Enrico Letta, Sardine e sindacati: la road map di Nicola Zingaretti

Anche da Giovanni Floris il segretario nazionale del Pd ha fatto capire che la pazienza è colma. A gennaio l’exit strategy potrebbe scattare. Il leader del Pd pensa all’ex presidente del consiglio candidato e al confronto paritario con il Movimento che riempie le piazze. Senza perdere di vista Cgil, Cisl e Uil. La controffensiva è iniziata.

Non si stanca di ripeterlo in nessun contesto e anche nel salotto di Giovanni Floris, ospite del talk show DiMartedì, il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti ha detto: “Dobbiamo verificare, confrontarci sui prossimi tre anni se ci sono le basi per un accordo che riaccenda l’economia. Noi abbiamo questo obiettivo e questo progetto che punta a riaccendere economia, creare lavoro, mettere in sicurezza le famiglie. Se ci sono queste condizioni e si ci sono fatti concreti noi andremo avanti altrimenti noi al governo per difendere le poltrone non ci restiamo neanche un minuto in più. È faticoso ma mi sto battendo per dire ai miei alleati meno polemiche, sgambetti, furbizie, bandierine e più comunità. Altrimenti? Altrimenti questo governo non serve a niente”.

Giuseppe Conte

Nicola Zingaretti da un lato vuole sottolineare l’estremo senso di responsabilità politica del suo Partito, dall’altro però si sta preparando una via di uscita perché questo Governo non convince. Né in Italia né in Europa. La litigiosità quotidiana è imbarazzante e il Movimento Cinque Stelle, ridimensionato in maniera fortissima nel Paese, vuole continuare a dare le carte su tutto.

Poi ci sono le fibrillazioni generate dalle continue prese di posizione di Matteo Renzi. Ma Nicola Zingaretti si sta preparando a tutto. A quanto riferisce l’informatissimo sito “Linkiesta”, sta pensando ad Enrico Letta come possibile candidato premier del centrosinistra qualora si andasse ad elezioni anticipate. Nel frattempo però Zingaretti è attentissimo a tutto quello che si sta muovendo alla sua sinistra. Intanto il movimento delle Sardine, che continua a riempire le piazze e che resta distante anni luce dalle logiche e dalle liturgie dei partiti.

Le sardine in piazza a Torino

Il segretario Dem sa che non bisogna forzare la mano, che alle Sardine va lasciato la più ampia libertà di azione. Ma ci sono anche le piazze riempite dai lavoratori delle 160 vertenze aziendali aperte in questo momento in Italia. Con i sindacati che hanno riattivato le cinghie di trasmissione. La manifestazione di ieri di Cgil, Cisl e Uil è emblematica. Si tratta di un mondo al quale il Pd ha guardato per decenni e che ora è intenzionato a riconquistare. Ma non può farlo restando al Governo per tirare a campare. Con i Cinque Stelle asserragliati e decisi ad evitare elezioni anticipate in ogni modo.

Perciò il monito preventivo di Goffredo Bettini: “Non possiamo restare appesi a Di Maio e Renzi”. (leggi qui La ricreazione è finita. Ora Zingaretti mette gli alleati spalle al muro). A gennaio l’ora della verità. Se poi in Emilia Romagna dovesse vincere Stefano Bonaccini, allora Zingaretti sarebbe ancora più forte al tavolo delle trattative. Forse l’ultimo.

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