Fantasmi a 5 Stelle

Nessun sindaco e appena sei consiglieri comunali in 91 Comuni. Tagliati fuori da dibattiti come quelli sul servizio idrico e sui rifiuti, “timidissimi” su temi come la Vertenza Frusinate e l’ecotassa. Nei territori la partita va giocata ventre a terra, non sulla tastiera.


Non riescono mai ad incidere sul piano provinciale. Nonostante abbiano tre parlamentari (Luca Frusone, Ilaria Fontana ed Enrica Segneri) e un consigliere regionale (Loreto Marcelli). Il Movimento Cinque Stelle in Ciociaria non lascia il segno.

Non lo fa a livello elettorale e politico. Basta pensare che non esprime nessun sindaco in 91 Comuni e che può contare su sette consiglieri comunali in tutto. (2 a Frosinone e 1 a Sora, Anagni, Amaseno, Casalattico, Monte San Giovanni Campano). Come emerso nel voto delle provinciali, quello riservato appunto ai grandi elettori.

Ma più in generale è sull’attualità politica, economica e sociale di questa provincia che i pentastellati non lasciano il segno.

Non sulla Vertenza Frusinate, che vede 1.300 disoccupati “combattere” per la proroga della mobilità in deroga. Servono risposte rapide, proprio in queste ore. E fra l’altro il ministro del lavoro è Luigi Di Maio. Anche se il compito di trovare 900.000 euro per completare il 2018 è della Regione Lazio.

Anche la vicenda dell’ecotassa poteva vedere i Cinque Stelle in prima linea a livello locale, dove lo stabilimento Fca di Cassino Plant è l’ultimo baluardo contro il “baratro” della Ciociaria.

Per non parlare di tutto il resto. In questi mesi in assemblea dei sindaci temi come quelli dell’acqua e dei rifiuti hanno visto un dibattito acceso. I Cinque Stelle sono rimasti a guardare, perché non hanno primi cittadini. È alle elezioni comunali che dovrebbero mettere in campo liste più competitive. Invece non succede. Il dibattito politico non può avvenire soltanto a Roma o sulla piattaforma Rousseau. Nei territori le partite vanno giocate ventre a terra.

Non servono i tastieristi da salotto.