Fca rimette in discussione gli investimenti in Italia: colpa dell’ecotassa

Fiat Chrysler Automobiles congela i propri piani per l'Italia. Colpa dell'Ecotassa. Stop all'incontro in Regione previsto domani. «Non saremmo in grado né di confermare il piano industriale nella sua integralità, né di proporre scenari alternativi»

Lo scenario è cambiato. Gli investimenti di Fiat Chrysler Automobiles sono in discussione. A Cassino Plant come a Mirafiori ed in tutti gli altri stabilimenti italiani. L’annuncio ufficiale lo dà Pietro Gorlier, il capo di Fca per le operazioni negli scenari Europa e Nord Africa. Lo ha scritto nella lettera con la quale annunciare che domani non andrà all’incontro programmato con il Consiglio Regionale del Piemonte: Fca fa un passo indietro e rimette in discussione tutto.

Tutto rimesso in discussione

Tutta colpa delle nuove tasse sulle automobili approvata in prima lettura alla Camera dei deputati dal governo Lega – Movimento 5 Stelle.

La reazione di Fca è devastante. Congela gli investimenti. Si prepara a rivedere tutta la sua strategia in Italia

Il capo dell’area Europa – Nord Africa scrive: «Negli ultimi giorni lo scenario è stato significativamente modificato da interventi sul mercato dell’auto in discussione all’interno della legge di Bilancio, che a nostro avviso alternano l’intero quadro d’azione all’interno del quale il piano per l’Italia era stato delineato».

Non è un dispetto né un’intromissione nelle scelte politiche del Governo Conte – Salvini – Di Maio. Ma Fca è uno degli ultimi player mondiali nel mercato dell’Automotive che nei prossimi anni si ridurranno ancora. La concorrenza è spietata: si combatte sulla qualità delle auto, sui servizi al cliente, sulle garanzie e l’assistenza. Soprattutto sul prezzo. E l’ecotassa piovuta dalla sera alla mattina sullo scenario italiano è una variabile capace di uccidere il mercato.

Il piano da 5 miliardi

A questo punto le stime, le analisi e le previsioni alla base del piano da 5 miliardi annunciato nei giorni scorsi non sono più valide. (leggi qui Non c’è Cassino Plant nel nuovo piano Gorlier per il 2019). Perché l’ecotassa non era prevista.

Quel piano era già molto prudente. Prevedeva tre nuovi modelli in Italia, l’avvio della transizione ai motori elettrici per Giulia e Stelvio a Cassino Plant, in Ciociaria il nuovo modello sarebbe arrivato solo nel 2020 con un mini Levante non in grado di garantire grandissimi volumi: sia come vendite e sia come occupazione. Il piatto più ricco, il mini Stelvio dell’Alfa Romeo, se lo era aggiudicato lo stabilimento di Pomigliano in pieno territorio elettorale del ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

Il nuovo sistema di tassazione per le auto deciso dal governo «inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale» ha scritto Pietro Gorlier.

«Se tale intervento fosse confermato fin dal 2019 si renderà necessario un esame approfondito dell’impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano».

 Da qui la decisione di cancellare l’incontro in Regione. Perché «non saremmo in grado, né di confermare il piano industriale nella sua integralità, né di proporre scenari alternativi, dovendo ancora quantificare con precisione tale impatto».

Fiat Chrysler Automobiles a questo punto potrebbe dover modificare il proprio piano industriale per l’Italia.

Rivedere l’ecotassa

Immediate le reazioni. Dal mondo sindacale la Cisl ha tuonato per voce di  Anna Maria Furlan, segretario generale. Per la quale il rischio che Fca debba rivedere il piano se resta l’ecotassa, «è assolutamente da evitare». Spiega che «Cinque miliardi investiti in Italia non possono essere persi. Ci vuole un’economia di vantaggio. Le penalizzazioni per chi oggi sceglie un’auto Fca penso sia assolutamente sbagliata». Preoccupazione viene espressa dalla segreteria provinciale di Frosinone dove Enrico Coppotelli è allarmato per il destino di Fca Cassino plant, il principale stabilimento metalmeccanico della regione. «Già il piano non assegnava una mission ben definita dal 2021 in poi, questa ulteriore novità non fa che aumentare la nostra apprensione» .

Il Commissario ai Consorzi Industriali del Lazio Francesco De Angelis è molto più che allarmato. «Questa situazione è il risultato dell’ostinazione con cui il governo ha voluto evitare il confronto con i sindacati e con gli industriali, nella sua insensata strategia della disintermediazione. Non si è mai visto che un Governo metta a punto una manovra economica senza confrontarsi prima con il Paese reale».

Prova agettare acqua sul fuoco Luigi Di Maio. «Ho convocato tutti ieri per avviare un dialogo e questo dialogo non si è concluso ancora», ha spiegato il vice premier. «Il dialogo è incentrato sul fatto che noi ci scambiamo soluzioni, noi siamo aperti a migliorare la norma ma tenendo sempre presente che quella non è una norma per vendere più auto né per favorire o danneggiare qualcuno. La legge che riguarda il bonus auto elettrica è destinata a migliorare la qualità della vita degli italiane e le loro condizioni di salute» ha insistito Di Maio.


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