“Economia domestica”: quella del Lazio vale 2,7 miliardi

Identikit del settore a cura dell'Osservatorio Domina e della Fondazione Leone Moressa. Colf e badanti rappresentano una voce cruciale nel bilancio della regione, che entro il 2050 avrà 356mila anziani in più.

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Donna, quasi 50enne, collaboratrice familiare più che badante, dell’Est Europa, asiatica o italiana, in attesa di regolarizzazione specie se di Roma. E che rappresenta, conti alla mano e ‘carte’ a posto, un volume economico da un miliardo di euro, almeno secondo i dati del 2019. Con 356mila anziani in più stimati a vivere nel Lazio entro il 2050 e con un potenziale economico di 2,7 miliardi, non è difficile cogliere il dato. Quello per cui l’universo di colf e badanti è non solo specchio di società, ma anche e soprattutto cardine di economia regionale. Un cardine su cui forse la ‘mistica della sanatoria’ non basta più, non in una regione che entro 30 anni avrà anziani in egual numero dei suoi neonati.

Meno colf e più badanti

Il prospetto demografico di riferimento del report

I dati sul lavoro domestico in regione li ha forniti l’Osservatorio nazionale Domina, con la collaborazione della Fondazione Leone Moressa di Mestre. Sono dati che disegnano un quadro preciso, quadro che va al di là dei numeri. E che traccia la rotta di un segmento ancora in forte credito di garanzie, anche dopo la sanatoria dell’anno scorso.

Segmento che ha subito una flessione ‘figlia’ anche dell’arrivo della pandemia e delle difficoltà di movimento che ne sono scaturite, ma che ha in Roma e provincia il suo epicentro. Questo perché nelle grandi realtà metropolitane quello dell’assistenza agli anziani o della cura domestica è spesso bisogno da cui prescindere è difficile.

L’Osservatorio Domina dice che dal 2012 si è perso «il 21% dei lavoratori. Diminuiscono le colf ed è stabile il numero delle badanti. Netta la prevalenza delle donne (85,2%), il 41,6% delle quali proviene dai paesi dell’Europa dell’Est». Con la sanatoria del 2020 sono state 19mila le domande di regolarizzazione.

Poi i dati, che censiscono un universo che è parte rilevantissima dell’economia regionale «Nel 2019 i lavoratori domestici regolari nel Lazio erano 123.520. Dato questo in costante calo dal 2012 (-20,7%). Nonostante la flessione delle colf e la stabilizzazione delle badanti, i dati INPS rivelano una preminenza delle colf sulle badanti (71,2% contro 28,8%). Fenomeno questo abbastanza anomalo nel panorama nazionale».

A Roma l’85% vuole regolarizzarsi

La tabella del report relativa a reddito ed età

E in merito alle quasi 19mila richieste di regolarizzazione figlie della grande sanatoria dell’anno scorso emerge un dato. Stiamo parlando di un universo che ha nella provincia di Roma il suo core. «Solo nella provincia di Roma si registra l’85% delle richieste regionali». Poi l’identikit del lavoratore domestico: «Il 41,6% dei domestici proviene dall’Est Europa. Netta la prevalenza delle donne (85,2%), con un’età media di 48,3 anni».

Italia ed estero non se la giocano quasi alla pari dunque, e con un distinguo che fa il paio con il mainstream sociale: «L’incidenza degli italiani è maggiore nelle famiglie che non richiedono la convivenza (18%)». Insomma, se c’è da badare ad un anziano o da accudire un appartamento ma senza abitare con i datori di lavoro, le italiane lì ci vanno a lavorare di più. In caso contrario la nicchia viene occupata da straniere che con lunghi turni in rotazione coabitano. Poi periodicamente raggiungono i paesi di origine lasciando il posto a colleghe di ritorno a loro volta dagli stessi.

Tutti i numeri del settore

Ma quali numeri fa il settore in economia? Ad esempio su spesa delle famiglie e impatto economico complessivo? «Complessivamente, nel 2019, le famiglie della Regione hanno speso oltre un miliardo di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici. La cifra comprende stipendio, contributi e TFR. Il valore aggiunto del settore si aggira attorno ai 2,7 miliardi di euro». Il valore medio della retribuzione annua è di 6.712 euro. Il 48,7% lavora meno di 50 settimane, mentre il 51,3% lavora almeno 50 settimane. Il 64% del lavoro domestico nel Lazio è svolto da persone non conviventi.

In tema di distribuzione territoriale e incentivi il report di Domina è chiaro: Roma è come non mai caput di questo mondo. «A livello provinciale, la distribuzione è fortemente sbilanciata verso la Capitale, dove si concentrano il 92,3% delle colf e l’84,3% delle badanti. Anche in termini relativi, a Roma si registra un’incidenza superiore alla media. Ci sono infatti 18,7 colf ogni mille abitanti (media regionale: 14,9). Poi 10,4 badanti ogni cento anziani (media regionale: 9,0)».

Latina supera Frosinone

Il report provinciale

E nelle province di Frosinone e Latina? Innanzitutto il dato di raffronto: nel Lazio ci sono 87.870 colf, quasi 15 ogni 1000 abitanti. Poi 35.607 badanti, 9 ogni 100 anziani con più di 79 anni. Il dato estrapolato è che dopo Roma Latina è la provincia con più lavoratrici domestiche, seguita da Viterbo, mentre Frosinone è terza.

La chiave di lettura è comunque che Latina conta circa 100 abitanti in più di Frosinone, a livello provinciale. Il dato disegna una situazione sociale dove, in Ciociaria, case e persone anziane sono ancora in parte ‘appannaggio’ delle famiglie stesse. Nettissima la prevalenza dell’Est Europa (41,6%), seguito dall’Asia (26,1) e dall’Italia (18,2%). Poi Africa, America ed Europa Occidentale con percentuali minimal.

In Ciociaria risultano 1437 colf, l’1,6% del totale regionale, e 1289 badanti, il 3,6% del totale. Ci sono quindi quasi 3 colf ogni 1000 abitanti e 3,6 badanti. Di esse 3,7 sono ogni 100 anziani di età superiore ai 79 anni.

In provincia di Latina ci sono 3268 colf, pari al 2,7% del totale regionale. Poi 1579 badanti, che sono il 4,4% del totale regionale. Ci sono quindi 4,1 colf ogni 1000 abitanti e 4,4 badanti, 4,5 delle quali per 100 anziani over 79.

Entro 30 anni boom di anziani

La tabella sulla provenienza dei lavoratori del settore

A livello di governo territoriale la Regione Lazio poi gestisce un sistema integrato di interventi e di servizi sociali per persone con disabilità e per gli anziani. Ma il dato che dà la vera cifra dell’importanza del settore è quello che riguarda la categoria a cui lo stesso è rivolto in mission lavorativa.

E da questo punto di vista il Lazio ha un trend di crescita enorme. Di crescita della popolazione anziana. In termini di prospettive demografiche «nel 2050 nel Lazio vivranno 356mila anziani in più (ultra-ottantenni) e 11mila bambini in meno (0-14 anni). Sono valori che suggeriscono una crescita potenziale del numero di badanti. La componente anziana sarà pari a quella infantile (12,2% della popolazione)».