Frosinone, dove il genio della lampada ha esagerato

Se l’avesse chiesto al genio della lampada si sarebbe vergognato perché era troppo. Nicola Ottaviani in un colpo solo ha incassato:

– la rielezione al primo turno
– unico sindaco di capoluogo in Italia, insieme a Cuneo, a riuscirci
– il doppio dei voti dell’avversario
– il doppio premio di maggioranza sfiorato
– la lista più votata e la sua civica
– la maggioreanza è frazionata tra 8 forze, così nessuno ha la forza per imporgli le proprie scelte.

Per avere di più avrebbe dovuto domandare anche la statua a figura intera nel centro del Parco del Cosa. Ma non l’ha messa in elenco perché è convinto che la statua sia solo una questione di tempo.

A Frosinone Nicola Ottaviani ha stravinto. Rieletto sindaco al primo turno con il 56,4%, pari a 15.038 voti. Ha preso più del doppio del suo sfidante di centrosinistra Fabrizio Cristofari, che di voti ne ha ottenuti 7.271 pari al 27,3%.

E’ stata la vittoria di Nicola Ottaviani. La sua lista civica ha preso da sola un quarto dell’intera maggioranza: 5 consiglieri su 20.
Entrano in Consiglio per la ilsta Ottaviani Sindaco: Max Tagliaferri, Gianpiero Fabrizi, Alessandro Petricca, Valentina Sementilli, Maria Rosaria Rotondi.

La seconda forza della maggioranza è Forza Italia che ottiene 4 seggi. Qui c’è stata una prova di forza muscolare del capogruppo uscente Adriano Piacentini: da solo ha ottenuto 605 voti. E’ praticamente il doppio della seconda eletta Cinzia Fabrizi che ha avuto 305 voti. L’ex capogruppo ed ex presidente d’aula della Provincia Danilo Magliocchetti è terzo con 7 voti in meno: ha avuto 292 preferenze, confermando il suo patrimoni personale da quindici anni. Segue l’avvocato Riccardo Masecchia con 271 voti, con la benedizione dello studio Vellucci – Mandarelli: vincere ma senza esagerare.

Quattro seggi vanno anche al Polo Civico, che elegge Debora Patrizi. Confermato l’assessore uscente Fabio Tagliaferri, così come Claudio Caparrelli. Stesso risultsto per Igino Guglielmi.

Due seggi sono della Lista per Frosinone che elegge Isabella Diamanti e Sergio Verrelli.

Alternativa Popolare entra in consiglio comunale con l’ex assessore Francesco Trina.
Cuori Italiani conferma in aula Carlo Gagliardi. Frosinone Capoluogo elegge Sara Bruni. Fratelli d’Italia conferma in Consiglio comunale Marco Ferrara; Forza Frosinone con Ennio Cedrone.

A leggere i nomi degli eletti emerge anche un altro segnale. Gli elettori hanno confermato la squadra di governo scelta di volta in volta da Nicola Ottaviani. La tanto criticata ‘rotazione degli assessori’? Alla fine ha dato visibilità s tutti.

In opposizione, tre quarti dei seggi vanno allo schieramento di Fabrizio Cristofari. Il presidente dell’Ordine dei Medici entra in consiglio in quota Pd, seguito da altri 3 consiglieri del Partito. Il pimo è l’ex assessore Angelo Pizzutelli Con 703 preferenze. Poi c’è il segretario cittadino Norberto Venturi. Il quarto nome in quota Pd è quello di Alessandra Sardellitti. E’ falso che sia arrivato l’ordine di scuderia secondo il quale «i miei voti che negli anni scordi avete girato a Maria questa volta dateli a Sardellitti». Non è vero perchè i voti hanno la coda: la neo consigliera entra in aula grazie alla precisa strategia messa a punto con Angelo Pizzutelli.

Elegge tre consiglieri anche la civica del candidato sindaco. Entrano in aula Vincenzo Savo, Vittorio Vitali, Fabiana Scasseddu.

Due seggi vanno in quota Partito Socialista: confermato in Consiglio Massimo Calicchia, eletto Daniele Riggi.

Degli altri tre seggi, due vanno al Movimento 5 Stelle che ha eletto il candidato sindaco Christian Bellincampi e Marco Mastronardi che lo aveva sfidato alle graticolarie per la candidatura. Alla fine, la fascia di candidato a sindaco era andata a Bellincampi grazie a 18 voti arrivati dalla base, contro i 15 dell’avversario.

L’ultimo seggio in consiglio comunale è di Stefano Pizzutelli, candidato sindaco di Frosinone in Comune.

E’ il vincitore morale di questa competizione. Da solo, con la sua civica Frosinone in Comune ha preso due terzi dei voti ottenuti da una potenza elettorale come il MoVimento 5 Stelle. Senza la loro spinta mediatica né l’organizzazione capillare e radicata dei loro meetup. Forse perché è stato l’unico, in questa campagna elettorale, a dire cose diverse.

Anche per lui, chiedere di più sl genio della lampada, sarebbe stato davvero troppo.

Foto: copyright A.S.Photo Andrea Sellari, tutti i diritti riservati all’autore

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