Fanpage silura Durigon: M5S “Dimissioni”. Lui: “10 querele”

L'inchiesta di Fanpage che ha creato imbarazzo nella Lega. Al punto da invocare le dimissioni del sottosegretario Claudio Durigon. Che viene registrato mentre dice “quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi”. L'intervento di Salvini. Le prossime puntate

Quello che colpisce è il silenzio. Più delle voci. Nessuno è sceso in campo a fare scudo per Claudio Durigon, sottosegretario ale Finanze nel Governo Draghi, papà di Quota Cento nel Conte 1, Coordinatore della Lega nel Lazio dove è stato il primo a riuscire nell’impresa di far attecchire il Partito a sud di Firenze; candidato in pectore alla guida della Regione Lazio quando Nicola Zingaretti avrà concluso il secondo mandato. Ne chiedono la testa, vogliono che si dimetta, lasci al più presto il Governo. Colpa di un’inchiesta giornalistica del sito Fanpage, intitolata Follow The Money (Guarda qui il video).

Solo in serata, quando ormai la bufera non accenna a placarsi, sale sul ponte di comando Matteo Salvini. Detta la linea: “Durigon non deve dimettersi. E declassa tutta la storia ad una grossa montatura “con cui coprire i problemi di Grillo

Colletti annuncia interrogazioni

Il post del M5S

Il primo a rompere il silenzio in mattinata è Andrea Colletti, deputato e coordinatore della  componente l’Alternativa C’è a Montecitorio. «Da un’ottima inchiesta giornalistica veniamo a scoprire che il sottosegretario  all’Economia Claudio Durigon, ripreso con una telecamera nascosta, sostiene di non aver paura degli sviluppi sul caso dei 49 milioni confiscati alla Lega dalla procura di Genova perché, dice  testualmente: ‘quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo  noi’».

Annuncia un’interrogazione. Vuole che il ministro dell’Economia Daniele Franco riferisca in Parlamento sull’operato del suo sottosegretario. Reclama una risposta dal ministro della Giustizia Marta Cartabia sullo sviluppo delle indagini che riguardano il Partito di Matteo Salvini. 

«In ogni caso – evidenzia Colletti – Durigon dovrebbe dimettersi per le sue parole e per tutta una serie di rapporti opachi a lui riconducibili emersi dall’inchiesta di Fanpage». (Leggi qui Tessere gonfiate, uffici e uomini: così Claudio Durigon ha regalato l’UGL alla Lega di Salvini)

Il caso a Montecitorio

Passano poche ore ed il caso genera un duro scontro verbale in aula alla Camera. Coinvolge i deputati del Movimento 5 Stelle e quelli della Lega. È il deputato pentastellato Eugenio Saitta ad invocare un chiarimento  da parte del Ministro dell’Economia e delle Finanze.

«Le parole del sottosegretario Durigon – ha detto in aula Eugenio Saittadestano sconcerto e inquietudine. Parole  gravissime, inaudite e inaccettabili che il ministro dell’Economia  Daniele Franco, deve chiarire in Parlamento. È necessaria,  trasparenza, chiarezza e di tutelare il Mef che è certamente estraneo  a questi fatti“.       

Claudio Durigon e Matteo Salvini (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

La replica dal fronte leghista è arrivata da Davide Ziello. «Siamo stufi di vedere da parte del M5s – ha ribattuto – trasformare l’aula del Parlamento in un tribunale.  Noi siamo garantisti e quelle di cui parlate sono solo delle inchieste giornalistiche. Dal punto di vista giudiziario non c’è nulla» Ribaltano il fronte i leghisti, spostano l’attenzione. E dicono: «Le uniche dichiarazioni sulle quali si dovrebbero concentrare i deputati  5Sstelle, sono quelle della sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina che utilizzando il proprio ruolo, si è permessa di entrare nel merito di un processo penale in corso che tocca il figlio di Beppe Grillo, fondatore e leader del M5s. Basta con la vostra logica forcaiola e garantista a giorni alterni».

Ma l’onorevole Eugenio Saitta è inarrestabile. Evidenzia che l’inchiesta di Fanpage su Durigon “parla di rapporti con ambienti non limpidi, di rapporti opachi tra  l’Ugl e lo staff della comunicazione del partito di Salvini, la  cosidetta ‘bestia’. L’inchiesta ripercorre anche la vicenda dei 49  milioni – ha detto in aula il deputato M5s – che non è solo  giornalistica ma giudiziaria. Ciò che desta preoccupazione e  sconcerto sono le parole di Durigon. Il quale nella conversazione  videoregistrata dice non avere timore delle inchieste giudiziarie che  riguardano la Lega, perché l’uomo della Gdf che le conduce ‘è stato  messo da noi‘”.

Sostiene che le parole di Durigon, sottosegretario al Mef, ministero che è a capo della Guardia di Finanza «possono far sorgere il dubbio che ci siano uomini o donne della Gdf asserviti a interessi di parte di una forza  politica. Questo è inaudito e inaccettabile».

Dimissioni

Il M5S valuta una mozione di revoca dal ruolo di sottosegretario per Claudio Durigon. Il primo ad evocarla è l’ex ministro Claudio Toninelli.

Danilo Toninelli (Foto: Alessia Mastropietro / Imagoeconomica)

«Durigon non può più rappresentare il governo italiano. Quanto emerge dal video-inchiesta di Fanpage non  lascia spazio a dubbi. Questo basta e avanza perché Durigon si dimetta dal delicato quanto importante ruolo  di sottosegretario all’Economia. Così potrà avere il tempo di chiarire ciò che è emerso dalla puntuale inchiesta di Fanpage, senza più  scappare e non rispondere a legittime domande che gli sono state  poste“.

Toninelli chiede chiarezza anche a Matteo Salvini: sui rapporti emersi con il sindacato Ugl, sui soldi che i Partiti impiegano per le proprie attività politiche.

Il Pd sceglie il profilo basso e garantista. L’unico a commentare è il parlamentare a Bruxelles Pierfrancesco  Majorino che su Twitter scrive “Ma come fa #Durigon a stare al suo  posto?“.

Nel servizio di Fanpage

Ma cosa c’è nella prima puntata dell’inchiesta? Lo spiega l’introduzione. Claudio Durigon, l’attuale sottosegretario all’Economia del governo Draghi, è stato eletto alla Camera nelle elezioni del 2018, nel collegio proporzionale Frosinone-Latina. Prima di entrare a Montecitorio Durigon aveva fatto carriera all’interno del sindacato Ugl, dove era arrivato a ricoprire la carica di vicesegretario. 

L’Ugl, che dichiara di poter contare su quasi due milioni di iscritti, “sarebbe in realtà un sindacato con poche migliaia di deleghe”: a denunciarlo a Fanpage.it sono gli stessi tesserati. 

C’è poi un altro accostamento. Mentre la procura di Genova bloccava i conti del Carroccio in seguito all’inchiesta sui 49 milioni, è proprio Durigon a suggellare l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini. È lui che corre in soccorso del Partito in crisi economica mettendo a disposizione della Lega la sede e lo staff del sindacato.

Un frame della puntata

È grazie alla discesa in campo del sindacalista che si è fatto onorevole che la Lega costruisce la sua roccaforte nel Lazio. Un’operazione partita dalla provincia di Latina, la città natale di Durigon. Fin qui poco di clamoroso. Ma è proprio ad un certo punto del video che fonti coperte di Fanpage rivelano i legami del sottosegretario nella provincia pontina già investita da numerose inchieste dell’antimafia per infiltrazioni mafiose nella politica. 

Scrive FanPage: «Ma le indagini dei pm non sembrano preoccupare il sottosegretario che ha rivendicato di essere stato lui, insieme al suo partito, ad aver nominato il generale della Guardia di finanza che sta indagando sulla Lega di Matteo Salvini».

La difesa di Salvini

In serata il caso non accenna a placarsi. Al punto che è costretto a farsi sentire Matteo Salvini. «Mi sembra una vicenda surreale, la mia idea è che i 5Stelle si stiano agitando tanto per nascondere i problemi di casa Grillo, su cui non mi permetto di dare un giudizio».

Il video però punta il dito sui rapporti con Ugl. «Per quanto riguarda i miei rapporti con l’Ugl io sarò sabato mattina in piazza Duomo a Milano, al fianco dei lavoratori, nel nome del rispetto della vicinanza e della trasparenza».

Carla Falzone di Fanpage chiede a Salvini un commento sulla frase intercettata a Durigon: quella in cui dice di sentirsi tranquillo per l’inchiestga sui 49 milioni spariti dalla Lega, perché “Quello che indaga della Guardia di Finanza, il generale lo abbiamo messo noi…“. Replica Il Capitano: «Visti come sono andati i processi…l’influenza di Durigon non esiste e non è esistita».

E le cifre dell’Ugl? Che per il servizio sarebbero gonfiate? «E che ne so io dei conti dell’Ugl, è un sindacato. Il 1 maggio è la Festa del Lavoro sarò onorato di essere in piazza con i lavoratori».

Dieci querele

Claudio Durigon con Matteo Salvini. (Foto Benvegnù Guaitoli / Imagoeconomica)

Il sottosegretario Claudio Durigon rimane in silenzio fino al pomeriggio. In realtà per buona parte della mattinata lo Stato Maggiore della Lega è stato impegnato a capire chi ci fosse dietro a quell’inchiesta. Se fosse un siluro lanciato dal M5S oppure ci fosse anche del fuoco amico: 350 posti in meno nella prossima tornata elettorale tra Camera e Senato produrranno molte vittime in posizione di imbarazzo da qui ai prossimi mesi.

Nel frattempo, firma il mandato pieno ai suoi avvocati incaricandoli di querelare. In serata si saprà che sono dieci le citazioni a giudizio fatte in nome per conto del Sottosegretario.

«Preoccupato per la vicenda del  video? No, sono tranquillissimo» dice al telefono all’agenzia AdnKronos Claudio Durigon. È con l’altra sottosegretaria al Mef, la pentastellata Laura Castelli, nella sala Garibaldi del Senato. «Sto lavorando – spiega il leghista – sul  dl Sostegni, posso dire che siamo a buon punto, lunedì avremo  sicuramente una giornata impegnativa su quelle che potranno essere le  varie approvazioni».

Claudio Durigon ostenta tranquillità. Fanpage annuncia altre puntate della sua inchiesta.