Di Maio promette di rivedere l’Ecotassa. Fca aspetta e tiene fermi i 5 miliardi

Il ministro Luigi Di Maio ipotizza una revisione dell'Ecotassa. Ma lasciando i bonus. Che ammazzerebbero il mercato di Giulia e Stelvio elettrici. Solo annunci per ora. Nel silenzio dei parlamentari locali. Ai quali suona la sveglia Ciacciarelli

Il ministro annuncia che ingranerà la retromarcia. E che cancellerà l’Ecotassa sulle auto nuove: la stessa che ha costretto Fiat Chrysler Automobile ad annunciare lo stop ai 5 miliardi di investimenti previsti sul mercato italiano. (leggi qui Fca rimette in discussione gli investimenti in Italia: colpa dell’ecotassa)  

Lo dice dallo studio di Mattino Cinque su Canale Cinque. Assicura che «Non ci sarà nessuna tassa sull’auto delle famiglie degli italiani né nuove né in uso. Sarà solo un ecobonus sulle auto elettriche, ibride e a metano, perché ci sono città ostaggio dell’inquinamento».

A Torino, Auburn Hills ed Amsterdam, le tre sedi strategiche Fca, non devono averlo preso molto sul serio. Infatti non c’è stata alcune reazione e nessun commento. Né da Pietro Gorlier, boss Fca per Europa e Nordafrica, né dall’Ad Mike Manley e nessuno dei manager del gruppo automobilistico.

L’ecotassa

Per ora resta l’ecotassa. E resta lo stop agli investimenti in Italia. I fatti dicono che la Manovra, così come emendata dalla Camera dei Deputati, prevede al comma 611 “Un’imposta parametrata al numero di grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro (CO2 g/km) eccedenti la soglia di 110“. In pratica, una stangata tra i 150 euro ed i 3mila euro per molte utilitarie e auro di fascia media.

La Manovra prevede incentivi fino a 6mila euro nel triennio per le vetture che emettono tra 0 e 90 CO2 g/km.

È chiaro che si tratta di un provvedimento capace di demolire il mercato italiano per Fca. Perché il motore elettrico Fiat Chrysler affidabile sta arrivando soltanto adesso, perché nessuno ha avuto urgenza di realizzarlo in quanto manca in Italia una rete di colonnine elettriche alle quali fare rifornimento. Perché l’elettrificazione di Giulia e Stelvio è prevista nel piano 2019 ma a questo punto gli incentivi bruceranno la fetta di mercato sulla quale i modelli premium di Cassino Plant puntavano dal 2020 

Colonnine e incentivi

A Mattino Cinque: Luigi Di Maio ha parlato di un un piano di installazione di oltre 20.000 colonnine elettriche con EnelX. Dice «Lo stiamo preparando». 

Nelle ore successive, a margine della sua audizione davanti alla commissione di vigilanza Rai, il vice premier ha assicurato che ci sono contatti costanti tra il ministero e «tutti i soggetti economici, produttori e consumatori, per quanto riguarda l’ecobonus per le auto elettriche. Mi pare che si stia andando verso una soluzione che garantirà assolutamente l’esistenza dei bonus per chi acquista auto elettriche, fino a 6.000 euro di sconti  e allo stesso tempo non tassera’ – perche’ non vogliamo farlo – l’auto degli italiani»

Da Torino, Auburn Hills ed Amsterdam attendono. Lì sono abituati a ragionare sui fatti e non sulle chiacchiere fatte in tv.

Le reazioni politiche

In attesa della concretezza si anima il dibattito politico. La senatrice Valeria Valente, vicepresidente del gruppo Pd, sulla sua pagina Facebook ha scritto che «Il ministro Di Maio a Mattino5 annuncia l’ennesima retromarcia del Governo: dopo aver agitato i mercati e messo in allarme l’intero gruppo Fca ci comunica che, per fortuna, non ci sarà nessuna ecotassa. La retromarcia è il simbolo di questo governo di dilettanti». 

Dai banchi di Forza Italia la deputata Deborah Bergamini prende atto che «A novembre continua il calo di vendite delle auto in Europa (solo per Fca il calo e’ di -9.9%). E qual è la risposta del ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio? Un'”ecotassa” sulle auto non di lusso non elettriche. Una vera genialata»

Nessun commento arriva dai parlamentari eletti sul territorio. Ilaria Fontana è la deputata eletta a Montecitorio per il Movimento 5 Stelle battendo Mario Abbruzzese nel collegio di Cassino. Sul possibile stop agli investimenti Fca nello stabilimento di Cassino Plant non ha detto una sola parola. Come lei anche la sua collega della Lega Francesca Gerardi (Pontecorvo).

Fuori dalle Camere

A suonare la sveglia ai Parlamentari è stato in serata il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli (Forza Italia). Ha scritto una lettera ai deputati del M5S eletti in provincia di Frosinone Luca Frusone, Enrica Segneri, Ilaria Fontana, alla deputata della Lega Francesca Gerardi ed ai senatori Massimo Ruspandini (FdI) e Gianfranco Rufa (Lega).

Scrive di rischi «devastanti per l’occupazione futura nello stabilimento Fca di Cassino e per lo sviluppo del territorio. Ritengo che sia necessaria una mobilitazione di carattere generale per indurre il Governo a rivedere le proprie determinazioni su questo provvedimento». Ha chiesto la loro disponibilità a creare insieme un tavolo di concertazione per tutelare gli investimenti previsti da FCA in Italia e nel Lazio Meridionale.

Ha preso la parola invece Mario Abbruzzese, oggi presidente del consorzio industriale Cosilam. «Mi auguro che le correzioni annunciate dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio diventino cosa concreta. Purtroppo per noi, le sue dichiarazioni sono state seguite quasi mai da azioni concrete. Anzi, fino ad oggi ha fatto il contrario di quanto ha detto: l’Ilva è stata venduta, il Tap si fa, l’Ecotassa per ora è una realtà».

L’ex presidente del Consiglio Regionale del Lazio è amareggiato anche per lo scippo del mini Suv Alfa Romeo che secondo alcune indiscrezioni era in ballottaggio tra Cassino Plant e Pomigliano d’Arco. «Mi auguro che la scelta di togliere da Cassino quella produzione ed assegnarla a Pomigliano non sia dovuta al fatto che quel territorio sia il bacino elettorale del ministro. Fino ad oggi però non mi sembra di avere sentito rassicurazioni in merito».

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