Egato, Buschini presidente: la Lega caccia Quadrini e Girolami

Tutto quello che è successo prima e dopo l'assemblea Egato. Il patto all'una di notte. La rinuncia di Fratelli d'Italia e Italia Viva. L'elezione di Mauro Buschini. I rapporti di forza dietro all'elezione del CdA. Si spacca la Lega: fuori il capogruppo Quadrini e l'assessore Girolami.

di Martina OTTAVIANI
e Marco BARZELLI

Il patto regionale ha retto. Mauro Buschini (Pd) è il presidente dell’Egato in provincia di Frosinone, il consigliere regionale di lungo corso Pino Simeone di Formia sarà il presidente in provincia di Latina in quota Forza Italia. È il risultato dell’accordo regionale che ha diviso con il bilancino le sei presidenze: una per provincia ed una a parte per Roma Capitale. Sono state assegnate in proporzione al peso politico.

Ma sul territorio si è sfasciato tutto o quasi. Il centrodestra è finito in frantumi ed ha lasciato campo libero al centrosinistra. La Lega ha espulso due dei suoi quadri, Italia Viva ha bloccato la nomina della sua coordinatrice provinciale.

Il preludio all’assemblea

Massimo Ruspandini

Fratelli d’Italia ed Italia viva hanno deciso di restarne fuori. Si sfila la Lega ma si spacca ed alla fine il Carroccio entra comunque: per il suo capogruppo in provincia e l’assessore Girolami di Fiuggi scatta l’espulsione.

FdI e Iv sostengono che gli Egato non sono degli enti che assorbiranno le funzioni in materia di raccolta dei rifiuti oggi spezzettate tra Comuni, Unioni dei Comuni, società in house, municipalizzate, soggetti privati. (Leggi qui: Rifiuti, Regione al bivio tra riforma e fallimento).

Per loro sono solo dei poltronifici nei quali parcheggiare i Consiglieri regionali che tra poco verranno trombati con le elezioni di febbraio. In realtà entrambe le forze erano presenti quando in Commissione ed in Aula alla Regione è stata concepita la legge. Opporsi soltanto adesso è scelta strategica: potranno dire di non avere partecipato al poltronificio e lo faranno pesare alle elezioni. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 7 dicembre 2022).

Il coordinatore provinciale Massimo Ruspandini, prima dell’appello diffonde una dichiarazione: «Invito tutti i sindaci a non partecipare alla riunione per gli Egato questa mattina. Quello che si profila è un atto violento e pericoloso che si consuma a poche settimane dal voto per le Regionali. È l’ultimo colpa di coda di Zingaretti e compagni, quelli che ci hanno riempito il territorio di rifiuti e di impianti impattanti. Quelli che hanno promesso soldi per la bonifica della Valle del Sacco che non sono mai arrivati e oggi ci regalano l’ultimo poltronificio».

Più sintetico, stesso concetto, Salvatore Fontana coordinatore provinciale di Italia Viva insieme a Valentina Calcagni dice «Noi restiamo fuori, per nostra volontà, da questa spartizione».

Braccio di ferro sulla validità

Riccardo Mastrangeli

C’è maretta anche nel resto del centrodestra. I livelli locali dicono di non essere stati consultati dai Regionali. Per la Lega quell’accordo non esiste: né il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani né il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli (Comune che rappresenta il 7%) sono stati coinvolti nel dibattito. Cancella tutti gli appuntamenti in agenda Francesco De Angelis, scende in campo e va in difesa del fortino costruito insieme agli altri big del Lazio.

Non scherza Riccardo Mastrangeli: chiede il rinvio dell’assemblea. «La materia è delicata. Come Comuni abbiamo dato tantissimo: sul mio territorio ho una bomba ecologica, via Le Leme. La materia è complessa e forse non l’abbiamo compresa fino in fondo in maniera compiuta. Occorre rispetto per i territori e questa nomina portata con estrema fretta sia poco opportuna. Penso debba essere avviata una profonda riflessione su quelli che sono i programmi e poi passare agli uomini. Senza far calare dall’alto le scelte». Il messaggio è chiaro: non ci avete coinvolto e noi non ci allineiamo.

Replica il sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio: per lui la seduta è valida. «Credo che questa assemblea debba avere la responsabilità di svincolare l’argomento dai vincoli elettorali. Noi abbiamo bisogno oggi di un ente sovracomunale che abbia la capacità di gestire e velocizzare il tema della raccolta rifiuti. Abbiamo vari problemi aperti: il problema della tariffa, i Comuni che non riescono ad attivare i servizi. Per questo direi che questa assemblea debba proseguire».

Si mette ai voti. L’Assemblea conferma la validità della seduta. Il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo abbandona dicendo “I pacchetti preconfezionati non fanno per me”.

Buschini for president

A presiedere i lavori è Antonio Pompeo sindaco di Ferentino e presidente dimissionario della Provincia. Registrata la validità della seduta e la volontà di proseguire avvia l’iter per l’elezione. «Chi intende proporre dei nomi può venire qui e spiegare all’assemblea le ragioni della candidatura»

Torna al leggio Enrico Pittiglio. «Noi avanziamo il nome di Mauro Buschini. Lo indichiamo in virtù delle competenze acquisite sul campo e l’esperienza fatta in assessorato ai Rifiuti. È uomo di questa terra, conosce la materia, saprà fare il meglio per l’ambito territoriale». È un forte segnale politico di compattezza interna al Pd: Pittiglio è la punta della lancia di Pensare Democratico la componente maggioritaria, in sintonia da sempre con il vice segretario regionale Sara Battisti. Il fatto che sia proprio lui a lanciare quella candidatura vuole dire che tutto il Partito è compatto su quella scelta.

I sindaci del centrodestra decidono di uscire. il vicesindaco di Alatri Roberto Addesse dice «Condivido in pieno le ragioni per il rinvio. La scelta di proseguire rappresenta una brutta pagina della politica. Me ne vado». Prima di tutti esce Riccardo Mastrangeli: «È una questione di coerenza». Con una nota, i sindaci di Fratelli d’Italia (Roberto Caligiore di Ceccano e Lucio Fiordalisio di Patrica) fanno sapere che sono assenti per protesta. Le ragioni sono quelle indicate al mattino dall’onorevole Ruspandini. Non escono tutti: chi rimane si astiene.

Si passa ai voti: in 63 dicono si all’elezione di Mauro Buschini a presidente dell’Egato della Provincia di Frosinone. Viene eletto con il 61,58%: è un dato enorme, se si considera che non l’hanno votato né Fratelli d’Italia, né la Lega, né Forza Italia.

L’arrivo del presidente Buschini

Mauro Buschini non c’è. A presidiare i lavori c’è l’onorevole Sara Battisti, c’è il presidente Antonio Pompeo, c’è il sindaco di Cassino Enzo Salera. Tutte le aree Pd sono presenti. Buschini si materializza soltanto a cose fatte.

Per lui è un cambio di scenario. Ha svolto due mandati in Regione Lazio ed è stato candidato tre volte: il suo curriculum gli consentiva di chiedere al Pd una deroga per una quarta candidatura. Ha scelto di non farlo. Lascia la Regione Lazio dove è stato presidente della Commissione Bilancio, assessore ai Rifiuti, capogruppo Pd, Presidente del Consiglio Regionale e da ultimo il coordinatore della maggioranza Zingaretti.

Lo accolgono tra gli applausi. Abito blu, camicia bianca, stringe mani e distribuisce sorrisi. Sale al leggio e dice «Grazie per la stima e la fiducia. Soprattutto per questa che oggi è una sorta di delega in bianco. Facciamo partire un ente che dovrà fare la differenza, mettendo fine agli anni in cui la Regione Lazio ha dovuto inseguire i modelli».

Il segnale che i sindaci aspettavano: sarà una gestione collegiale. «Il mio impegno immediato è quello di coinvolgere tutti voi nelle scelte: l’Ambito non ha alcuna intenzione di sostituirvi. Dovremo mettere insieme nuove politiche, sviluppare un pezzo fondamentale della gestione dei rifiuti. Siamo chiamati a fare un passo in avanti grandissimo».

C’è un passaggio che andrà approfondito. Cita i rifiuti organici, gli avanzi di cucina che oggi vanno in Veneto. La Regione ha autorizzato da poco il progetto per tornare a lavorarli in Ciociaria, all’interno di un modernissimo impianto da realizzare nella zona industriale di Anagni. A gestirlo sarà un colosso del settore: A2A dove i soci di maggioranza sono i Comuni di Brescia e Milano. Ma Buschini dice «Ricordo a tutti che sono stato il promotore della legge sul compostaggio di comunità che ha consentito a tutti i cittadini e tutti i Comuni di smaltire da soli i propri rifiuti organici. Per me, la gestione dell’umido deve avere la filiera più corta possibile». Il biodigestore non serve? «Servono entrambi i modelli».

I centristi si spaccano, il Pd va a dama

Giovanni betta e Vincenzo Formisano

Ora ci sono da eleggere i quattro componenti del Consiglio d’Amministrazione. Sono il risultato di un sottilissimo lavoro di mediazione: portato avanti sul tavolo regionale e poi su quello locale. L’ultima riunione è finita all’una della notte: prevede che al Pd vadano due Consiglieri, ma Francesco De Angelis rinuncia ad esprimere un nome della sua area. Dice: «Devono essere della partita anche i centristi: sono nostri alleati alle Regionali». È così che un nome va ad Azione – Italia Viva, due al centrodestra: uno alla Lega ed uno a Fratelli d’Italia. I rumors dicono che il designato fosse il presidente dell’Apef (l’azienda provinciale dell’energia) Fabio De Angelis. Non è compatibile. E poi da FdI arriva l’ordine del coordinatore regionale Paolo Trancassini: chiusura totale. Non ne vuole sentire.

All’interno dei Partiti accade di tutto. Martedì sera c’è una tumultuosa riunione da remoto dei Centristi. Per i renziani partecipano i coordinatori provinciali Valentina Calcagni e Salvatore Fontana con il dirigente regionale Germano Caperna; per la formazione di calenda c’è il coordinatore provinciale Antonello Antonellis, il dirigente regionale Luciano Gatti, il sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini. Non c’è accordo: Gatti è per la sostanza e dice di accettare, Salvatore Fontana è intransigente e dice che non si deve partecipare a questa spartizione. Si spaccano. Italia Viva rimane sulla posizione di non accettare nonostante abbia in squadra una Valentina Calcagni che ha enorme competenza in materia di Circular Economy. Va avanti solo Azione ed indica Alessia Santoro. È un tecnico di chiarissima fama: dirigente alla Regione Puglia, consulente del Ministero dell’Ambiente, già assessore al Comune di Alatri, abita a Frosinone.

Nel Partito Democratico non c’è discussione: Mauro Buschini prende la presidenza, il consigliere d’amministrazione lo esprime l’area di Pompeo e Salera. È proprio il sindaco di Cassino a dettare il nome del professor Giovanni Betta, già rettore dell’Università di Cassino ed attuale pro rettore delegato alla didattica. Viene designato in rappresentanza dei sindaci dell’area del cassinate. Vincono tutti.

Nasce il polo del Sud

Marco Delle Cese e Libero Mazzaroppi

A questo punto la Lega ha la possibilità di esprimere due nomi. Ma Riccardo Mastrangeli se n’è andato. Restando, avrebbe avuto la possibilità di fare la sintesi ed intestarsi la scelta finale. Sceglie di essere coerente con se stesso: non è stato coinvolto nell’intesa regionale e non vuole mettere la firma su un patto raggiunto da altri.

Sul nome lasciato libero va il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco. Insieme al blocco dei 15 sindaci che lo sostenevano per l’elezione a presidente della Provincia individuano un nome di equilibrio. Allargano il campo ai sindaci dei Comuni sede di impianto per il trattamento dei rifiuti. La scelta va su Piergiorgio Gentile. Con la sua designazione nasce ufficialmente un’altro polo politico nel cassinate: quello della Consulta civica formata da sindaci civici, di centrosinistra e di centrodestra. Dove le figure di riferimento sono il sindaco di Roccasecca ed il suo collega di Aquino Libero Mazzaroppi.

Dramma Lega, fuori Quadrini e Girolami

Nicola Ottaviani (Foto © Stefano Strani)

Il quarto nome è quello di Simona Girolami, assessore leghista di Fiuggi. È il capogruppo in Provincia Gianluca Quadrini ad avanzare la proposta, in assenza del sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. La proposta passa e viene approvata insieme a tutte le altre.

Ma scatena il dramma all’interno del Carroccio. Il capogruppo in Provincia Gianluca Quadrini e l’assessore Simona Girolami vengono espulsi dalla Lega. Per direttissima. Li mette alla porta il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani. «La Lega, rappresentata dal sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli all’assemblea dell’Egato, aveva annunciato di non partecipare ad una votazione al buio, senza un programma serio per il trattamento dei rifiuti nella nostra provincia e senza il coinvolgimento reale di tutte le realtà comunali» dice Ottaviani.

Ribadisce che a differenza delle altre province del Lazio che avevano preso tempo, per analizzare bene l’intera vicenda, a Frosinone «è prevalsa la logica onnivora, che rischia di trasformare un ente pubblico in un mercato di bestiame. La Lega non ha rappresentanti e non intende averli all’interno di tale contesto, schierandosi dalla parte dei Sindaci che sono stati esclusi da un confronto serio sullo sviluppo del trattamento dei rifiuti sul nostro territorio».

La proposta di Quadrini e l’elezione di Girolami sono una scelta di rottura. «La ragionevolezza ed il senso della misura sono evidentemente venuti meno ed è ovvio che la vicenda avrà un seguito importante, davanti al quale chiederemo anche agli altri alleati del centro destra cosa intendano fare, nel concreto. Per quanto ci riguarda Quadrini e Girolami sono fuori dal Partito, che non può essere coinvolto in loro vicende di soddisfazioni personali, che lasceranno il tempo che troveranno».

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