L'effetto Calenda costringe a rivedere i calcoli nel Pd. Mentre nel centrodestra c'è il problema 'centristi' a portare verso i tempi supplementari. Nelle province del Lazio si va verso uno schema 4 - 2 - 1. Ecco quale
Il mosaico non tiene più. Va ridisegnato daccapo: con confini e colori diversi. La decisione di Carlo Calenda che ha rinnegato il patto con il Pd impone di ricalcolare tutto. Una parte dei collegi che prima a Roma erano blindati per il centrosinistra ora tornano in bilico, le percentuali che fino a domenica mattina garantivano un certo numero di parlamenti dai Collegi proporzionali non sono più vere. (Leggi qui: Pd, ecco i candidati blindati).
Gli Stati Maggiori sono già al lavoro. Nel Partito Democratico del Lazio non si sono dovuti spremere molto: il Piano B era già pronto nel cassetto. Perché la scelta fatta da Azione di governare con Fratelli d’Italia a Frosinone aveva aperto gli occhi a molti.
C’è chi tira un sospiro di sollievo: senza i Collegi da dividere con Azione ne restano in più per i Dem. Ed alcuni sono anche sicuri.
Ridisegnare il mosaico
L’abbandono di Calenda consente di piazzare nei collegi Uninominali personaggi che sono di riferimento per la loro area politica e sui quali però Azione aveva imposto il veto. Come Luigi Di Maio, oppure Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli. Ma la sostanza è soprattutto un’altra: questo libererà seggi nel Proporzionale. È lì che Enrico Letta punta a giocarsi la partita.
Carlo Calenda lancia il guanto di sfida a Nicola Zingaretti scrivendo su Twitter “Ci incontreremo sul campo uninominale di Roma. Con rispetto“; lo ha fatto replicando al Governatore del Lazio che poco prima aveva affermato: “Calenda ha tradito in primo luogo i suoi potenziali elettori“.
In realtà al Nazareno ipotizzano uno schema con Nicola Zingaretti capolista al proporzionale Lazio 1 di Roma con l’ex ministro Marianna Madia. Capolista nel proporzionale anche l’uscente Claudio Mancini che si ricandiderebbe nel Sud del Lazio come cinque anni fa: il fedelissimo del sindaco Roberto Gualtieri potrebbe posizionarsi nel collegio Camera Latina – Frosinone. Candidatura blindata nel proporzionale anche per il consigliere regionale Michela Di Biase.
Il capolista del Senato Proporzionale Latina – Frosinone dovrebbe essere il Segretario Regionale Bruno Astorre, seguito dalla senatrice Monica Cirinnà.
Si sta studiando la possibilità di un Uninominale in Lazio 1 per Enrico Gasbarra. Il che andrebbe ad incidere sui successivi giochi per la candidatura a Governatore del Lazio. Mettendo su una corsia privilegiata gli attuali assessori Daniele Leodori (Vice presidente) e Alessio D’Amato (alla Sanità).
Aggiustamenti nel centrodestra
Si sta rivelando molto meno semplice del previsto la divisione dei collegi tra i Partiti del Centrodestra. Soprattutto i 4 blindatissimi Uninominali (dove vince chi prende anche un solo voto in più degli avversari) del Lazio che sono tutti nel sud della Regione: Camera Frosinone, Camera Latina, Camera Terracina – Fondi – Formia – Cassino, Senato Latina – Frosinone.
La quadratura del cerchio non appare viciuna. A renderla più complessa sono state le mini-alleanze strette in questio giorni: Cesa-Brugnaro e Toti-Lupi. Le indiscrezioni romane assicurano che anche questa settimana non ci sarà il nuovo incontro al vertice Meloni – Salvini – Berlusconi. A vedersi invece sono gli sherpa che stanno portando avanti le trattative.
C’è stato mezzo passo indietro. Prima della scelta dei collegi si dovrà definire la ripartizione numerica: Forza Italia non è molto propensa a caricarsi l’Udc ed i centristi reclamano “un riconoscimento adeguato”. E questo rimette in discussione la suddivisione che era stata abbozzata in precedenza. (leggi qui Candidati, ecco la bozza dell’intesa).
L’ipotesi sui collegi
La ripartizione dei Collegi per il Centrodestra nel Lazio si attesta ora sullo schema di 11 collegi a Fratelli d’Italia, 5 alla Lega e 4 a Forza Italia. Ma resta da capire se le liste di Berlusconi si faranno carico dei centristi: nel qual caso gli spazi per loro si ridurrebbero.
Si va verso una ripartizione differente dei 4 collegi uninominali blindati nel Sud del Lazio: 2 andrebbero a Fratelli d’Italia, 1 alla Lega, 1 a Forza Italia. Chi prende quale è un lavoro che non è affato definito. Più evanescente ancora chi va dove.
L’ipotesi sulla quale si lavora vede il Senato Frosinone – Cassino a Forza Italia (candidato il senatore uscente e coordinatore regionale Claudio Fazzone); Camera Frosinone o Camera Cassino alla Lega (la fila degli aspiranti candidati è più lunga della Litaniae Sanctorum: con analoghe possibilità ci sono il sottosegretario alle Finanze Federico Freni, l’ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, il deputato uscente e patron di Tosinvest Antonio Angelucci, il tesoriere Gianfranco Rufa); Camera Latina e Camera Cassino-Terracina (o in alternativa Frosinone) a Fratelli d’Italia (schierando uno tra i senatori uscenti Massimo Ruspandini e Nicola Calandrini).
Nel Nord della Regione 2 collegi andrebbero a Fratelli d’Italia ed 1 alla Lega. Il Senato Rieti – Viterbo dovrebbe andare alla Lega (in pole l’ex sottosegretario e Coordinatore del Lazio Claudio Durigon) mentre a Fratelli d’Italia andrebbero i due collegi per Montecitorio: Viterbo e Rieti con il sud di Viterbo.
Nel complesso, tra le province del nord e del sud del Lazio, 4 collegi andrebbero a Fdi, 2 alla Lega ed 1 a Forza Italia.
Cinque Stelle meno una. Ma c’è Marcelli
Finisce l’esperienza parlamentare dell’onorevole Enrica Segneri di Frosinone. Al suo posto potrebbe andare l’attuale capogruppo in Regione Lazio Loreto Marcelli di Sora.
Alle 14 di oggi è scaduto il termine per la presentazione delle candidature sul sito del M5S per le prossime Politiche del 25 settembre. Confermato quanto anticipato nei giorni scorsi da Alessioporcu.it: Loreto Marcelli ha depositato la propria disponibilità a scendere in campo; le indiscrezioni dicono che sarà lui il capolista nel Proporzionale al Senato.
Giuseppe Conte ha confermato di non voler candidare Virginia Raggi in Parlamento nella lista M5S. Lo ha fatto dicendo oggi a Radio capital “Virginia Raggi rientra nel vincolo del doppio mandato”.
Il Partito ha comunicato all’onorevole Segneri che se intendeva candidarsi per un secondo mandato si sarebbe dovuta sottoporre al giudizio dei suoi elettori. Partecipando come tutti alle Parlamentarie. La deputata ha deciso di non ripresentare la sua candidatura.
Nel post di commiato emerge che ormai Enrica Segneri era ormai una separata in casa del M5S. La rottura definitiva è stata sul provvedimento per l’Ucraina. “Mi sono trovata praticamente sola a votare contro l’invio delle armi. Speravo ci fosse comprensione e disponibilità a lasciare libertà di voto e invece no, nessuna comprensione. Quei giorni furono terribili, la macchina del fango di stampa e tv fu più rabbiosa che mai nel cercare il “filo-putin” del giorno da processare. E il mio Partito mi aveva completamente lasciata sola”.
Chiaro che anche se avesse partecipato alle Parlamentarie e se pure le avesse vinte non ci sarebbe stato alcun posto in lista per lei. Perché Giuseppe Conte ha l’ultima parola. E quando si sta in un Partito, se si vota contro la linea del Partito su un tema chiave, significa non fornire le necessarie garanzie di affidabilità.
Scintille Lombardi – Ferrara
Sempre nel Lazio, l’assessore uscente alla Transizione Ecologica nel Lazio Roberta Lombardi sbarra la strada ad una possibile candidatura parlamentare per Paolo Ferrara. “Trovo esecrabile che ricorra pure ai social del M5S Roma per una sua nuova campagna personale“.
L’auto candidatura del grillino ha innescato il caos nelle chat romane del Movimento 5 Stelle. Per Roberta Lombardi, Ferrara “è doppiamente incandidabile, perché per lui si tratterebbe del quarto mandato e perché ha in corso un mandato che non termina entro il 2022, come da regolamento“.
Lombardi era stato recentemente al centro di un’altra polemica quando si era candidato al Consiglio Nazionale. Gli era stata contestata la campagna di mail a supporto della candidatura, Roberta Lombardo ricorda che c’era stato un esposto sul tema al Garante della Privacy per “utilizzo non consentito di dati personali”.