Faccia a faccia Vicano-Marini

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L’incontro. Ieri mattina al bar Tucci incontro tra l’ex sindaco e l’aspirante primo cittadino. Strategie e retroscena. Con loro Alessandra Sardellitti, Vincenzo Savo e Alessandra Maggiani. Operazione “ricucitura” nei Democrat

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Ore 13.45 di ieri, bar Tucci. Nel cuore del centro storico di Frosinone. È lui o non è lui? “Certo che è lui”, avrebbe detto Ezio Greggio qualche anno fa. Infatti è Michele Marini, ex sindaco di Frosinone. Insieme a Mauro Vicano, che primo cittadino vorrebbe diventarlo. Con loro anche due consiglieri comunali (e provinciali) del Partito Democratico: Alessandra Sardellitti e Vincenzo Savo. C’è pure Alessandra Maggiani, dirigente dei Democrat.

La versione ufficiale per il cronista è che Mauro Vicano e Michele Marini si sono incontrati per caso. Ma chi ci crede? Ma soprattutto, se anche fosse, cosa cambia?

Via al recupero di Marini

La sostanza politica è un’altra. E cioè che per coltivare serie ambizioni di poter essere competitivo nella corsa per la fascia tricolore il Pd ha bisogno di “recuperare alla causa” l’ex sindaco Michele Marini. Ed è quello che Mauro Vicano si è prefisso dal primo istante. I due sono amici e oltre alla politica hanno condiviso anche l’hobby delle partite a calcetto. Nell’ultima fase del mandato di Michele Marini ci sono state delle incomprensioni. Adesso però la fase è diversa.

Da qualche giorno Mauro Vicano non è più direttore sanitario del polo ospedaliero Frosinone-Alatri. Da quel ruolo si è dimesso e non occorre un mago per capire il perché: in questo modo di fatto ha ufficiaufficializzato la candidatura a sindaco di Frosinone. (Leggi qui Vicano si dimette: per candidarsi a sindaco di Frosinone).

Vero che mancano ventuno mesi, ma non sono poi tantissimi. Nel centrosinistra occorre ricomporre una frattura profonda, iniziata nel 2012 con la doppia designazione Domenico Marzi-Michele Marini. Il Partito Democratico si divise. Nel 2017 si rivelarono inutili tutti i tentativi di riavvicinamento tra l’allora candidato a sindaco Fabrizio Cristofari e Michele Marini. Mauro Vicano, però, si è posto come imperativo categorico l’unità del Pd e quindi del centrosinistra. (Leggi qui Il dogma Vicano: «Recuperare Michele Marini»).

La costruzione del fronte

FRANCESCO DE ANGELIS E MAURO VICANO

Contemporaneamente lavorerà alla costituzione di liste civiche, ma è chiaro che il punto di partenza è rappresentato dalla compattezza dei Dem. Detto questo, non è semplice e il percorso è in salita. Bisognerà vedere quali saranno le scelte di Michele Marini. Scelte che andranno contestualizzate nell’ambito del confronto all’i nterno del Pd.

Non è un mistero che Vicano ha già avuto l’endorsement di Francesco De Angelis, leader di Pensare Democratico. E non è un mistero neppure la circostanza che Michele Marini fa riferimento alla componente Base Riformista di Antonio Pompeo. Nulla può essere dato per scontato, ma il Pd sta già riflettendo sul futuro prossimo. Perché dopo tre mandati al governo del capoluogo (due volte con Domenico Marzi, una con Michele Marini), il partito di Nicola Zingaretti è all’opposizione da otto anni e arriverà a dieci.

Le due vittorie di Nicola Ottaviani (la seconda al primo turno) hanno rappresentato un duro colpo per il centrosinistra cittadino. Per questo motivo il faccia a faccia di ieri rappresenta una novità politica. Bisognerà aspettare per capire cosa succederà, ma il “contatto” c’è stato.

Qui Centrodestra

Danilo Magliocchetti e Adriano Piacentini

Sul versante del centrodestra, invece, la settimana è stata caratterizzata dalla presa di posizione dell’assessore Fabio Tagliaferri, che ha annunciato la volontà di volersi candidare alle primarie di coalizione per la designazione a sindaco del dopo Ottaviani. Aggiungendo però che a suo giudizio non possono esserci “scremature” iniziali in questo tipo di competizione.

Diverso il parere del presidente del consiglio comunale Adriano Piacentini e del capogruppo della Lega Danilo Magliocchetti, per i quali invece una sorta di pre-selezione è importante.

Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dalla convergenza sulle primarie. Il bicchiere mezzo vuoto, invece, dalle differenti opinioni sulle modalità. Una questione all’apparenza di forma. Ma che in realtà è di sostanza.

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