Scontro Lega – M5S per l’ecotassa che colpisce gli stabilimenti Fca

Matteo Salvini ordina di affondare l'Ecobonus che sta mettendo a rischio gli investimenti Fca negli stabilimenti italiani. In Senato parte l'emendamento. Ma è scontro con l'alleato. Il premier Conte convoca un vertice

Alla retromarcia di Luigi Di Maio non crede nessuno. Nemmeno il suo socio nel contratto di governo, Matteo Salvini. Agli annunci fatti venerdì a Mattino Cinque non ha prestato il minimo affidamento Fiat Chrysler Automobiles: che infatti non si è spostata d’un solo millimetro nella sua decisione di congelare i 5 miliardi di investimenti in Italia e rivedere tutto il piano per lo sviluppo nei prossimi anni. (leggi qui Di Maio promette di rivedere l’Ecotassa. Fca aspetta e tiene fermi i 5 miliardi)

Il progetto avviato dal Governo rischia di ammazzare il mercato Fca in Italia: perché i bonus per le auto elettriche arriveranno circa un anno prima che il gruppo automobilistico faccia uscire dalle sule linee di produzione i modelli con i nuovi propulsori eco. I piani per elettrificare Giulia e Stelvio a Cassino Plant sono in corso di applicazione e le due vetture Premium in versione elettrica usciranno a fine 2019. 

Lega all’attacco del M5S

Un tema che invece alle Lega è chiarissimo. Al punto che è scontro aperto con il Movimento 5 stelle. Il premier Giuseppe Conte tenta una mediazione.

Il caso è scoppiato sabato quando il capogruppo del Carroccio al Senato Massimiliano Romeo ha presentato in commissione Bilancio un emendamento alla manovra. È un siluro con cui affondare tutto ciò che i grillini avevano aggiunto alla Camera, innescando l’Ecobonus e la reazione di Fca. (leggi qui Fca rimette in discussione gli investimenti in Italia: colpa dell’ecotassa). In pratica: via il testo voluto dai cinquestelle a Montecitorio con la formula: sconti da 1.500 a 6 mila euro per l’acquisto di auto green (quelle ibride ed elettriche). e penalizzazioni tra 150 e tremila euro per quelle con emissioni superiori a 110 g/km di CO2. 

Matteo ordina: cancellate

Investito dalle polemiche, Luigi Di Maio ieri aveva promesso aggiustamenti al testo. Più pragmatico il leader leghista Matteo Salvini che ha ordinato ai suoi di cancellare del tutto la tassa. Il siluro è l’emendamento Romeo che cancella i commi dal 611 al 620. Cioè gli ecobonus.

Un intervento che in serata ha innescato nuove tensioni tra i due alleati. Per il viceministro leghista allEconomia Massimo Garavaglia «come governo siamo contrari a qualsiasi nuova tassa, sulle auto come su altro». Ma Di Maio non parlava di incentivi? Garavaglia replica ironico, «se gli amici del Movimento 5 stelle trovano coperture per nuovi incentivi siamo ben contenti».

I grillini: non si tocca

Ma i grillini non ci stanno e vanno alla battaglia. Il sottosegretario pentastellato ai Trasporti Michele Dell’Orco in giornata ha definito «imprescindibile» l’ecobonus: «Deve rimanere e le coperture da qualche parte ci devono essere». Quanto al “malus”, secondo il sottosegretario «non è una nuova tassa» e comunque «la nostra intenzione non è toccare le utilitarie.
Stiamo cercando di rivedere il malus. Arriverà una riformulazione del governo»
.

Vertice a Palazzo Chigi

Una situazione che ha fatto scattare l’allarme a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato per domani sera un vertice nel corso del quale affrontare la questione. Saranno presenti i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri Riccardo Fraccaro e Giovanni Tria e i viceministri Massimo Garavaglia e Laura Castelli.

Palazzo Chigi assicura che sull’Ecotassa non c’è «alcun braccio di ferro» e «la questione verrà affrontata, come sempre, con il dialogo e la mediazione».

Fca intanto si ripassa i conti. ogni giorno di ritardi nell’applicazione del piano di investimenti rappresenta una perdita in percentuale sugli obiettivi da raggiungere.

Lo scippo del mini Stelvio portato a Pomigliano d’Arco, gli Ecobonus in anticipo sulle versioni elettriche di Stelvio e Giulia in produzione dal 2019, mettono a rischio la mission dello stabilimento Cassino Plant.

Sul quale nessun parlamentare in provincia di Frosinone finora ha speso una sola parola.

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