Fazzone resta con Forza Italia. E rivendica il Lazio

Le voci di un'imminente passaggio con i renziani di Italia Viva. Respinte con forza da Claudio Fazzone. "C'è chi gioca sporco, sapendo che non mi presto a queste cose”. I messaggi al Partito. E quelli al centrodestra. Chiedendo la candidatura alla Regione Lazio per Forza Italia

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

«Ma che scherziamo? Io ero di quelli che sostenevano il voto a Ignazio La Russa. Il centrodestra ha la responsabilità di governare con Giorgia Meloni presidente per volontà degli italiani. Dal primo momento sostengo che debba fare il governo e presto: un governo di centrodestra». Non lascia spazio a interpretazioni Claudio Fazzone, leader di Forza Italia nel Lazio.

Nega. Giura che sono indiscrezioni infondate. Le lancia in cronaca nazionale Il Messaggero e dopo qualche ora le rilancia Dagospia. Eppure entrambi godono di assoluta attendibilità.

Il titolo di Dago è nel suo stile: dirompente ed irriverente, quindi efficace. Scrive: Forza Italia è vicina alla scissione. Sono almeno tre i senatori pronti a lasciare il Berlusconi renzullato: la Casellati, Lotito e Claudio Fazzone potrebbero mollare il Cav e l’infermiera al loro destino. Il presidente della Lazio è pronto a passare con la Meloni. Fazzone con ‘Italia Viva’.

Io non faccio guerriglia

Claudio Fazzone

‘Contro’ Claudio Fazzone c’è il fatto che tenga rapporti anche con il centrosinistra: a Latina e Viterbo ha vinto le provinciali dribblando Lega e FdI. Ma lui assicura che la politica lì non c’entra: perché le Provinciali sono un gioco a parte, sono enti di secondo livello.

E la storia che ora abbia le valigie pronte? “Ma vi pare che faccio uno cosa del genere senza riunire i miei?” Rilancia: “Per me i problemi sono le bollette ed i salari bassi, sono il bisogno del Paese di avere un governo serio”.

Quello che gli dà fastidio è che si possa pensare ad un suo gioco sotterraneo. “Io non faccio guerriglia, quello che debbo dire lo dico. Come ho sempre detto che nel partito, nel mio Partito di Forza Italia, vanno cambiati i metodi e vanno coinvolti tutti. Lo dico alla luce del sole, come i confronti di questi giorni stanno nella fisiologia della formazione di un nuovo governo, in un nuovo assetto voluto dagli elettori. Ci hanno votato per governare guidati da Giorgia Meloni, questo è senza se e senza ma“.

Il gioco sporco

Antonio tajani e Claudio Fazzone (Foto © Imagoeconomica)

Che le cose nel Partito vadano riviste, Claudio Fazzone lo sostiene da tempo. Per lui, il buco nell’acqua scavato in senato giovedì sull’elezione di La Russa “é un problema di metodo più che di merito. Dovuto soprattutto all’assenza di comunicazione. Anche all’interno del mio Partito”. Non si riferisce al ‘caso Ronzulli’: per il Coordinatore regionale non è mai esistito. Lo dice con certezza perché “Ero presente alla riunione giovedì. Lei ha detto di andare avanti, che non le interessava fare il ministro. Il problema è un altro”.

E qui si viene al nervo scoperto. “Quando si raggiunge un accordo su un candidato, quell’accordo deve essere rispettato. Un incarico istituzionale come la presidenza del Senato ad Ignazio La Russa non andava messo in discussione. E forse sarebbe stato il caso di chiedere un incontro con Meloni per capire bene le dinamiche in campo”.

Non ha mai sopportato i cerchi magici. A prescindere da chi ci fosse dentro. Un paio di anni fa lo disse nella maniera più fragorosa possibile. Ma poi nulla è cambiato. “Se dentro un Partito non ci si confronta ma si fanno riunioncine in pochi, i nodi poi arrivano al pettine: è solo questione di tempo. Su questo caso occorreva un dibattito tra gli eletti: non voglio delegare”.

Le voci di una sua partenza sono una polpetta avvelenata? “Beh, c’è chi gioca sporco e sapendo che non mi presto, giocano inventando cronache fantastiche”.

Date il Lazio a noi

Claudio Fazzone

Forse vogliono avvelenarlo conoscendo la sua propensione all’autonomia. Partendo dal Sud Lazio Claudio Fazzone ha costruito una rete di relazioni e di consenso che abbraccia buona parte del Centro Italia e del suo Centro Sud. Il che gli consente di avere una voce molto forte nei posti dove si discute la linea interna. Ma sa bene che in un Partito come Forza Italia non è questo ad attribuire il peso politico. “Non mi risulta che nel lazio abbiamo tutta l’influenza di cui parla, anzi. In Forza Italia ha sempre pesato un Partito nordico ed uno siciliano. Il Partito del Centro Italia dovrebbe avere il coraggio di dire che anche noi abbiamo la classe dirigente per bilanciare le richieste da Nord e Sud”.

La butta lì ma è chiaro che la lingua batte dove il dente duole. “Non mi sembra che Forza Italia recentemente abbia avuto la possibilità di esprimere un candidato sindaco di Roma o un candidato Governatore della Regione Lazio. E questo è avvenuto anche anche quando il nostro Partito ha avuto il 30%”.

I patti nazionali assegnano a Fratelli d’Italia la candidatura nel Lazio.Se fossi in Meloni lascerei che il Lazio andasse a Forza Italia”.

In estate i rumors dicevano che proprio Claudio Fazzone aveva cominciato a prendere le misure alla poltrona di Governatore del Lazio. Lui in Regione c’è stato. È stato il presidente del Consiglio Regionale e di allora si ricordano gli epici confronti a viso aperto e porte chiuse con l’allora governatore Francesco Storace. “Non faccio nomi, ma un identikit sì. Deve essere un politico, che si dedichi totalmente all’attività regionale. Di gente che si fa nominare e poi scompare ne abbiamo vista anche troppa”.

Claudio Fazzone sta a Forza Italia come Antonello Venditti alla Roma, ci sta da sempre ci sta sempre. In provincia di Latina, Berlusconi manco veniva “c’era Claudio“. Quando venne al teatro Comunale, per la candidatura di Giovanni Di Giorgi a sindaco di Latina, il padrone di casa era Fazzone e Berlusconi ospite, mai in altri posti.

Sono cinque legislature che sta dove sta, e non cambia neanche in questa ultima. Fazzone resta dove sta, parola di Fazzone.