. Quello della rottura e delle eventuali elezioni politiche anticipate.

Ciò che sta succedendo, Il Foglio Quotidiano lo ha scritto benissimo: «Certe volte è proprio in bocca agli uomini pacati, che i toni ultimativi risuonano con maggiore forza. E cosìquando Nicola Zingaretti ha spiegato che un chiarimento ci dovrà essere per forza, perché la sospensione del tavolo delle riforme implica la rottura del patto politico su cui è nato questo governo”, i ministri e i sottosegretari del Pd, riuniti in videoconferenza, hanno sobbalzato. Non perché fosse una novità di per sé, l’impuntatura del segretario: già da giorni, al Nazareno, ribadiscono che spetta a  Giuseppe Conte ricucire gli sbreghi nella tela rossogialla . Ma detto così, come un annuncio di quel che dovrà avvenire, la frase di Zingaretti è sembrata un richiamo alla mobilitazione generale. A stare all’erta, insomma».

Il fronte contro gli alleati

Roberto Gualtieri

Il clima della riunione in videoconferenza del Pd è di preoccupazione mista a rassegnazione e questo Nicola Zingaretti non può permetterlo. Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri è avvilito perché non si riesce a sbloccare la questione del Mes: 36 miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa, fondamentali per combattere la pandemia. Ma i Cinque Stelle non mollano. Così come non mollano su nessun altro punto di quelle che dovevano essere le riforme del Pd.

I tempi parlamentari, proprio sul Mes, sono strettissimi: domani ci sarà un passaggio in commissione, per evitare la conta in aula. Ma comunque il voto dovrà esserci prima del 10 dicembre. È una strettoia, quella sul Mes, dalla quale sarà difficile per il presidente Giuseppe Conte uscire. E allora Zingaretti ha chiamato a raccolta i big del Partito. Per alzare il livello di attenzione. Ma anche per ragionare su uno scenario alternativo: il rimpasto di Governo a  gennaio, che al  Pd a questo punto non dispiacerebbe.

Il verbo di Goffredo

Goffredo Bettini. Foto © Imagoeconomica

È proprio per questo che nei giorni scorsi era stato ancora una volta Goffredo Bettini ad anticipare lo scenario. Intervistato nel corso di Stasera Italia (su Rete 4), Bettini aveva detto: «Dopo la legge di bilancio perché non chiamare i rappresentanti più significativi delle forze politiche: questo non indebolisce Conte ma lo rafforza. Non sono contrario ad un riassetto del governo, lo ritengo utile per la Repubblica, per la democrazia. Io prendo atto che c’è una destra sovranista, illiberale e xenofoba e invece una parte del centrodestra liberale e soffre in quello spazio. Noi dovremmo cercare di dialogare di più con quella parte. Io penso che si possa lavorare insieme per definire insieme: c’è uno scostamento di 20 miliardi, di questi 8 miliardi possono essere utilizzati una metà per il rinvio delle tasse e l’altra metà per il lavoro autonomo – come propone Forza Italia – che è quello meno protetto che soffre di più».

Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini sanno che l’apertura a Forza Italia, anche se accettata, non potrebbe dare vita ad un nuovo Governo. L’obiettivo vero è il rimpasto. Un no anche a quello rappresenterebbe l’alibi perfetto per il rompete le righe.