Fazzone impugna l’estintore: “Anselmo, vai piano”

Claudio Fazzone morbido ma al vetriolo. Mette il 'caso Rotondo' sotto la lente ma non Rotondo in tacca di mira. E spiega al sindaco di Pontecorvo che sta bruciando i tempi. I messaggi tra le righe. Ed i cartellini gialli

Imbraccia l’estintore, non il lanciafiamme. Il senatore Claudio Fazzone sfodera la parte più diplomatica della sua essenza politica: per disinnescare il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo. E fargli capire che il Partito né lo sta ignorando né l’ha ignorato nel passato, che il processo di rinnovamento interno da lui sollecitato è lo stesso che proprio il coordinatore regionale sta tentando di avviare a livello nazionale da oltre un anno. Soprattutto, che se il bersaglio sono le prossime elezioni politiche si sta muovendo con troppo anticipo: non sono stati ancora disegnati i collegi. Non c’è ancora una legge elettorale, non ci sono 350 posti tra Camera e Senato tagliati con il recente referendum.

Cartellino giallo di Fazzone al sindaco

Anselmo Rotondo ieri aveva inviato una lettera con la quale chiedere la riunione dell’Assemblea con i quadri provinciali. Per avviare il percorso con cui giungere ad un Congresso provinciale ed all’elezione del nuovo Coordinatore e della sua Segreteria politica. (Leggi qui L’ultimatum di Rotondo a Claudio Fazzone).

L’assemblea Provinciale riunita a settembre

«Non ho ancora ricevuto la lettera del sindaco Anselmo Rotondo. Ma se il contenuto è quello che è stato anticipato, sono convinto che il confronto politico sia giusto e doveroso. Noi ci siamo già mossi in quella direzione: peccato che il sindaco quel giorno fosse impegnato e sia stato uno dei pochissimi a non partecipare all’affollata riunione della Direzione che c’è stata a Frosinone. Ecco: quello sarebbe stato il posto giusto nel quale il sindaco avrebbe potuto sollevare la questione davanti e tutti. E lì avviare una serena discussione sul presente e sul futuro di Forza Italia».

È un vero e proprio cartellino giallo sventolato davanti al naso di Anselmo Rotondo. Perché al di là del linguaggio conciliante ed avvolgente, il Coordinatore Regionale mette in fila due falli. Il primo: una lettera politica rivelata sui giornali prima che sia giunta al destinatario non è una richiesta di dialogo ma un pretesto per attaccare. Il secondo: il Partito s’è riunito, ha affrontato tutti i temi che i dirigenti hanno ritenuto di dover sollevare. Ma Anselmo Rotondo non è andato. Il che conferma la tesi del pretesto. (Leggi qui Via a Forza Italia 4.0: è quella di Fazzone).

L’Assemblea c’è già stata
Claudio Fazzone ed Anselmo Rotondo

Il senatore Fazzone conferma la sua richiesta di rinnovamento del Partito, il ritorno agli elementi fondanti che spinsero Silvio Berlusconi a creare Forza Italia. Che sono gli stessi elementi sollecitati oggi da Anselmo Rotondo.

«Basta sfogliare i giornali: ho tentato di avviare un dibattito interno che andava proprio nella direzione invocata oggi dal sindaco. È un percorso lungo che richiede tempo e pazienza. Nell’attesa abbiamo tutti il dovere di rispettare le regole che ci sono. Altrimenti non è più un Partito». (Leggi qui Fazzone: «Non è tempo di strappi. Ma di organizzare gli amministratori locali»).

È il secondo cartellino giallo. Perché il Coordinatore Regionale toglie dalle mani di Anselmo Rotondo le armi dello scontro. E gli ricorda che oggi un Coordinatore Provinciale c’è e si chiama Claudio Fazzone anche se ha delegato tutto o quasi ai tre sub commissari Rossella Chiusaroli, Daniele Natalia e Adriano Piacentini. E c’è sulla base di uno Statuto. Che fissa regole precise sulla convocazione delle Assemblee.

Non solo. «È stato Berlusconi a dirmi di occuparmi di Frosinone e non sono stato io a decidere i nomi dei tre sub commissari». In una frase, il senatore non dice ma fa capire due cose: a) ha la piena legittimazione dal Partito, b) i nomi degli attuali dirigenti li fece Gianluca Quadrini, lui nemmeno li conosceva. Se poi si sono rivoltati contro l’ex vice coordinatore regionale un motivo ci sarà. (leggi qui Piacentini vuota il sacco: “Tutta la verità su Forza Italia”).

Attenzione ne ha avuta e ne avrà
Anselmo Rotondo con il Gruppo in Consiglio Provinciale

Su un punto Claudio Fazzone non concorda. «Il sindaco dovrebbe ricordare che Forza Italia in questi 25 anni di militanza lo ha spesso tenuto in alta considerazione: è stato il Partito a candidarlo e sostenerlo con tutte le sue forze in occasione della sua elezione cinque anni fa. Sempre il Partito ha puntato i piedi al tavolo del centrodestra per imporne la conferma il mese scorso: anche a costo di rinunciare alla Lega e con lei all’unità politica del fronte».

Non solo al Comune. «Il sindaco sa benissimo che il suo mandato come Consigliere Provinciale è stato voluto e sostenuto da Forza Italia: all’epoca c’era Mario Abbruzzese che ha ben operato e bene ha fatto a valorizzare il sindaco di Pontecorvo».

«Mi riferiscono anche di altri incarichi politici che il Partito ha riconosciuto agli uomini del sindaco: non parlerei allora di ‘scarsa considerazione’».

Anselmo Rotondo punta i piedi per una candidatura da Presidente della Provincia? «Non penso, sa benissimo che avrebbe davanti un mandato troppo breve e poi si dovrebbe tornare al voto. Comprendo l’aspirazione a diventare Consigliere Regionale o parlamentare: ma sarebbe sciocco parlarne ora che non c’è nemmeno una legge e non sappiamo quali saranno i Collegi, se ci saranno le preferenze, come si verrà eletti. Aspettiamo la legge elettorale e solo allora si potrà intavolare un ragionamento serio»

Fazzone: ognuno si sceglie i collaboratori
Rossella Chiusaroli, Daniele Natalia, Adriano Piacentini e Giuseppe Patrizi

Su un punto Claudio Fazzone non intende concedere nemmeno un millimetro. Per lui, Gianluca Quadrini resterà in congelatore, sospeso dalla carica di vice, fino a quando non avrà fornito segnali concreti di affidabilità.

Perché? «Il sindaco comprenderà: come lui sceglie e revoca i suoi assessori sulla base della fiducia reciproca, allo stesso modo io intendo scegliermi i miei collaboratori».

Fine delle trasmissioni.