Fagiolo e Pizzutelli: le due teorie per il successore di Ottaviani

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Le due teorie per arrivare alla successione di Nicola Ottaviani. Come si leggono le dichiarazioni fatte oggi dal leghista Fagiolo. E come si innestano nell'intervento fatto l'altro giorno dal leader del Polo Civico Gianfranco Pizzutelli. I ruoli di Piacentini e Magliocchetti

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il rischio è quello di un logoramento dall’interno. Che finisca per indebolire poco alla volta la coalizione. Togliendole autorevolezza e soprattutto innescando scontri tra alleati, dividendoli. Un rischio che Domenico Fagiolo ha colto nella sua concretezza. È per questo che in mattinata ha rilasciato a Ciociaria Oggi le dichiarazioni con cui congela nei fatti qualsiasi discussione interna sul futuro della coalizione e blocca sul nascere ogni confronto sulla successione al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.

A Corrado Trento, l’esponente leghista che a lungo è stato vice coordinatore provinciale, ha detto

«l’Amministrazione Ottaviani è un esempio perfetto di centrodestra che funziona in provincia di Frosinone. (…) Le primarie sono state organizzate anche nelle due occasioni precedenti, perfino quando Ottaviani era il sindaco uscente. Logico prevederle pure la prossima volta».

Il sindaco Nicola Ottaviani ed il coordinatore della Lega Mimmo Fagiolo

Cosa vuole dire ed a chi è rivolto il messaggio.  È innegabile che da settimane sia partito il dibattito sotterraneo sulla successione al sindaco. Con piccoli segnali, sgomitamenti, qualche muso appeso: succede ogni volta che si sbaglia il tavolo del confronto e non si lavora alla luce del sole.

Domenico Fagiolo ha un doppio motivo per non lasciar proseguire questo dialogo al buio. Il primo: Ottaviani è un sindaco della Lega ed il Carroccio non può permettersi di non governare il dibattito sulla successione. Il secondo: c’è il rischio del logoramento interno, della nascita di piccole faide e lacerazioni, in grado di destabilizzare l’unità della coalizione. 

Il segnale inviato da Fagiolo allora è chiaro: la successione verrà stabilita dal tavolo degli alleati, ciascuno avanzerà la propria candidatura, se la politica sarà capace di fare sintesi si giungerà ad una forte candidatura unitaria. Altrimenti si ricorrerà allo strumento delle Primarie che è stato utilizzato anche dallo stesso Ottaviani anche quando doveva ripresentarsi all’elettorato per il secondo mandato.

Perché? Fagiolo non è di primo pelo: è l’unità la prima garanzia che deve essere fornita all’elettore. E le Primarie sono il chiaro segnale di unità della coalizione, in grado di legittimare qualunque nome esca vincente.

Il Consiglio Comunale di Frosinone

C’è un passaggio che – tra le righe – è un ultimatum: «Se poi all’interno della maggioranza di centrodestra c’è qualcuno che non se la sente più o che ha cambiato idea, lo dica». È il chiaro messaggio agli assenti che in questi giorni hanno manifestato la loro contrarietà per la mancanza di segnali verso la nuova candidatura da sostenere. Fagiolo dice: decidono i Partiti, i singoli che non si allineano si mettono fuori da soli.

Il messaggio di Mimmo Fagiolo va nella stessa direzione delle levate di scudi fatte nei giorni scorsi da altri fronti della maggioranza. Il primo era stato Danilo Magliocchetti (capogruppo di Cambiamo) che per raffreddare le tensioni era arrivato a proporre un patto di fine consiliatura, capace di mettere in sicurezza il percorso amministrativo ed isolarlo dalle discussioni politiche sulla successione al sindaco. Altra acqua sul fuoco l’aveva gettata l’intervento di Adriano Piacentini, nella duplice veste di vice commissario provinciale di Forza Italia e presidente del Consiglio Comunale. Anche lui aveva insistito per separare due temi: amministrazione e successione, mettendo in chiaro che tutto il dibattito stava avvenendo con troppo anticipo, perché l’orizzonte politico è in continua evoluzione . (leggi qui Il decalogo di Piacentini per blindare Ottaviani e isolare i ribelli).

Le tensioni erano state tali da riflettersi sullo svolgimento del consiglio comunale. Arrivando addirittura ad un braccio di ferro tra il potentissimo gruppo del Polo Civico ed il sindaco. (leggi qui La crisi corre sul filo e leggi qui C’era una volta la maggioranza).

Gianfranco Pizzutelli, presidente nazionale del Polo Civico

Il segnale di tregua poi lo ha lanciato Gianfranco Pizzutelli. Il leader nazionale del Polo Civico l’altro giorno è intervenuto per spegnere un altro focolaio simile. Ribadendo la propria fiducia al sindaco e la lealtà del gruppo che rappresenta. Rivendicando però il ruolo del suo schieramento. In pratica ha detto: noi siamo leali, pretendiamo la stessa lealtà, soprattutto sul tema della candidatura a sindaco, se poi qualcuno vuole fare fughe in avanti o accordi sotterranei alle nostre spalle, siamo pronti allo scontro . (leggi qui Pizzutelli, l’ulivo ed il mitra).

Le dichiarazioni di Fagiolo congelano la situazione e mettono fine al confronto. Almeno per il momento. Lasciando però aperte le due scuole di pensiero. Quella di Mimmo Fagiolo, secondo la quale è la politica a dover decidere il successore di Nicola Ottaviani. E quella di Gianfranco Pizzutelli, secondo la quale sono invece le Civiche a dover recitare ruolo primario, invertendo la prospettiva di Fagiolo, perché prima erano prioritari i Partiti mentre ora la principale forza in Aula a Frosinone sono proprio i suoi civici.