«La verità è che Marino Fardelli è sotto ricatto»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il consigliere regionale Marino Fardelli «è sotto il ricatto dei vertici provinciali del Partito Democratico». Gli hanno mandato un segnale preciso «non facendolo entrare nel Gruppo regionale». E per bloccare ogni possibilità di rielezione «hanno deciso di candidare Barbara Di Rollo di Cassino alle prossime regionali». Salvatore Fontana è l’immobiliarista campano trapiantato da anni a Cassino, finito al centro di tutti i dibattiti politici. Contro di lui tuonarono dai palchi del centrodestra nei comizi delle scorse Comunali. Ma anche da quelli di una parte del centrosinistra. Ha detto spesso che non vuole più interessarsi di politica ma continua a frequentare le riunioni. Quasi sempre dalla parte di quelli che poi perdono.

Il ricatto del Pd a Marino Fardelli lo rivela con un post su Facebook, rispondendo al caso sollevato da Alessioporcu.it.

Dalla Componente Cassino agli Gnocchi di Biagio
Il riassunto delle puntate precedenti inizia con le elezioni comunali di Cassino. Marino Fardelli si candida a sindaco: è uno dei tre aspiranti sindaco iscritti al Pd. Poche settimane prima della presentazione delle liste, dopo mesi di campagna elettorale, annuncia il ritiro. Passa ad appoggiare Giuseppe Golini Petrarcone «Per l’unità del centrosinistra». In realtà ha già centrato il suo obiettivo: è a tutti gli effetti un interlocutore del Pd, partecipa alle manovre del Partito, aggrega intorno a sé una parte degli iscritti. Rappresenta una tappa: lui è stato eletto in Regione nella civica promossa dall’Udc, negli anni precedenti ha frequentato le Direzioni Politiche e le sezioni dell’Udc e non del Pd.

La seconda tappa è il dopo elezioni a Cassino. Fardelli continua ad aggregare. Il catalizzatore è il malcontento nei confronti del Partito provinciale. Che ha spaccato il centrosinistra cittadino, rendendo possibile la vittoria di Carlo Maria D’Alessandro. La nascita de facto della nuova Componente Cassinate si ha quando il consigliere provinciale Pd Alessandro D’Ambrosio lascia gli incarichi e passa all’opposizione, accusando il presidente della Provincia Antonio Pompeo d’essere tra i responsabili della sconfitta di Petrarcone a Cassino.

La terza tappa è il primo vero banco di prova per la Componente Cassinate del Pd. E’ il momento di fare le candidature per le Provinciali di medio termine, programmate per l’otto gennaio. La contrapposizione al Pd provinciale porta Fardelli ad incontrarsi più volte con Gianfranco Schietroma (leader dei Socialisti) ed a confrontarsi con Daniela Bianchi (Sinistra Italiana). Si ipotizza una lista da fare insieme, per dire in modo chiaro al Pd che loro non sono omologati al Partito Democratico.

Il passo indietro
Il passo indietro arriva all’improvviso. Lo rivela Alessioporcu.it, raccontando anche di un pranzo a casa del filosofo Biagio Cacciola. A tavola ci sono Schietroma, Bianchi e Luigi Vacana. Mangiano gnocchi fatti in casa e parlano di politica: il presupposto chiaro a tutti, nel corso dei dialoghi a tavola, è che Fardelli non faccia più parte dell’alleanza. Si è sfilato. (leggi qui)

La mezza smentita di Marino
La notizia, spezza la manovra cerchiobottista di Fardelli e gli impedisce di ripetere la strategia compiuta alle Comunali di Cassino. E cioè, decidere all’ultimo momento, mettendo tutti di fronte al fatto compiuto. Marino prende carta e penna e scrive una mezza smentita con cui non fa altro che confermare tutto. Ma sposta solo in avanti di qualche giorno l’annuncio ufficiale (leggi qui)

Le rivelazioni di Fontana
E’ qui che riappare Salvatore Fontana. Sotto al post con cui Alessioporcu.it ospita la versione di Fardelli sugli gnocchi di Cacciola.

Fontana scrive testualmente: «Caro Marino Fardelli mi dispiace contraddirti, ma a Cassino si era deciso eccome. Tanto che ognuno ha chiamato amici e consiglieri per portare avanti un progetto “a difesa del territorio”. Poi mercoledì abbiamo avuto la notizia da te che eri sotto ricatto dei vertici provinciali. E in questo ti sono vicinissimo. Ci hai detto che non ti facevano entrare nel gruppo PD regionale. E che ti candidavano Barbara Di Rollo per intralciarti! La battaglia puoi farla solo da fuori, visto che addirittura non ti hanno accettato la legittima richiesta di essere ammesso nel gruppo consiliare in Regione. Altro sarebbe un segnale di mancanza di coraggio. Con rispetto, un saluto!»

In pratica: Marino Fardelli è sotto ricatto politico. Se continua sulla sua strada di rottura non c’è spazio per lui all’interno del Partito. E tanto per mettere le cose in chiaro sul suo futuro, il Pd: non lo accetta nel gruppo consiliare in Regione Lazio, sceglie di candidare Barbara Di Rollo alle regionali di Cassino. Segando a Marino ogni velleità di rielezione. L’operazione porta la firma strategica di Francesco De Angelis che si conferma il vero silenzioso dominus del Pd provinciale.

La rottura di D’Ambrosio
Il giocattolo rischia di rompersi nelle mani di Marino. Il consigliere provinciale Alessandro D’Ambrosio infatti non accetta la linea intessuta dal consigliere regionale. E ribadisce che lui non si candiderà alle provinciali nella lista del Pd. «Io sono passato all’opposizione di Antonio Pompeo per i motivi che tutti conoscono. Coerentemente, resto contro questo Pd e le sue strategie che hanno solo fatto male a Cassino. Mi candiderò alle provinciali, non nella lista Pd, e per dimostrare che lo faccio solo per una questione di principio, due mesi dopo l’elezione mi dimetterò dalla Provincia»

D’Ambrosio va avanti per la sua strada. Schietroma e Bianchi vanno per la loro, insieme a D’Ambrosio. Fontana mette le cose in chiaro. E Fardelli rischia di ritrovarsi sempre più solo, ostaggio di un Pd che ha dimostrato di non volerlo.

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