Fatta la Giunta ora tocca governare

I dossier aperti sulla città di Frosinone. E che passano per la Regione Lazio. Il capoluogo non ha un suo interlocutore diretto in giunta dopo il siluramento di Tagliaferri. Ma la filiera di centrodestra Comune - Regione - Governo rende più agevole il dialogo

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Nelle prossime ore il neo presidente della Regione Lazio Francesco Rocca illustrerà il suo programma all’Aula del Consiglio Regionale. E presenterà in modo ufficiale gli assessori che compongono la sua squadra. È un passaggio formale che segna l’avvio dell’attività vera e propria. (Leggi qui: Chi vince e chi perde nella nuova Giunta Rocca).

Le foto di rito sono già state scattate, sorrisi e strette di mano ci sono stati lunedì: ora tocca amministrare. (Leggi qui: Benvenuti nella nuova Regione Lazio: è qui la I Repubblica).

Le linee guida per governare

Rocca e la sua Giunta

Le linee guida sulle quali si muoverà Francesco Rocca sono chiare. Ha tenuto per se la Sanità. Gli avversari contestano al Governatore il suo passato di amministratore nella Sanità privata e nella fattispecie con il gruppo Angelucci che è il principale nel Lazio. Proprio per questo i riflettori saranno puntati su ogni atto ed ogni scelta: difficile che il centrodestra si giochi il Lazio su una decisione che possa apparire meno che limpida.

Il vero rischio è sulla politica sanitaria che il governo Rocca vorrà realizzare. Renata Polverini varò un modello che era una beffa per le province. Per non tagliare i posti letto in eccesso negli ospedali romani si inventò le macroaree: fece fare media con le province, dove i letti mancavano; in questo modo lasciò i letti di troppo a Roma e non diede quelli che mancavano sui territori.

Nicola Zingaretti ha varato un modello Hub e Spoke: grande hub di eccellenza a Roma, piccoli rami di quell’eccellenza sui territori per evitare di ingolfare gli ospedali romani. Vero che oggi la chemio si fa a Sora e Frosinone, non più a Roma; vero che le operazioni ai tumori si fanno a Cassino e Frosinone e non più al Pascale di Napoli. Ma altrettanto vero è che è fallito il progetto della Medicina di territorio: serviva una rete di medici nelle Case della Salute che evitasse l’assalto ai Pronto Soccorso per una banale puntura di zanzara.

Vero che c’è stato il Covid per due anni, altrettanto vero che non ci sono né medici né infermieri in tutta l’Italia e ormai li prendiamo dall’estero. Vero che però il Lazio quantomeno avrebbe dovuto far sentire la sua voce sul piano nazionale, varare un piano di comunicazione capace di educare la gente al nuovo ruolo dei Pronto Soccorso. Quale modello vuole ora l’amministrazione Rocca? La sostanza ora sta tutta lì.

L’emergenza casa

Il secondo nervo scoperto sono le Case Popolari. Domenica nel presentare la Giunta, il neo Governatore ha detto di avere scoperto in pochi giorni che c’è gente negli alloggi popolari senza averne diritto. È il minimo dei problemi. Se vogliamo essere seri la questione è molto più grande: la maggioranza delle Case Popolari è un Bronx al di fuori della legge, senza amministratori che possano rappresentare la Regione e lo Stato. Neanche per cambiare una lampadina fulminata.

Ater non paga gli amministratori dei condomini: perché non ha i soldi. Nemmeno i decreti ingiuntivi hanno efficacia. È il risultato di una periferia in abbandono dove spesso si sopravvive con l’arte di arrangiarsi.

Il dossier Frosinone

Con il siluramento dell’ex vicesindaco Fabio Tagliaferri la città di Frosinone non ha un suo assessore. Il sindaco Riccardo Mastrangeli potrà contare sull’unico rappresentante del territorio in Giunta, Pasquale Ciacciarelli nonché sulla fondamentale sinergia con il gruppo politico di Frosinone del quale fa parte anche la sua consigliera comunale Alessia Savo.

Gli assessori leghisti Pasquale Ciacciarelli e Simona Baldassarre (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Dopo oltre dieci anni c’è ora una filiera politico amministrativa Comune-Regione-Governo, tutti enti governati oggi dal centrodestra. Il che dovrebbe garantire una interlocuzione più facile per la soluzione di tanti atavici problemi del capoluogo.

I files del Comune di Frosinone aperti con la Regione Lazio come interlocutore, diretto o indiretto, sono tanti. Ad esempio, i dieci anni di Zingaretti lasciano ancora dov’era l’ecomostro di Via Le Lame. Primo passo: capire lo stato dell’arte del piano di bonifica, i tempi necessari per avviarla, l’esito della procedura di gara, il soggetto attuatore. (Leggi qui: L’infinita promessa della bonifica alla Valle del Sacco).

Al ministro Matteo Salvini nei giorni scorsi la Camera di Commercio di Frosinone – Latina ha consegnato un dossier sulla necessità di infrastrutture, prima tra tutte la superstrada Frosinone-Latina. Andare da un capoluogo all’altro è oggi un viaggio della speranza. (Leggi qui: La sora Camilla sulla SR156 Monti Lepini).

C’è molto da fare

Riccardo Mastrangeli (foto © Stefano Strani)

Va avviato il processo di recupero e valorizzazione dell’area dello Schioppo, anche ai fini del riconoscimento di monumento naturale ai sensi della Legge Regionale 29/1997.

Più urgente è una definizione del Piano Regionale dell’Aria: il centrosinistra ha sviluppato una norma che scarica tutto sui territori. Ma oltre alla circolazione a targhe alterne e alle domeniche ecologiche, per il miglioramento della qualità dell’aria Frosinone cosa altro si deve inventare? (Leggi anche La grande occasione persa dell’Area di Crisi Industriale).

Frosinone ha lamentato per anni la scarsa attenzione del Governo regionale: ora il capoluogo può essere il terreno per dimostrare se quella del centrosinistra era falsa distrazione. O vera impossibilità di fare oltre. Perché adesso, a governare, tocca a chi prima criticava.