Fca punta sugli Usa. A Detroit annuncia «In Italia c’è l’ecotassa, rivediamo il piano di investimenti»

Da Detroit l'amministratore delegato Fca Mike Manley annuncia che gli investimenti in Italia verranno rivisti a causa dell'Ecotassa. Si punta sugli Usa. Sindacati sul piede di guerra.

Addio ai 5 miliardi di investimenti sullo stabilimento Fiat Chrysler Automobiles di Cassino Plant e gli altri in Italia. Fca rivedrà i suoi piani a seguito dell’Ecotassa introdotta dal governo. L’amministratore delegato di Fca Mike Manley lo ha detto al canale televisivo Usa Cnbc, la rete del colosso Nbc interamente dedicata all’informazione economica e finanziaria. Ha parlato in occasione del primo salone di Detroit dopo la scomparsa di Sergio Marchionne.

Si punta sul mercato Usa

Fca punterà sugli stabilimenti Usa e sulla produzione a stelle e strisce. (e noi lo avevamo detto, leggi qui Perché Fca rischia di lasciare il deserto a Cassino). Nei prossimi anni aumenterà la capacità di produzione americana puntando su due nuovi modelli Jeep, uno dei quali sarà il nuovo Jeep Grand Wagoneer.

In Italia cosa accadrà? Il nuovo capo di Fiat Chrysler ha detto che il Piano di investimenti da 5 miliardi di euro previsto in Italia dal 2019-2021 «sarà rivisto». (leggi qui il piano presentato a novembre e ora ritirato Fca, svelato il piano: Levantino e hybrid ma non subito). Con il piano saltano i 5 miliardi di investimenti e salta l’obiettivo della piena occupazione negli stabilimenti italiani entro il 2021. L’impegno a recuperare i 530 interinali ai quali non era stato confermato il contratto a Cassino Plant finisce in archivio.

Mike Manley ha precisato a Cnbc che «Quel piano fu pensato prima che l’ecotassa su auto di lusso e Suv venisse introdotta in Italia. Da allora il contesto è cambiato».

Cosa deve aspettarsi il mercato italiano? A Cnbc l’erede di Sergio Marchionne ha detto che il piano di investimenti per gli impianti italiani annunciato da Fiat Chrysler Automobiles «resta sul tavolo e non sarà bloccato». Ma dopo l’introduzione dell’Ecotassa «lo stiamo rivedendo, lavorando per capire come adattarlo» allo scenario di mercato «legato alle nuove regolamentazioni». Nessun commento invece sulle modifiche previste all’ecotassa «fino a quando non sarà completata la revisione».

Suicidio Ecotassa

La reazione dei sindacati è stata immediata e negativa. Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino, parla di un suicidio industriale. «Come temevamo l’ecotassa ha causato il rallentamento degli investimenti di Fca nel nostro paese, il governo costringe le aziende del settore auto a fare harakiri». Chiede il ritiro del provvedimento. «A questo punto – aggiunge Basso – l’unica mossa sensata da parte dell’esecutivo sarebbe fare un passo indietro, modificare il provvedimento e convocare al più presto azienda e sindacato per un chiarimento».

I segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, appena ascoltate le parole di Mike Manley sulla Cnbc secondo cui il piano andrebbe rivisto a causa dell’ecotassa, ha tuonato che «Non possono essere i lavoratori a pagare le scelte del nostro governo, al quale abbiamo già più volte sollevato la questione chiedendo di rivedere il provvedimento».

Palombella ricorda al ministro Luigi Di Maio ed al governo «che le sue azioni hanno una ricaduta concreta su 260mila lavoratori impiegati non solo in Fca, ma in moltissime altre imprese dell’automotive».

Assemblee negli stabilimenti Fca

Annuncia la convocazione di una serie di assemblee negli stabilimenti e chiede un fronte unitario con gli altri sindacati Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.

Alla notizia che Mike Manley ha messo in discussione il piano di investimenti, industriale e occupazionale in Italia, il sindacalista ha reagito dicendo «Queste dichiarazioni mettono a rischio l’occupazione per i lavoratori degli stabilimenti italiani che da anni sono in cassa integrazione perché i piani industriali dichiarati non sono stati realizzati». De Palma chiede alle altre organizzazioni sindacali l’avvio di un confronto unitario, invita il governo alla convocazione di un tavolo e annuncia che ‘«in assenza di garanzie per i lavoratori, deciderà nelle assemblee le iniziative da dover tenere per scongiurare i rischi sul futuro degli stabilimenti italiani».

La profezia di Stirpe

Non più tardi di sabato scorso, il vice presidente nazionale degli industriali italiani Maurizio Stirpe aveva profetizzato che Fca avrebbe rivisto il piano di investimenti. (leggi qui Il boom Anni 60 di Di Maio? Stirpe: «Io sto con i piedi per terra»). Aveva puntato il dito contro l’Ecotassa introdotta dal governo: «avrà un effetto negativo sul mercato della produzione di automobili in Italia. Speriamo che, una volta valutati gli effetti negativi che questo provvedimento produrrà, possa essere corretto dal Governo e che ci sia un’assunzione di responsabilità in questo senso».

Aveva spiegato che «provvedimenti come l’Ecotassa vanno esattamente nella direzione opposta rispetto alla politica che in questo momento si segue per la promozione delle automobili. Fca aveva elaborato una mappatura dentro la quale in Italia si sarebbe potuto e dovuto produrre vetture di alta gamma. Con il rilancio dei brand Alfa Romeo, Maserati e Jeep. Mentre le vetture di piccola gamma, per ragioni di costo, andavano allocate in Paesi low cost. Si è fatta un’Ecotassa che penalizza chi compra vetture di alta gamma. Quindi il provvedimento è esattamente contrario allo sviluppo delle politiche che Fca stava sviluppando in Italia».


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