Tempo prezioso al ritmo (lento) della burocrazia – (di D. Facci)

La burocrazia può uccidere. Gli investimenti, soprattutto quelli che vengono da fuori territorio. E che avrebbero altre aree, altri Paesi, nei quali andare a portare i loro capitali. Un lusso che la provincia di Frosinone non può permettersi

Dario Facci

Direttore Responsabile La Provincia Quotidiano

La sensazione è che si stia perdendo del tempo prezioso.

Mi riferisco alla situazione che vedrebbe diverse imprese del territorio a scontrarsi, nonostante i reiterati richiami e varie lamentazioni, con una lentezza burocratica che non è quella proverbiale, ma addirittura più intricata che altrove.

Una faccenda che non riguarda solo un ente, un ufficio o dei dipendenti ma tutto un sistema che appare ormai incistato da mille problemi.

Generalizzare non va mai bene, perché non risolve granché, ma in un periodo delicato come quello attuale, quando le imprese tentano di agganciarsi alla ripresina e qualche segnale positivo è stato riscontrato in un modo o nell’altro, il risveglio anche dei sistemi di gestione degli iter burocratici dovrebbe essere affrontato con maggiore incisività.

 

Il problema, tanto per essere più precisi, non riguarda solo la provincia di Frosinone ma anche gli enti sovraprovinciali. A caduta tutta una serie di lungaggini finiscono per abbattersi sulle possibilità di sviluppo di un territorio che ha ricominciato a respirare ma a grande fatica.

Gli investitori, specie quelli che non provengono dal territorio, ma magari sono esteri, non vanno per il sottile. Se si incontrano difficoltà si cambia zona e via, senza tanti giri di parole.

Naturalmente a nessuno è consentito sperare in scorciatoie o illegalità. Ma in una congrua tempistica per poter pianificare e magari anche assumere qualche cristiano non è pretesa inconcepibile.

Che si stia perdendo tempo prezioso invece di affrontare ad ogni livello questo problema, per mettere in pratica delle soluzioni, è la sensazione che si corre il rischio di confermare nella testa di quei potenziali investitori. Ed è la peggiore delle situazioni per un territorio che aspira a rimettersi in piedi. Anzi, che ne ha la necessità assoluta.

 

Discaricati

In questi giorni stanno venendo fuori diverse discariche abusive, piccole e grandi. In zone più o meno isolate, boschive, addirittura vicino a corsi d’acqua, le forze dell’ordine scoprono, sequestrano e fanno tutto quel che è il loro dovere.

E’ fuori di dubbio che nella provincia di Frosinone, per lunghi anni, si sia sepolto, gettato e inquinato in tutti i modi possibili, tanto da assurgere anche per questo record alle cronache nazionali. Quel che preoccupa maggiormente è che quel modo di agire non sia ancora tramontato.

E tralasciando le gesta della malavita organizzata, quella che ovviamente fa più rumore, è incredibile come cittadini, abitanti di questo territorio, non la smettano di inquinare i boschi che magari si trovano a poche centinaia di metri da casa loro.

Come se devono smaltire un camioncino di calcinacci e cessi si sentano furbissimi nell’occultarli dietro una siepe o, peggio, a gettarli in un fosso, sulle sponde di un rigagnolo.

Un esercito di veri e propri imbecilli continua a deturpare casa propria, a nutrire la convinzione che risparmiare qualche decina d’euro valga più del rispetto dell’ambiente che li circonda.

Una stirpe di poveracci, insomma, intendendo il riferimento al loro spirito, continua ad abitare da queste parti. Gente refrattaria a qualsiasi evoluzione, sorda a tutte le campagne, intimamente delinquente perché lontanissima dal pensiero che sia giusto rispettare le regole, è tra noi e si considera normale, delle brave persone.

Ecco, non è così. Se gettate dall’auto in corsa una busta di immondizia siete dei trogloditi.

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