La rivoluzione tradita dai politici presenti solo sui selfie

Nel 2019 la Provincia di Frosinone si troverà di fronte a problemi determinanti. Il futuro di Fca sul territorio, la tenuta del comparto industriale. Ma la Politica nazionale non manda segnali

di Fabio FORTE

In questo Natale tornato in mano agli Italiani, ho letto su Alessioporcu.it con grande attenzione, come sempre del resto, anche l’articolo dal titolo esplosivo “I botti di Capodanno in anticipo …” (leggi qui I botti di Capodanno in anticipo: trionfatori, trombati e miracolati del 2018)

Bene, l’analisi non fa una grinza. Ma quello che a me piace mettere in evidenza non è “chi è chi” e se è stato miracolato o meno. In effetti fu come il ‘94, quando anche la madia che fa bella mostra di se in cucina, sarebbe stata eletta a furor di popolo.

Il problema vero, perché di problema si tratta, risiede nell’interrogativo “chi fa cosa?”.

A ben guardare l’operato dei parlamentari (da notare la “p” minuscola), pare che questi siano completamente assenti. E, cosa ancor più grave, fuori dalla realtà. Pare che il loro unico scopo sia quello di apparire in ogni dove e guai, dico guai, a non invitarli. Apriti cielo!

Tra il serio ed il faceto (sarebbe meglio dire tra il pianto amaro di questa terra e la sciatteria di certi personaggi), cerco quotidianamente di capire cosa è successo e perché. E se è vero, soprattutto!

Perché a nessuno è consentito sedere tra i comodi scranni parlamentari solo per obbedire ad ordini di scuderia e aspettando quello che una volta si diceva “il 27”. Non è consentito che gli eletti di questa provincia non rendano il conto ad un territorio che ha problematiche a iosa, molte delle quali gravissime e in attesa di soluzioni.

Il fatto non è che non si risolvano, per carità, nessuno è dotato di poteri sovrannaturali, ma quello di non parlarne neanche. Ora, a rigor di logica, l’analisi pare semplice: o non sono in grado per incapacità politica o non conoscono le problematiche di una terra che li ha visti nascere e crescere. E dove risiedono tuttora. Alcuni anche avendo avuto incarichi elettivi comunali e quindi di contatto con le proprie realtà.

Qualcuno li chiama miracolati, io li chiamo improvvisati, perché quelli che vedono il miracolo, sono coloro i quali avrebbero voluto godere della stessa intercessione divina.

Bando alle chiacchiere, siamo in un provincia che arretra, che rischia anche di perdere quel poco rimasto, dove non si investe in infrastrutture e in defiscalizzazioni atte ad alleviare le imprese e ad incentivare gli investimenti. I comuni sono al collasso, i Sindaci abbandonati al loro destino e poi ci sono loro, i “silenti”.

Li chiamo così i tanti militanti e dirigenti di Partito che son buoni durante le elezioni, ma scarto subito dopo.

Capisco che il problema è culturale, non v’è dubbio, ma fosse anche un semplice tesserato a non rivoltarsi contro un “superiore” per timore di ritorsioni o per quell’arte antica di leccare il deretano, beh! di cosa vogliam parlare?

Ognuno ha quello che merita!

Mi spiace solamente che chi potrebbe davvero fare e dare, puntualmente viene messo alla porta. E anche in malo modo. Ahimè, ci troviamo ancora una volta di fronte ad una classe politica e dirigente che ha paura di chi pensa. Di chi conosce, di chi è libero. Si, libero.

Perché non è dato a nessuno inibire pensieri e azioni se questi sono volti al bene comune e non a quello individuale. Non è dato a nessuno zittire chi la pensa democraticamente e legittimamente in modo diverso. Non è consentito a nessuno non dare la possibilità neanche di partecipare ad un dibattito in una sede di partito dove si arriva finanche a cambiare la serratura, come a dire “qui entra solo chi dico io!

Ma il cambiamento, ma il parlamento di e dei cittadini, ma la politica nuova del M5S?

È avvilente sentirsi dire da Zicchieri da Terracina “qui si fa come dico io”. E tutti in ossequioso silenzio. È avvilente assistere alla dabbenaggine dei pentastellati che hanno vomitato, fino a ieri, le peggiori contumelie contro tutto e tutti e oggi sono casta più casta della precedente.

Non cogniti, non presenti, non agguerriti a tutelare e a difendere le sorti del loro collegio elettorale.

A volte mi chiedo se sto sognando, ma leggo Lei e capisco che son desto.

*

Fabio Forte è stato sindaco di Arpino, consigliere provinciale di Frosinone, ha sfiorato l’elezione in Regione Lazio. Ha presieduto Unionfidi Lazio SpA. È esponente del centrismo cattolico liberista. Coordinatore provinciale della Lega a Frosinone ne è stato estromesso dopo avere riorganizzato il Partito

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