Enrico Letta, quello che non ha fretta

L’ex presidente del consiglio rimane un risorsa per il Pd e per il Paese, anche in prospettiva. E intanto lancia il siluro: «Chi non vuole il Mes, vuole la patrimoniale».

È la risorsa vera di Nicola Zingaretti se davvero si dovesse arrivare ad una crisi di Governo e di maggioranza. Enrico Letta, ex presidente del Consiglio, è tra i più quotati anche a livello internazionale. E se la legislatura dovesse proseguire, allora non è escluso che Mario Draghi possa essere eletto alla presidenza della Repubblica. A quel punto, per il dopo si aprirebbero diversi scenari. Nei quali Enrico Letta ci sarà comunque. In Italia o in Europa. Ma intanto non si distoglie l’attenzione sul presente.

In un’intervista a La Repubblica, prima dello sciopero, Enrico Letta ha detto: «In questo momento la cosa peggiore che si possa fare è minacciare gli italiani con l’ipotesi di salassi fiscali. Per questo dobbiamo stare dentro un sistema di risposte europee. Chi non vuole le regole europee, vuole la patrimoniale, perché è evidente che l’unica alternativa a quel tipo di interventi è una durissima tassa sui risparmi degli italiani». Letta ha suggerito «un grande patto da stringere con gli italiani».

Enrico Letta a Parigi

Secondo l’ex premier, che dirige dal 2014 la scuola di Affari internazionali francese Sciences Po, le cifre del crollo economico sono tali che «non è più sufficiente tentare di mettere in equilibrio il principio sanitario e quello economico, perché una caduta di questo tipo trascina con sé tutti i servizi essenziali, sanità compresa».

E per evitare il tracollo «è necessario che il sistema produttivo e quello commerciale riprendano a funzionare. Ma in modo diverso».

Ha detto Enrico Letta: «Si tratta di non tornare al 2019, ma andare al 2030 e cioè nel dramma che stiamo vivendo abbiamo una straordinaria occasione per cambiare modello economico. Non dobbiamo arretrare sull’emergenza climatica, ma accelerare sulla trasformazione e la decarbonizzazione perché in un momento di crisi il sostegno pubblico deve andare a sistemi di trasporto in comune, come quello su rotaia, e non al trasporto aereo».

Poi Enrico Letta ha puntato sulla digitalizzazione. Affermando: «Il salto nell’iperuranio che abbiamo fatto, deve servire a uccidere la burocrazia e abbattere una volta per tutte l’evasione fiscale».