Fazzone sospende Quadrini

Il coordinatore di Forza Italia nel Lazio sospende il suo vice. "Non mi rappresenti più". La lettera di contestazione. Poche ore prima Gianluca Quadrini aveva riabbracciato il vice presidente nazionale Antonio Tajani

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Egregio Direttore il professore Gianluca Quadrini non ricopre più l’incarico di vice coordinatore regionale di Forza Italia perché da me sospeso dall’incarico”.

La rottura si è consumata: senza sconti. Il senatore Claudio Fazzone ha accompagnato alla porta l’uomo sul quale aveva scommesso per ricostruire il Partito in Ciociaria dopo l’uscita di Mario Abbruzzese.

È la decisione più logica e coerente che il potentissimo coordinatore regionale di Silvio Berlusconi nel Lazio potesse adottare. (leggi qui La manovra di accerchiamento per isolare Quadrini in Forza Italia).

La rottura

CLAUDIO FAZZONE

La lettera che certifica la sospensione porta la data dell’undici agosto.

Claudio Fazzone non è né un politico di primo pelo né uno sprovveduto: è uno degli ultimi squali che nuotano nell’acqua sempre più bassa della Politica nel Lazio.

Con freddo ragionamento ha tenuto la lettera in un cassetto per tre giorni: evitando rotture spettacolari e clamori. Sono gli atteggiamenti che odia. E che invece costituiscono la cifra di Gianluca Quadrini. Se fossero architetti, Claudio Fazzone sarebbe un Le Courbusier dalle linee dritte ed affilate mentre Gianluca Quadrini sarebbe un Vanvitelli barocco e pomposo. La radice della rottura affonda in profondità nel terreno di questa differenza.

Del tutto diversi

QUADRINI E FAZZONE UN ANNO FA

Gianluca Quadrini è la rumorosa convivialità della politica fatta a tavola: non si ricorda una riunione tenuta in uno studio, tutte al ristorante e con almeno quattro portate più contorno, dolce, caffè, ciambellette e Peppì portaci qualche altra cosa. Ma aggrega, tiene uniti i sindaci, parla la loro lingua, soprattutto propone risposte ai loro problemi amministrativi. È per questo che ha il loro sostegno compatto, dentro e fuori da Forza Italia come dimostra l’elezione avvenuta alle scorse Provinciali prima che Fazzone lo riportasse nel Partito: benché fosse con una Civica, Quadrini aveva ottenuto 11.395 voti ponderati, espressi da 176 amministratori comunali su un totale di 1.094, sfiorando l’elezione del secondo Consigliere.

Claudio Fazzone è analisi, strategia, capacità di rimanere razionale spinta al freddo cinismo. Il suo capolavoro strategico è stata la sistematica e totale distruzione del suo avversario interno Mario Abbruzzese, l’unico capace di fargli rispettare la linea del confine che separa la Ciociaria dal Pontino. Per questo troppo pericoloso e da abbattere.

Le impronte digitali del delitto stanno nella firma posta dalla sua Rossella Chiusaroli sulle dimissioni che hanno determinato la caduta dell’amministrazione di centrodestra guidata a Cassino formalmente da Carlo Maria D’Alessandro ma da Mario Abbruzzese dietro le quinte. Il colpo di grazia è stata l’operazione condotta dal suo (all’epoca) Gianluca Quadrini cacciando senza pietà Mario Abbruzzese dall’ultima ridotta in cui si era asserragliato: il consorzio industriale Cosilam con un’intesa politica raggiunta col neo sindaco Dem Enzo Salera il 29 luglio di un anno fa. (leggi qui Abbruzzese via dal Cosilam: Salera fa scattare la trappola).

Vendetta pura. Forza Italia nulla ottenne da quel ribaltone se non la testa di Abbruzzese. Che formalmente si era già accasato nella modesta baracca di Giovanni Toti.

Pretesti

UNO DEGLI INCONTRI SENZA QUADRINI

La lettera di congedo (per ora temporaneo) di Gianluca Quadrini è lunga una paginetta.

Scritta bene nella forma, contiene una serie di innegabili verità e di discutibili pretesti privi di sostanza.

Come il passaggio in cui il senatore ricorda che “il fine della missione che ci siamo dati, ovvero radicare Forza Italia nei territori della nostra regione rafforzandone il ruolo, il consenso e soprattutto completando il percorso di rinnovamento tanto auspicato. Un traguardo che può essere ottenuto solo creando una squadra capace di svolgere un lavoro collegiale che possa tradursi nell’azione unitaria del Partito”. 

I numeri dicono che nell’ultimo anno somma a zero il numero delle riunioni di amministratori organizzate nel nome di Forza Italia dai sub coordinatori provinciali Adriano Piacentini (Frosinone), Rossella Chiusaroli (Cassino – Sora) e Daniele Natalia (Anagni). Come somma a zero il numero degli amministratori portati da loro in Forza Italia. Mentre i numeri di Quadrini coprono quasi il 100% delle riunioni e dei recuperi.

Verità innegabili

GIANLUCA QUADRINI

Le innegabili verità stanno in tutti quei passaggi in cui il senatore Claudio Fazzone contesta a Gianluca Quadrini la sua incapacità di essere collegiale. Perché una cosa è essere conviviale, un’altra è essere inclusivo, ma politicamente è ben altro l’essere collegiale.

E per andare agli esempi concreti: Quadrini non ha concordato con Piacentini la caduta dell’amministrazione di Ripi; Quadrini non ha concordato con Chiusaroli l’aggregazione di alcuni consiglieri a Sora in grado di ribaltare i numeri del centrodestra cittadino e consentire a Forza Italia di rivendicare la candidatura a sindaco. Si fa prima a dire che Quadrini non ha concordato mai con nessuno.

Un punto sul quale Quadrini ha più di un’attenuante: nemmeno Claudio Fazzone è celebre per la sua collegialità, meno ancora lo è stato Mario Abbruzzese, se poi l’esempio è quello fornito da Silvio Berlusconi sarebbe meglio cambiare argomento. Forza Italia è nata, è stata, è sopravvissuta come Partito Azienda: chi ha più azioni comanda.

In questo contesto era fisiologico che il sodalizio tra Claudio Fazzone e Gianluca Quadrini non potesse durare. Perché entrambi vogliono essere il ras di Forza Italia in provincia di Frosinone.

Effetto Tajani

C’è un punto di rottura. Per Quadrini è stata la nomina del delegato alle Politiche Giovanili, avvenuta a sua insaputa. Lì ha preso atto che lo stessero fregando. (leggi qui La manovra di accerchiamento per isolare Quadrini in Forza Italia).

TAJANI A FIUGGI CON I SINDACI DELLA PROVINCIA

Per Claudio Fazzone invece il pranzo con i sindaci della provincia di Frosinone organizzato ieri a Fiuggi per Antonio Tajani da Quadrini equivale ad un passaggio del Rubicone dal quale non è possibile tornare indietro. (leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 14 agosto 2020)

Non a caso la lettera di sospensione porta la data dell’undici agosto. È stata scritta poche ore dopo il primo incontro pubblico di Quadrini con Tajani. (leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 11 agosto 2020).

Si tratta di un’operazione che potenzialmente è in grado di mettere in discussione tutte le strategie portate avanti da Claudio Fazzone negli ultimi due anni per condurre la Ciociaria sotto la sua sfera di influenza politica. Il rientro di Antonio Tajani nel suo storico bacino elettorale cambierebbe completamente lo scenario per il senatore pontino.

Le conseguenze

QUADRINI, TAJANI E FAZZONE

La sospensione (non revoca) dall’incarico di vice coordinatore regionale di Forza Italia a Gianluca Quadrini cambia meno di niente.

È capogruppo di Forza Italia in Provincia di Frosinone e nessuno potrà rimuoverlo da lì a meno che non si provi fisicamente con le cannonate: ma Quadrini non è un Salvador Allende. Nemmeno si potrà negargli la rielezione: perché Quadrini si è eletto lì da solo stando fuori da Forza Italia.

Su questo punto Claudio Fazzone ha commesso una sottovalutazione: non ha ponderato la capacità di aggregazione che quel caciarone di Quadrini era in grado di mettere in campo.

E in provincia di Frosinone, le riunioni fatte a tavola al ristorante, segnano la differenza.