La rotta di Astorre: alle Regionali intese con M5S per contrastare la Destra unita

Foto: © Imagoeconomica, Paolo Cerroni

Il Segretario Pd del Lazio lancia il segnale al M5S: intese per le prossime Regionali di settembre dovunque sia possibile. La Destra oggi ha annunciato i suoi candidati unitari. In tutte le Regioni. Non solo: anche nelle città Capoluogo

Segnali di pace al Movimento 5 Stelle. Li lancia Bruno Astorre, il signore delle preferenze tra Roma ed i Castelli, Segretario Pd nel Lazio, componente della Direzione Nazionale nel Partito guidato da Nicola Zingaretti. Non è uno qualsiasi nel Pd, non è uno che parla a caso. Soprattutto se dice «Laddove possibile e vi sono le condizioni, intese Pd e M5S nelle elezioni Regionali sarebbero auspicabili sulla base di candidature forti, innovative e su piattaforme programmatiche condivise».

Bruno Astorre parla con i numeri alla mano. Nelle Regioni non si vota con il sistema Proporzionale: vince chi prende un voto in più, le maggioranze nascono dalle urne e non dai dibattiti in Aula; in questo, il Lazio è stata un’eccezione, merito (o colpa, dipende dai punti di vista) del risultato che nel 2018 vide il trionfo di Zingaretti ma non del centrosinistra.

Proprio per questo Bruno Astorre spiega che non ha senso “consegnare le Regioni che andranno a votare a settembre alle destre populiste, che hanno trovato in molti casi convergenze sulle candidature. Sarebbe un errore grave e al di là di ogni logica. Credo che oggi più che mai si debba trovare una sintesi, ripeto laddove possibile».

Il centrodestra va unito

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Matteo Salvini © Imagoeconomica, Stefano Carofei

L’input lo ha dato l’intesa raggiunta dal centrodestra. Merito (o colpa, anche qui dipende dai punti di vista) del passo indietro fatto da Matteo Salvini. Ha sbloccato la trattativa con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sui candidati alle Regionali.

Nel pomeriggio i tre leader del Centrodestra hanno ufficializzato che andranno insieme dovunque. Confermati i governatori uscenti Giovanni Toti in Liguria e Luca Zaia in Veneto. In campo Francesco Acquaroli nelle Marche, mentre in Campania sarà Stefano Caldoro a sfidare Vincenzo De Luca, la Lega mette in campo la parlamentare Ue Susanna Ceccardi per la Toscana e se dovesse vincere si libererebbe il posto a Bruxelles per Maria Veronica Rossi di Ferentino che il 26 maggio dello scorso anni ha preso 23.400 preferenze.

In Puglia sarà Raffaele Fitto a contendere il governo regionale al centrosinistra di Michele Emiliano.

Candidati unitari per il Centrodestra anche alle Comunali nei Capoluoghi. La Lega indicherà i candidati in alcune città del Centrosud fra cui Reggio Calabria, Andria, Chieti, Macerata, Matera, Nuoro. Invece Forza Italia e Fratelli d’Italia esprimeranno candidati nelle altre città al voto.

La via di Bruno

Beppe Grillo © Imagoeconomica, Daniele Scudieri

Bruno Astorre dice che è necessario trovare una collaborazione con i Cinque Stelle. Ed indica come esempio la regione di Beppe Grillo, la Liguria. Dove sollecita ad «individuare un candidato vincente con un profilo condiviso sul quale costruire un’alternativa sul programma».

Nelle Marche «dove si è compiuta una scelta di discontinuità, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi possa essere un candidato di livello che porta con sè una connotazione politica e civica innovativa».

In Puglia Bruno Astorre vede bene una convergenza su Michele Emiliano che da tutti viene ritenuto il meno organico al Partito «ed il più ‘grillino’ del Pd, per non parlare dell’azione e delle scelte politiche e amministrative che ha messo in campo in questi anni nella sua regione».

Se non ora, quando?

Bruno Astorre pone un quesito chiaro ai Dem: «Se non ora quando? Direi al Movimento 5 Stelle, pur nel rispetto delle legittime valutazioni. Diamo ai cittadini di queste regioni– conclude il senatore- governi capaci di affrontare la sfida della ripartenza e la costruzione di un nuovo modello di sviluppo, lontano da quello delle destre».