Fagiolo: «Piacentini è il maggiordomo di De Angelis. Possiamo chiederne la testa»

Si alza il livello dello scontro tra Lega e Forza Italia. Il vice coordinatore del Carroccio, Fagiolo, minaccia di chiedere la testa di Adriano Piacentini da presidente del Consiglio Comunale. «È un maggiordomo di De Angelis»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

In teoria sono alleati. In pratica concorrono assieme e sommano i voti. Ma poi ognuno a casa sua: liberi di unirsi con il primo grillino che passa e farci insieme il Governo. Lega e Forza Italia sono tutto fuorché soci di maggioranza politica.

Sia nella teoria. Sia nella pratica.

E se qualcuno non avesse ancora le idee chiare della cantonata elettorale presa da Silvio Berlusconi (Gianni Letta lo aveva avvertito per tempo, ma come Cassandra fu ignorato) può ripassarsi l’edificante scambio di battute che da alcuni giorni vede protagonisti in provincia di Frosinone il coordinatore provinciale di Forza Italia Adriano Piacentini ed il vice coordinatore provinciale della Lega Mimmo Fagiolo.

 

Il primo ha messo i paletti alla Lega in diretta tv durante la trasmissione A Porte Aperte (leggi qui L’altolà di Piacentini alla Lega (e non solo). Il secondo gli ha risposto che non prende lezioni da chi ha candidato leader Dem Francesco De Angelis alla guida dell’Asi (leggi qui Fagiolo: «Piacentini chi, quello che ha proposto De Angelis presidente Asi?»).

Piacentini ha ricordato a Fagiolo che buona parte dei suoi vertici avevano ispirato il patto di non belligeranza Forza Italia – Pd. Ma poi, dopo essere stati trombati alle votazioni, sono passati con lui. (leggi qui Piacentini: «Niente lezioni da Fagiolo, l’ex pasdaran di Marzi che attacca il vescovo»)

 

Mimmo Fagiolo adesso intinge nel veleno il pennino e ribatte.

«Proprio perché la sinistra ha i numeri al consorzio Asi Adriano Piacentini poteva sottrarsi a fare da maggiordomo e servire il piatto della cortesia politica indicando Francesco De Angelis alla guida del consorzio industriale, perché il coordinatore provinciale di Forza Italia così rischia di inciampare nella sua livrea. Certi processi sono estranei alla Lega per scelta e lasciamo a Piacentini il piacere di dedicarsi ai gesti di cortesia politica verso il Pd».

 

Il tema che divide poi i due ‘alleati’ sono le elezioni Provinciali. Forza Italia agli occhi della Lega ha un peccato originale: ha fatto in modo che il Dem Antonio Pompeo venisse eletto alla guida dell’ente di piazza Gramsci. Piacentini ha ricordato che fu un momento storico particolare. Al termine del quale sia il Pd che Forza Italia misero fine a quel connubio.

Fagiolo non lo digerisce e rinfaccia al coordinatore azzurro «Sulle provinciali insiste in una ricostruzione parziale e strombazza fake news ma rischia di rintanarsi in una stanza dell’eco dove anziché informare si parla addosso. Nel 2014 Forza Italia ha sostenuto alla presidenza un esponente del Pd e il fatto che il centrodestra non avesse un proprio candidato costituisce un’aggravante politica».

Non era un momento storico particolare? «Sul momento storico di allora non voglio soffermarmi perché ritengo più attuale l’accordo fra Forza Italia e Pd in provincia di Latina, ed è stato Piacentini nel suo precedente intervento a dare lezioni di coerenza su presupposti politici di cui il suo partito, così come confermato candidamente da Piacentini, è stato protagonista nella gestione dell’ente provinciale».

 

Tu quoque Fagiolo!? Piacentini ha rinfacciato al vice coordinatore della Lega di essere stato un fedelissimo del sindaco Pd di Frosinone Domenico Marzi.

La risposta è «In merito al mio sostegno a Marzi ricordo che in quella fase politica conobbi Piacentini che dichiarò la sua ferma volontà di sostenere al ballottaggio Marzi contro Perlini. Dunque, l’etica politica mi pare un argomento che Piacentini non possa professare dalla sua traballante cattedra politica. Ricordo, inoltre, che al ballottaggio nel primo mandato di Ottaviani l’appoggio del gruppo con cui condividevo un percorso politico fu determinante».

 

C’è poi la questione degli attacchi al vescovo Ambrogio Spreafico, titolare della cattedra di Frosinone, insigne biblista di fama mondiale, designato dal Papa alla guida della commissione dei vescovi italiani che ha il compito di costruire linee di dialogo con le altre religioni.

Quali attacchi? Nei giorni scorsi il vescovo, nella sua veste di presidente della Commissione per il dialogo, aveva toccato il tema dei migranti con un intervento riportato su Alessioporcu.it (leggi qui Spreafico: La propaganda non aiuta a capire il dramma dei migranti)

«In merito alla difesa d’ufficio, ma dubito che la persona interessata si affiderebbe al patrocinio di Piacentini, di alti prelati, ribadisco che chi fa soldi sui migranti non può ottenere la stima dei cittadini e non temo le scomuniche di chi usa il pulpito per recitare la propaganda dell’accoglienza da cui derivano profitti economici. Il servo encomio di Piacentini ad alti prelati per ricavare la remissione dei peccati appartiene ad una stagione archiviata».

 

Piacentini rivendicava il ruolo di Forza Italia. Fagiolo gli ricorda che la leadership azzurra appartiene al passato. E che ora è la Lega a comandare.

«La matematica non è un opinione ed essendo la Lega il primo partito della coalizione ha determinato la vittoria in tutti i collegi uninominali di esponenti di FI e nonostante questo dato oggettivo non rinfacciamo il nostro apporto».

 

C’è poi il tema della ‘campagna acquisti‘ fatta nel consiglio comunale di Frosinone. È in grado di destabilizzare gli accordi e gli equilibri sui quali si fonda il governo del sindaco Nicola Ottaviani.

Fagiolo non ci sta. e ribatte. «Sulla città capoluogo Piacentini usa termini offensivi, come “campagna acquisti”, verso persone che liberamente hanno scelto di aderire alla Lega. Gli oggetti si comprano, le persone no! Piacentini quando interviene sulle dinamiche politiche interne al consiglio comunale si ricordi che è presidente dell’assemblea comunale e assumendo toni dispregiativi verso i suoi componenti sveste gli abiti di terzietà e compromette il suo ruolo di garanzia».

Tutto qui. No, tanto per mettere i puntini finali sulle ì. «Alle Regionali FI ha beneficiato del contributo di candidature espressione del civismo locale come Gagliardi di Cuori italiani, ma non mi permetterei di derubricarne l’apporto alla sessione invernale della campagna acquisti semmai al prestito con opzione di riscatto. Sulla Giunta decide il sindaco, ma sul presidente del consiglio comunale decidono i consiglieri».

 

Che è un chiaro preavviso per Piacentini: o la finisce di attaccare o la Lega ne chiederà la testa.

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