Fca, il Pd unisce gli stabilimenti: «Vertenza nazionale per difendere i posti di lavoro»

Il coordinamento nazionale dei Circoli in cui hanno sede gli stabilimenti Fca. Fardelli: "Provvedimenti inutili del governo". "Più efficace una rottamazione seria". M5S "Presi i voti sono scappati". Lega "Poca competenza". Pd "Ecco cosa abbiamo fatto per Cassino Plant"

Prima di buttarsi in politica ha fatto l’operaio: metalmeccanico, indotto Fiat, turni a nastro mattina – pomeriggio – notte – riposo. Ha indossato la tuta da lavoro subito dopo avere sfilato la mimetica ed essersi congedato dal servizio militare. Tutti pensavano che Marino Fardelli fosse nato dietro ad una scrivania e non si fosse mai ‘sporcato le mai’.

Invece quel mondo gli è rimasto dentro. Non fosse altro perché è abbinato ai suoi vent’anni. E ora che il pianeta Automotive è a rischio non se l’è fatto dire due volte: è sceso in campo ed ha organizzato il coordinamento nazionale dei circoli Pd delle città sede di stabilimento Fiat Chrysler Automobiles e dell’indotto. Torino, Cassino, Melfi, Atessa, Piedimonte San Germano, Pratola Serra, Cento, Termoli, Pomigliano d’Arco.

Ha iniziato a lanciare l’allarme poco prima di Natale: un’esponente della Lega la definì ‘sciacallo’ giurando che Fca non correva rischi.

Sciacallo è chi vorrebbe difendere la propria comoda poltrona ad ogni costo, arrivando a far credere che il problema Fca non esista. Comprendo l’attaccamento alla poltrona: soprattutto perché ci si è messi comodi senza nemmeno avere una preferenza.

Chi dice che il sistema Ecotassa/Ecobonus sia concreto per Fca?

Mike Manley, l’amministratore delegato Fca che ha preso il posto di Sergio Marchionne. Lo ha detto in tv da Detroit. Ma è normale che i nostri rappresentanti non lo hanno capito.

Perché è ‘normale’ che non abbiano compreso: Manley lo ha detto in termini troppo tecnici?

No, lo ha detto in inglese. Ed i nostri rappresentanti hanno manifestato evidenti difficoltà a maneggiare l’italiano, figuriamoci le lingue straniere…

Però anche lei non dice che si tratti di un provvedimento sbagliato…

Nessuno dice che sia sbagliato il provvedimento to. Sono sbagliati i tempi: andava applicato in un altro periodo cioè una volta messe sul mercato anche le nostre auto ibride ed elettriche. E se vogliamo dirla tutta è un provvedimento inutile.

Inutile?

Se lo scopo era difendere l’ambiente bastava sostenere una robusta rottamazione delle auto Euro 1 – 2 – 3 che sono ancora in circolazione. I motori Euro 6D in produzione oggi rispondono ad una normativa entrata in vigore ad ottobre.

Cosa pensano i segretari degli altri 8 circoli Pd italiani che avete unito in questo Coordinamento?

Intanto diciamo come nasce il Coordinamento. Insieme a Domenico Iacovella segretario Pd di Piedimonte San Germano abbiamo sensibilizzato dapprima tutti i segretari di circolo Pd della Provincia di Frosinone, poi abbiamo chiesto alla Federazione provinciale una discussione politica. Da qui nasce il Coordinamento nazionale. Perché una delle cose che l’attuale Governo non ha capito è che il problema non è di Cassino o di Melfi ma è nazionale. Per farglielo capire abbiamo organizzato la grande mobilitazione provinciale davanti ai cancelli FCA. Un percorso lineare per dire: caro Governo anche le cose positive come Ecotassa ed Ecobonus vanno concertate perché senza dialogo non funzionano e anzi rischiano di diventare negative.

Sa bene che ora l’accuseranno di fare solo politica e che né lei né il Pd avete fatto niente per l’area Fca.

Balle. Ci sono le carte a parlare.

Cosa dicono le carte?

Che in qualità di consigliere regionale ho fatto approvare l’ordine del giorno in cui si impegnava la Regione Lazio a rifinanziare la Legge 46/02. Cosa che poi è avvenuta, grazie al lavoro di squadra fatto con l’allora assessore regionale al Bilancio Alessandra Sartore, con l’allora presidente della Commissione Bilancio Mauro Buschini che la supportò in Aula insieme al consigliere Daniela Bianchi. Il bilancio redatto dalla Giunta Polverini stanziava 50mila euro, noi siamo arrivati a più di 4milioni di euro con quella concertazione.

In pratica?

Sono i soldi grazie ai quali sono stati finanziati il rifacimento delle strade nella zona industriale, la pubblica illuminazione sulle strade perimetrali, il rifacimento di alcuni Gate di ingresso nello stabilimento cosi come da accordi con FCA. Di quelli che oggi parlano tanto non mi sembra di avere visto alcun provvedimento.

Il governo, attraverso il suo sottosegretario al Lavoro e rappresentanti sul territorio, sostengono che il problema non ci sia.

Dilettantismo allo stato puro. Messo in campo da chi ha approvato un testo senza averlo letto e di conseguenza senza poter avere capito cosa veniva approvato in Aula. Approvato solo per aver obbedito agli ordini di scuderia con ripercussioni letali per lo stabilimento del nostro territorio.

Ma almeno ci hanno messo la faccia

È questo che non riesco a comprendere: il provvedimento lo ha voluto il Movimento 5 Stelle, non capisco perché ora debbano essere i leghisti ad intestarsi questa rogna della quale sono complici. I 5 Stelle sarebbero dovuti venire a difenderei lo loro provvedimento. Invece sono spariti. Latitanti. Ma chi viene eletto al Parlamento, ora graziato dalla Legge elettorale, la prossima volta con che faccia potrà candidarsi chiedendo i voti? Dove sono stati in questi mesi? O forse aspettano sempre le “clikkarie” per ripresentarsi davanti agli elettori?

Invece il Pd?

Abbiamo trovato davanti al tema del lavoro e della difesa dello stabilimento FCA una grande condivisione all’interno del PD provinciale a cominciare da tutti i circoli. Parlandone con Domenico Iacovella ho lanciato l’idea di un coordinamento tra tutti i segretari PD dei circoli delle città dove insistono degli stabilimenti FCA e dell’indotto. Ecco cosi che ho riunito tutti davanti ad una tematica importante: da Torino a Melfi, da Atessa passando per Termoli a Pomigliano d’Arco, da Pratola Serra in provincia di Avellino a Cento in provincia di Ferrara. Cassino con Piedimonte sono i comuni capofila di questo coordinamento con l’idea di un raccordo comune e unire le forze per farci sentire affinché FCA non abbandoni i nostri territori e riveda alcuni impegni per garantire i livelli occupazionali, a fare investimenti per adeguarsi ai mercati che avanzano, per dare speranza ai giovani e a coloro che all’interno del “bacino dei 500” aspettano in attesa di un lavoro.

Cassino sta vivendo una crisi politica che sta lacerando Forza Italia, il Partito di maggioranza relativa nell’amministrazione D’Alessandro.

Vicenda che vivo con distacco perché i protagonisti di questa sceneggiata sono distanti anni luce dai problemi reali dei cittadini. Litigano solo per loro questioni interne per chi conta di più. Sono dell’avviso che prima o poi faranno pace perché nessuno di loro vuole andare a casa. Questo permette a noi del centrosinistra di prepararci e mentre il loro gradimento in città scende, cresce a possibilità di una proposta ed una alternativa credibile per Cassino.

Voi avete deciso cosa volete fare? Non sembrate molto più uniti di Forza Italia.

Siamo stati chiari nel corso dell’ultimo direttivo. Abbiamo ipotizzato un percorso ma la linea è tracciata: dimissioni, gruppo unico in Aula, lavoro del centrosinistra per individuare un perimetro amministrativo e programmatico per una valida alternativa al malgoverno cittadino, primarie. Sono i punti cardinali di un percorso certo lungo, impegnativo ma mai stancante.

La Convenzione con cui decidere i tre candidati alle Primarie è agli sgoccioli: Zingaretti in provincia di Frosinone è al 91%, a Cassino come dovunque ha vinto, il numero dei votanti in città è inferiore a quello portato alle urne da Filippo Materiale a Castrocielo.

Meglio così, preferisco pochi tesserati ma veri. E non un mercato delle tessere che crea finte sezioni e Partiti inesistenti. Si invece ad una mobilitazione interna frutto di un ragionamento condiviso. Zingaretti è la persona adatta per avere un PD forte, unito, vincente e il suo “modello Lazio” ne è la dimostrazione. Sono fiducioso che i 3 marzo si possa arrivare al 50,1% per vincere senza la conta tra i delegati. Molti alla luce dei risultati di questi giorni stanno facendo un ragionamento semplice: meglio non disperdere i voti, meglio far vincere un candidato forte per un PD forte.