Elezioni, ma i risultati reali del 4 marzo conteranno oppure no?

Molto difficile pensare che un esercito di quasi mille parlamentari, una volta eletto, si rimetta in discussione in così poco tempo. Grandi intese? O il centrodestra tenterà di governare da solo? Delle due l’una: o i sondaggi hanno sostituito i risultati oppure...

Una campagna elettorale dura, scorbutica e avvelenata, ma lontano dalla gente e dal Paese reale. La stanno portando avanti i leader nazionali: Matteo Renzi, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Pietro Grasso. I candidati nei collegi ripetono lo stesso copione: attenzione massima alla comunicazione sui social, incontri selezionati con chi può garantire voti importanti. Il Rosatellum è una legge proporzionale, la spruzzata di maggioritario serve soltanto come assist a Pd e Forza Italia per mettere in campo delle coalizioni, che poi possono dissolversi come neve al sole.

 

Tutti continuano a ripetere che non ci saranno le grandi intese, ma tutti sanno che l’ipotesi più probabile è soltanto quella. Il centrodestra potrebbe provare in “autonomia”, qualora ci fossero i numeri, ma sarebbe complicato considerando le distanze tra Berlusconi e Salvini. Ma pure con la Meloni. Si potrebbe tornare alle urne in tempi rapidi, ma per fare cosa se non si cambia la legge elettorale? Inoltre, complicato pensare che un esercito di quasi mille parlamentari, una volta eletto, si rimetta in discussione in così poco tempo.

 

La realtà è che, Costituzione alla mano, sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a fare le sue valutazioni,a  ponderare gli scenari e a dare l’incarico. Sempre Sergio Mattarella vigilerà su quelli che potranno essere gli scenari.

 

Tra i possibili presidenti del consiglio incaricati c’è Antonio Tajani, attualmente alla guida del Parlamento di Strasburgo. Su di lui punta Silvio Berlusconi. Nel caso di governo di centrodestra, per provare soprattutto a “rassicurare” l’Europa, che guarda con preoccupazione la presenza della Lega e di Fratelli d’Italia in un eventuale governo. Nel caso di larghe intese, invece, Tajani se la vedrebbe con Gentiloni per l’incarico a Palazzo Chigi. A quel punto potrebbe dare vita perfino ad una nuova fase della Repubblica. In tutto questo, però, c’è un elemento che viene completamente superato: l’esito del voto reale del 4 marzo.

 

Delle due l’una: o i sondaggi hanno sostituito i risultati oppure è perfettamente inutile andare a votare.