Elezioni, l’accordo Bonino – Tabacci mette il turbo alle elezioni nel Lazio

L'accordo Bonino - Tabacci mette il turbo alle elezioni anche su scala locale. Soprattutto nel Lazio ed in Lombardia.

La definizione degli schieramenti delle  prossime elezioni politiche, come è successo per l’accordo  Bonino-Tabacci sulla lista +Europa, ha i suoi effetti non solo a  livello nazionale.

Le scelte dei partiti hanno infatti anche una  ricaduta a livello locale, dove resta sempre in ballo l’ipotesi di un  election day con le politiche il prossimo 4 marzo.

 

IL QUADRO NAZIONALE

Sono diverse le regioni in attesa di rinnovo: Lombardia, Lazio, Molise e Friuli Venezia Giulia innanzi tutto. Poi nel 2018 tocca anche a  Valle d’Aosta e alle province di Trento e Bolzano, che formano il  Consiglio del Trentino.

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia  Giulia (regione a statuto speciale, con ampia libertà di scelta sul  voto) ha bocciato lo scorso dicembre una mozione pro election day e si parla del 6 maggio prossimo per le urne.

 

LAZIO E LOMBARDIA

Il nodo, quindi, riguarda soprattuto Lombardia, Lazio e Molise.

Nel  Lazio, il governatore Nicola Zingaretti, cui per legge spetta di  firmare il decreto per il voto, ha già preso posizione per l’election  day in modo formale, in Consiglio al momento del voto sul bilancio. (leggi qui Verso l’election day: anche le Regionali il 4 marzo 2018)

Dalla Regione si spiega che la questione, con l’atto formale di fine  legislatura, potrebbe anche essere definita nei prossimi giorni.

Stessa linea in Lombardia, dove dalle parti del Pd  l’atto del prefetto per lo scioglimento del Consiglio, cui spetta per  legge la competenza, viene dato come una questione di ore, comunque in settimana. Anche per il Pirellone, quindi, si dovrebbe votare il 4  marzo.

In queste due regioni a spingere sull’acceleratore è anche la  vicenda delle firme di +Europa, che nel Lazio e in Lombardia è a un  passo dallo stringere un’intesa con i candidati Pd. Ma il discorso si  potrebbe allargare a tutte le intese tra partiti chiuse in queste ore  in vista delle prossime elezioni.

Nello specifico, Zingaretti e Giorgio Gori, in buoni rapporti con i  Radicali, non potranno che essere soddisfatti della soluzione del  ‘nodo’ firme per +Europa e la chiusura dell’accordo politico con il  Pd, rinviato formalmente al 13 gennaio ma oggi di certo più vicino  rispetto a ieri.

 

LA SOLUZIONE TABACCI

A risolvere la questione è stato Bruno Tabacci. Il leader di Centro democratico è presente in Parlamento con un proprio gruppo consiliare.

Un’assemblea il prossimo 13 gennaio sancirà la nascita della nuova lista, frutto dell’intesa tra Emma Bonino e Bruno Tabacci. Nel simbolo, oltre alla scritta “+Europa con Emma Bonino” ci sarà anche l’indicazione “Centro Democratico“.

Quanto alla sua collocazione, verrà decisa dall’assemblea: «Certamente – ha annunciato Tabacci – staremo nel centrosinistra, sulle modalità decideremo».

«Grazie alla tua scelta hai reso possibile un’opzione democratica per noi e il paese: +Europa sarà l’unica lista al voto pienamente europeista» ha commentato Emma Bonino ringraziando Tabacci.