‘Eventualmente’, la parola giusta per aggiustarsi i fatti propri (di C. Trento)

Fanno tanto, discutono molto, trovano la sintesi. E poi aggiungono una parola: 'eventualmente'. Con la quale poi sono autorizzati a non fare niente. E lasciare tutto com'è

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Eventualmente Ciociaria. Anno zero all’infinito

Già negli anni Settanta Indro Montanelli sottolineava come l’avverbio più usato dalla classe politica italiana fosse “eventualmente”. Perché tratteggia una linea casuale ed incerta. Insomma, una cosa può avvenire o no in base agli eventi. In altre parole, indipendentemente dalla volontà.

È un modo elegante per non assumersi responsabilità, per cercare continuamente alibi. Per non cambiare mai nulla. Esattamente come avviene in Ciociaria. Quasi che delle due l’una: o le soluzioni piovono dal cielo oppure nulla potrà mai davvero mutare. Una rassegnazione endemica. «Il destino – scriveva Ignazio Silone – è un’invenzione della gente fiacca e rassegnata».

Alcuni esempi. In settimana i costruttori hanno lanciato l’ennesimo allarme sulla crisi dell’edilizia: dal 2008 in Ciociaria sono stati persi 6.000 posti di lavoro nel settore delle costruzioni. Oltre a mille imprese e 50 milioni di massa salari. Parliamo di un ciclo lungo undici anni. Nulla è stato fatto per provare a fermare l’emorragia, nulla per aprire davvero una “Vertenza Ciociaria”annunciata decine di volte.

Così come non si registrano passi avanti per velocizzare una burocrazia “matrigna”. Al di là di analisi, tavoli, appelli e giri di valzer, cosa si può fare? Non si sa. Si vedrà: eventualmente però.

L’ecotassa rappresenta un problema per il settore dell’automotive e quindi anche per quanto riguarda la produzione futura nello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. L’indignazione non è mancata. Nemmeno gli appelli, le prese di posizione, gli annunci. Ma in realtà la classe dirigente di questo territorio cosa ha messo in campo davvero per cercare una soluzione? Nulla.

Obiezione semplice: il provvedimento del Governo ha valenza nazionale. Giusto, però magari si potrebbe almeno provare a far sentire la propria voce. Come fare a cambiare le cose altrimenti? Eventualmente, s’intende.

La tela di Penelope che imbriglia l’ente camerale unico

Il decreto è pronto. Ci riferiamo alla Camera di Commercio unica (o unificata?) di Frosinone e Latina. È sul tavolo di Nicola Zingaretti. Doveva essere firmato per avviare la fase dell’attribuzione dei seggi alle singole associazioni. Ma alla fine tutto congelato. Tra gli altri sono intervenuti Mauro Buschini e Marcello Pigliacelli.

Per come stanno le cose adesso, sarebbe stata soltanto Frosinone a perdere la sede principale dell’ente camerale. Dunque, si ricomincia.

Da anni la vicenda è aperta. E ferma. In realtà ci si affretta con calma perché manca la volontà di procedere con l’accorpamento. E il perché è semplice: ognuno vuole mantenere i suoi spazi. Territoriali, associativi, politici. Anche in questo caso è “eventualmente” l’avverbio giusto.

Inquinamento molto serio E zero soluzioni

Nell’ultima seduta del consiglio comunale di Frosinone l’associazione medici per l’ambiente ha illustrato nel dettaglio una lunga relazione. Oltre alle Pm 10 preoccupano le Pm 2,5 e le Pm 1, assai pericolose e dannose per la salute.

L’inquinamento è un problema serio, che investe l’intera provincia. Basti pensare alla Valle del Sacco. O alla “puzza”che ammorba da tempo immemorabile Ceccano e le zone limitrofe.

Da quanto tempo si parla di bonifica? Da quanto tempo si cerca, invano, di arrivare ad un’individuazione certa delle fonti di inquinamento? Da quanto tempo si cercano responsabiltà e responsabili? Alla fine pure su questo versante zero fatti e impegni a futura memoria. C’è sempre quell’avverbio lì, eventualmente.

La politica nel frullatore mediatico

Complicato anche per gli addetti ai lavori provare a tenere il filo.

Dunque, consiliatura interrotta a Cassino con le dimissioni di massa. Dopo mesi di tensioni fortissime, di dimissioni, di fratture mai ricomposte. Anche sul piano personale.

Un epilogo annunciato, che testimonia la crisi dei partiti. D’altronde, basta allargare lo sguardo per capire che ormai più di quello che realmente accade conta la percezione. Anzi, l’aspettativa che si crea.

Da settimane si aspetta l’ufficializzazione del passaggio del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani nelle file della Lega. Indiscrezioni a raffica. Attendibili per carità: ma quando il passaggio sarà avvenuto, neppure sarà più notizia. Quanti sindaci e amministratori locali faranno parte di questo Movimento Italia? A parte Ottaviani e i suoi naturalmente. Bisognerà attendere la presentazione. Intanto però se ne parla. E alla fine è soltanto questo che interessa davvero.

In Forza Italia ci si sta letteralmente “scannando” su un congresso che non c’è. Che non è stato convocato e che semmai dovesse celebrarsi passerà in secondo piano. Però intanto, vuoi mettere la contrapposizione tra Fazzone e Abbruzzese? Basta e avanza per tenere viva l’idea che il partito, nonostante tutto, ci sia ancora.

Fra una settimana si vota per le primarie del Pd. Difficile credere che al mondo ci sia un partito che celebri più primarie. In realtà poi contano le elezioni vere e quelle Europee sono alle porte. Nicola Zingaretti può vincere, ma dal giorno dopo si troverà a dover fare i conti con Matteo Renzi, che controlla i gruppi parlamentari.

E a livello locale? “L’uno contro l’altro armati”, come i secoli del Manzoni. Dalle nostre parti non si discute neppure della crisi di identità che il Movimento Cinque Stelle sta vivendo a livello nazionale. Semplicemente perché i parlamentari pentastellati in Ciociaria tendono a non farsi notare.

Sul serio però. Non eventualmente.

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