Fca ne taglia 532 ma la politica tace fino a sera

Fca non rinnova il contratto a 530 lavoratori di Cassino Plant. Fino a sera nessuna reazione.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Disconnessi. I politici della provincia di Frosinone sono fuori dalla realtà. Non sanno cosa accade intorno a loro.

Fca ha annunciato pochi minuti prima delle ore 14, ai sindacati,  che erano solo fuffa le 1800 assunzioni annunciate otto mesi fa da Matteo Renzi durante la sua visita allo stabilimento di Fca di Cassino. La realtà è  che da domani mattina in 530 se ne vanno a casa: fine del rapporto di lavoro. Si salvano solo in 300. Ma restano come precari fino a gennaio.

La politica? Tace. Tanto quella locale e altrettanto quella regionale. A Roma non fa scattare nessun campanello d’allarme il taglio di 530 posti di lavoro a Cassino, unito al mancato rinnovo del distacco di 300 lavoratori da Pomigliano d’Arco allo stabilimento Fca di Piedimonte San germano.

Marino Fardelli alle ore 14 manda un tweet per far sapere – come segretario Pd di Cassino – che ha spedito una lettera con cui chiedere che fine faranno gli 832 lavoratori. Non sa niente.

Nessuno illumina neanche il senatore Francesco Scalia che alle ore 15.28 esprime apprezzamento per la lettera scritta da Marino Fardelli e dice di essersi attivato con il ministro per ottenere il rinnovo del contratto. Fuori tempo massimo: in 532 li hanno già fatti fuori.

L’unico che sembra informato è Pasquale Ciacciarelli coordinatore provinciale Forza Italia che scrive verso le ore 16: ma sbaglia il bersaglio: dice che la colpa dei mancati rinnovi è di Nicola Zingaretti.

Alle ore 16.49 il gruppo Insieme per il Lazio esprime preoccupazione per gli 850 lavoratori in attesa di sapere il loro futuro. In realtà sono 832 e 532 sono già a casa.

Claudio Fazzone, segretario regionale di Forza Italia, si fa sentire alle ore 18.55, quando i sindacati hanno già finito le riunioni dei direttivi. Prende la parola con un comunicato per dire che appoggerà Baccini come candidato sindaco di Fiumicino. Ed i lavoratori del più grande stabilimento del Lazio? Zero. Non una riga.

 

Gli altri politici? Non pervenuti. Fino a quando le agenzie non hanno iniziato a battere qualche riga. Ed i TG a mostrare le immagini.

 

La realtà è che di fronte a 530 ragazzi e padri di famiglia lasciati a casa dalla sera alla mattina, nessuno vuole lasciarci le impronte digitali.