Fango e ricatti su Ini Città Bianca, due condannati

Il fango gettato sul Gruppo Ini nel 2018. Serviva per estorcere soldi al colosso sanitario fondato dal professor Delfo Faroni. Strane ispezioni, accuse costruite, consulenti da piazzare. Ora due pesanti condanne

Tutto era partito da Veroli, dalla clinica Città Bianca del gruppo Ini: il colosso sanitario fondato dal professor Delfo Faroni. Situazioni strane, insolite ‘ispezioni’ compiute a sorpresa dall’allora consigliere regionale Davide Barillari e dall’allora deputato Luca Frusone (entrambi del Movimento 5 Stelle). Più strane ancora le assemblee sindacali chieste in quello stesso periodo dal sindacato Sicel (Sindacato Italiano Confederazione Europea del Lavoro): sfociate in una denuncia a carico del gruppo sanitario.

Ma il vero segnale d’allarme furono alcune chiamate di consulenti che sollecitavano l’invio dei documenti necessari per procedere all’offerta di acquisto. Ed altre propedeutiche ad un’ipotesi di commissariamento del gruppo. I vertici dell’Ini capirono che era in atto una manovra per ricattarli: era il 2018 e segnalarono tutto all’allora prefetto Emilia Zarrilli, con dovizia di particolari. Nasce da lì l’inchiesta conclusa in queste ore con due condanne. (Leggi qui: Ini al prefetto: «Trappola al limite dell’estorsione per farci vendere il gruppo»).

Le due condanne

Il tribunale ha condannato il sindacalista Sicel Andrea Paliani che aveva organizzato la strana assemblea sindacale all’Ini di Veroli, coinvolto i due deputati del M5S (inconsapevoli di tutto ed estranei all’inchiesta), promosso l’apertura di un’indagine per irregolarità nell’ottenimento dei contributi di solidarietà (ipotesi rivelatasi in larghissima parte infondata) e l’iter di commissariamento attraverso il consigliere regionale Davide Barillari. Al sindacalista sono stati inflitti 5 anni di pena.

Condanna a 6 anni invece per il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Costantino in servizio all’Ispettorato del Lavoro ed accusato di essere suo complice a pieno titolo.

A cosa puntavano? Le indagini e la sentenza dicono che l‘obiettivo era infiltrarsi nel gruppo sanitario e ricevere una specie di vitalizio. In che modo? Imponendo il loro consulente per realizzare le buste paga alle centinaia di dipendenti dell’Ini. Un incarico da 250mila euro l’anno destinato al consulente Alessandro Tricarico: che per la procura sarebbe stato la copertura alla tangente (è uscito dal processo tempo fa patteggiando ha già patteggiato una condanna a due anni).

In cambio cosa promettevano? La pace sindacale, la fine di quegli attacchi strumentali, l’abbandono della richiesta di commissariamento che assicuravano di poter ottenere attraverso il consigliere regionale Davide Barillari (in realtà era inconsapevole di quanto stava avvenendo alle sue spalle). E poi l’insabbiamento dell’inchiesta nata dalle accuse del Sicel: effettivamente il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Costantino era riuscito a farsi assegnare quel fascicolo d’indagine sottraendolo alla competenza della Finanza.

Ini non paga

Disse no il dottor Cristopher Faroni, figlio del professor Delfo Galileo Faroni ed all’epoca consigliere d’amministrazione del gruppo Ini. Si presentò in Procura a Velletri e circostanziò ogni cosa, assistito dagli avvocati Ilaria Barsanti, Alessandro Bendetti e Tommaso Politi.

Le indagini dicono che Paliani è l’uomo che aggancia Faroni e gli propone la fine dell’assedio. Ma vuole l’assunzione di Alessandro Tricarico con uno stipendio annuale di 250mila euro più una percentuale tra il 3% ed il 5% sui risparmi che il consulente sarebbe riuscito a totalizzare.

La procura nel novembre 2019 trova tutte le conferme necessarie per far scattare gli arresti del sindacalista e del carabiniere. In breve si arriva all’apertura del processo. Alla fine dello scorso dicembre il Pubblico Ministero Luigia Spinelli conclude la sua requisitoria con le sue richieste di condanna: 6 anni e 4 mesi per il carabiniere, 5 anni e 4 mesi per il sindacalista. (Leggi qui: Ricatti al gruppo Ini del professor Faroni: 3 arresti. Accertamenti su Barillari (M5S)).

Ora la condanna. E la definitiva chiarezza sul fango che in quel periodo del 2018 venne gettato sul gruppo fondato dal professor Delfo Faroni. Solo fango.