Fagiolo all’arrabbiata: “Con questi Fratelli non resto un minuto di più”

La fragorosa uscita del consigliere Fagiolo da Fratelli d'Italia. Le accuse ai coordinatori comunale, provinciale e regionale. "Tentarono il ricatto politico al sindaco”. Le critiche per i nuovi rientri. Prende cappello e va via

Incompatibili. Da sempre. Troppo distanti, troppo diversi politicamente. Ritrovarsi insieme nello stesso Gruppo politico sarebbe stato davvero troppo: Domenico Fagiolo, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha preso cappello ed è andato via. Inaccettabile per lui trovarsi seduto accanto a Sergio Crescenzi, il consigliere da poco tesserato in FdI dal coordinatore cittadino Fabio Tagliaferri.

Ruggini vecchie

Domenico Fagiolo

La misura di quanto i due siano incompatibili la fornisce il pubblico scambio di battute avvenuto tra loro nelle ore successive alle elezioni Provinciali di dicembre. Sono quelle nelle quali Domenico Fagiolo non è stato eletto per un solo voto ponderato di meno. In quelle elezioni Fratelli d’Italia si è misurata: su un fronte l’ala storica proveniente da Alleanza nazionale con il senatore Massimo Ruspandini, il coordinatore cittadino Fabio Tagliaferri, l’ex presidente d’Aula Daniele Maura; dall’altra, la sensibilità che nel municipio di Frosinone si riconosce nell’ex parlamentare Ue Alfredo Pallone, nell’assessore Pasquale Cirillo, nell’ex coordinatore cittadino Mimmo Fagiolo.

Lo scambio di battute via facebook è emblematico:

Scrive Crescenzi: “Elezioni Provinciali, nessun eletto di Frosinone. Quasi 9mila voti a beneficio di altri candidati. In bocca al lupo agli eletti”.

Appare uno sfottò a Fagiolo che ha mancato d’un soffio l’elezione. Ci potrebbe stare, se non fosse che in quella lista c’era anche lo stesso Crescenzi. Fagiolo gli risponde: “Scusa, ma non eri candidato alle Provinciali? Quanti voti hai preso?”.

Crescenzi risponde: “Zero voti. Il mio voto è servito per battere te e Alfredo Pallone. Questa è stata la mia straordinaria vittoria”. In pratica gli ha detto in faccia che non lo ha votato ma ha sostenuto uno dei candidati avversari in FdI così da impedire a Fagiolo d’essere eletto.

Lapidario il giudizio di fagiolo: “Sei un pagliaccio”.

Tanti saluti

Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri

C’è dell’altro e molto di più. Domenico Fagiolo oggi rivela: «Le insanabili divergenti posizioni, sono riconducibili solo ed esclusivamente alle continue strampalate richieste politiche del trinomio Fabio Tagliaferri (coordinatore cittadino), Massimo Ruspandini (coordinatore Provinciale), Paolo Trancassini (coordinatore Regionale), reggenti di Fratelli d’Italia a Frosinone; un trinomio detto anche “Consorteria della Cantinella”».

Cosa avrebbero fatto. Quali sono le richiesta strampalate? «Hanno cercato di mettere in difficoltà il sindaco Nicola Ottaviani, minacciando di passare all’opposizione. Hanno esercitato continuamente pressione sul gruppo consiliare per far mantenere a Tagliaferri l’assessorato che aveva quando stava in Polo Civico prima che passasse in FdI. Senza considerare che si sarebbe incorsi in una crisi politica (questo era quello che realmente cercavano), mettendo a repentaglio il proseguo politico e amministrativo dell’amministrazione di Centrodestra del Capoluogo. Una circostanza caldeggiata dal trio: Trancassini, Ruspandini Tagliaferri per ottenere in cambio la candidatura a sindaco di Frosinone dell’ex assessore Tagliaferri del Polo Civico».

Non è pentito di avere detto no ed essersi messo di traverso a quel progetto. «Preciso ed urlo che per me è motivo di orgoglio non avere consentito al trio della Cantinella di saccheggiare politicamente il capoluogo. Città dove, è giusto ricordarlo, il Partito della Meloni aveva zero consiglieri comunali e dove il peso politico di Ruspandini era ed è prossimo allo zero: basta vedere anche il penoso risultato delle provinciali del 2021». 

Rientri sgraditi

Fabio Tagliaferri con Marco Ferrara

A Mimmo Fagiolo non vanno giù nemmeno i recenti rientri a casa operati da Fabio Tagliaferri.

«I professoroni della Cantinella hanno partorito l’idea di riportare nel Partito anche chi ne era stato allontanato da loro stessi, come il signor Marco Ferrara. Con lui non posso certamente condividere lo stesso Partito ed un’azione politica, dopo che ha pubblicato la foto del cancello di Auschwitz con la scritta Il vaccino rende liberi, vituperando se stesso e l’intera città di Frosinone. Altresì uno dei pochissimi consiglieri comunali favorevole alla realizzazione della moschea in viale America Latina, adducendo il suo personale favore alla realizzazione della stessa in cambio di un parcheggio per 28 auto».

«Che dire invece del signor Sergio Crescenzi, recordman di preferenze delle ultime elezioni provinciali, fortemente voluto in lista dall’ex assessore del Polo Civico. Prendendo la bellezza di zero voti, senza vergogna e ritegno, ha però dichiarato a mezzo il social Facebook che, ha votato per un terzo candidato della lista di FDI, e non per se’ stesso, ma solo per evitare la mia personale elezione». 

Verso una civica

Paolo Fanelli (Foto © IchnusaPapers)

Nei giorni scorsi aveva già scavato un fossato. Criticando il rientro e la candidatura come capolista dell’ex sindaco Paolo Fanelli, figura storica nella politica frusinate. Per lui, quell’iniziativa era stata un buco nell’acqua, commentando: “Ma quale gigante: Fanelli è aria fritta”.

Prosegue spiegando che per lui è veramente troppo. Assicura lealtà al centrodestra del sindaco Nicola Ottaviani. Sarà in campo alle prossime elezioni Comunali. Non nella lista di Fratelli d’Italia. Ma in una civica.